È finalmente una mostra la magnifica e assai breve avventura di Attenzione, il magazine che negli anni Ottanta raccontò lifestyle e moda italiana ai connazionali emigrati oltreoceano. La Casa Italiana Zerilli-Marimò ha presentato in anteprima l’esibizione “Made in Italy/Sold in America. Fashion in Attenzione Magazine 1979-1987”, aperta al pubblico dal 5 marzo al 5 maggio. Un tributo alla rivoluzione culturale dello storico mensile fondato a New York dall’imprenditore italoamericano Jeno Paulucci.

Al panel introduttivo, moderato dal direttore della Casa Italiana Stefano Albertini, hanno preso parte la curatrice Marcella Martin, dottoranda presso la New York University, e l’editore di FMR Magazine Antony Shugaar. Al centro della discussione, la nascita del fashion Made in Italy e la sua diffusione negli Stati Uniti attraverso le immagini e i servizi della rivista.
“Quando Marcella è venuta da me con la proposta di esporre questi oggetti ho abbracciato l’idea non solo perché le sale di Casa Italiana si sarebbero riempite di bei vestiti, stampe e accessori per due mesi – ha detto Albertini – ma anche perché ci avrebbe dato la possibilità di far luce sul periodo storico in cui la moda italiana cominciava ad essere presa sul serio dalla stampa americana attraverso riviste come Attenzione, rivolte specificamente alla comunità italiana all’estero e agli italofili americani in generale”.
La breve esistenza di Attenzione, dunque, rivive attraverso una raccolta di copertine, accessori, memorabilia e abiti delle griffe italiane più conosciute negli Stati Uniti all’epoca e ancora oggi pilastri del Made in Italy nel mondo. Nelle teche della Casa Italiana pagine e spread del magazine con i servizi su Gianni Versace, un’intervista alla famiglia Missoni, ma anche speciali sulle tendenze modaiole come lo stile neon di Fiorucci.
Sebbene abbia coperto finanche argomenti relativi alla cultura italiana in genere, il mensile si è occupato principalmente di fashion, all’epoca materia non scevra di preconcetti: per alcuni rappresentava addirittura un ostacolo alla diffusione della conoscenza del vero patrimonio culturale e storico italiano. “Attenzione ha sollevato il problema dell’identità che ha riguardato in particolar modo gli italo-americani – ha detto Anthony Shuugar, all’epoca giornalista della redazione – Il lettore (italo-americano) leggeva argomenti di un’Italia a lui assolutamente sconosciuta. Uno dei motivi per cui ebbe vita breve”. Non bastarono infatti un organico composto da giornalisti eccezionali – tra questi Paul Hardy il managing director della rivista e vincitore di premi prestigiosi – e una distribuzione pari a 250mila copie.
Attenzione accese un faro sul Made in Italy, dunque, proprio mentre le griffe italiane degli anni Ottanta conquistavano il mercato internazionale. Le prime uscite furono dedicate a personaggi e designer come Giorgio Armani e Laura Biagiotti attraverso interviste in cui si discuteva di progetti, ma anche dell’ispirazione e della quintessenza dello stile italiano.

“Un aspetto che colpisce è la priorità data ai personaggi della moda italiana – ha detto la curatrice Martin – Nella quinta uscita del magazine, ad esempio, un servizio su Giorgio Armani, stilista che all’epoca non era conosciuto negli Stati Uniti e che in Italia aveva mosso i primi passi solo agli inizi degli anni Settanta, fa capire quanto Attenzione fosse una rivista di visioni larghe per quanto riguarda questo settore”.
Al passo con in tempi, dunque, al punto che anche il New York Times a gennaio del 1981 decantò l’impresa del fondatore Jeno Paulucci: “La rivista di Paulucci è sopravvissuta a diciannove numeri in un settore in cui altri non sono riusciti ad arrivare a sei”. Nello stesso mese dell’anno successivo fu venduta alla Adam Publications, cinque anni dopo chiuse i battenti.
E con essi finì il sogno di Luigino “Jeno” Francesco Paulucci. Il fondatore era nato in Minnesota nel 1918 da una famiglia di origini marchigiane e fino al 2011, anno della sua morte, fu un magnate dell’industria alimentare, investitore e filantropo. Paulucci ha avviato oltre 70 aziende; tra esse la Bellisio Foods, azienda di alimenti surgelati, nonché prodotti per la preparazione della pizza e una linea fortunatissima di cibo cinese Chun King. Nel 1970 l’imprenditore fondò la National Italian American Foundation e fu sostenitore delle cause degli italo-americani negli Stati Uniti. A Hibbing, nel suo Minnesota, il planetario Paulucci Space Theater, gli rende onore.
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