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February 17, 2023
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Uno Chagall raro arriva al Jewish Museum

Il ritratto del padre dell'artista sequestrato dai nazisti, restituito agli eredi, venduto all'asta, è in mostra fino al 1 gennaio 2024

Gianna PontecorbolibyGianna Pontecorboli
Uno Chagall raro arriva al Jewish Museum

Marc Chagall (French, b. Belarus, 1887-1985). Le Père (Father), 1911. Oil on canvas, 31 5/8 × 17 1/2 in. (80.3 × 44.5 cm). Private Collection, L2023-1. Artwork (C) Artists Rights Society (ARS), New York/ADGAP, Paris. Image provided by Phillips Auctioneers LLC.

Time: 3 mins read

Il capolavoro di Chagall rubato dai nazisti e restituito dal governo francese ai discendenti del suo proprietario originale e’ arrivato nelle sale del Jewish Museum di New York, a disposizione di chiunque voglia ammirarlo e insieme ripercorrere una delle storie piu’ significative dell’arte contemporanea.

Appeso giusto all’ingresso delle sale che ospitano l’incredibile collezione di arte moderna e oggetti cerimoniali del museo, il dipinto ”Le Père” risale al 1911, quando il pittore si era appena trasferito a Parigi dalla nativa Bielorussia. E, sia pure affascinato dal modernismo nascente in Francia, non aveva dimenticato il sapore di quel mondo degli “schtetl”, i piccoli villaggi ebraici dell’Europa Orientale, che aveva da poco lasciato e che il nazismo avrebbe definitivamente distrutto. Purtroppo, gran parte delle opere completate da Chagall in quel periodo sono andate perse dopo che il pittore e’ tornato in Russia nel 1914 e sono oggi molto rare da trovare. Nel quadro, pero’, l’aria timida del padre dell’artista, Zahar, un umile mercante di aringhe, rievoca proprio quel mondo perduto e regala all’intera storia del suo recupero un significato particolare.

Restituita dal governo francese insieme ad altre 15 opere d’arte ad aprile del 2022, la tela apparteneva a David Cender, un liutaio di Lodz, in Polonia, che l’aveva acquistata nel 1928 ed era stata poi sequestrata dai nazisti nel 1940 quando il suo proprietario era stato costretto a trasferirsi nel ghetto. Cender era stato poi deportato a Auschwitz insieme alla moglie, alla figlia e a diversi altri parenti. Il liutaio sarà l’unico a sopravvivere al campo di sterminio e a trasferirsi in Francia, dove sarebbe morto nel 1966 senza riuscire ad ottenere la restituzione del suo quadro.

All’insaputa del suo proprietario originale, in realtà, il ritratto era già tornato sul mercato e lo stesso Chagall, che gli era particolarmente affezionato, l’aveva comprato, probabilmente tra il 1947 e il 1953, senza saperne la provenienza. Dopo la morte dell’artista nel 1985, la tela era finita nei grandi musei parigini, dapprima al Centre Pompidou e dieci anni più tardi al Musée d’art et d’histoire du judaïsme, grazie a una donazione fatta dalla famiglia di Chagall.

Quando, dopo molti anni di ricerche, il governo francese ha deciso di restituire il dipinto agli eredi dello sfortunato e fino a quel momento sconosciuto liutaio polacco, e’ accaduto quello che e’ avvenuto spesso in casi simili e il quadro e’ stato consegnato, per essere venduto, alla casa d’aste Phillips a Manhattan. “Quando un’opera d’arte e’ restituita tanti anni dopo essere stata rubata, ci sono molti eredi e un quadro non può essere spezzettato”, ha spiegato il vicedirettore della casa d’aste Jeremiah Evarts.

Il commovente ritratto del padre di Chagall, così, ha finito per essere uno dei pezzi più ambiti tra i 46 lavori andati in vendita nelle aste autunnali newyorkesi della Phillips ed è stato aggiudicato per 7,4 milioni di dollari da un acquirente il cui nome, secondo la prassi, non è stato rivelato. La stessa casa d’aste, però, ha messo il nuovo proprietario in contatto con il Jewish Museum per favorire un accordo per il prestito al museo newyorkese.

“Il Jewish Museum e’ onorato di mostrare il raro ritratto del padre di Chagall”, ha spiegato Claudia Gould, una delle direttrici del Museo,” Il vasto e sistematico furto di opere d’arte durante la Seconda Guerra Mondiale, e il recupero e la restituzione di molte rappresenta una delle storie dell’arte del ventesimo secolo e una che continua ad avere ripercussioni anche oggi. E’ imperativo che il Jewish Museum racconti queste storie, come abbiamo fatto recentemente con la nostra mostra “Afterlives: Recovering the lost stories of looted art”. Siamo grati alla Phillips per aver facilitato questo prestito”.

Adesso, per i visitatori del museo newyorkese, non sarà solo l’arte rubata a ritrovare una nuova vita. Quel ritratto del padre, infatti, permetterà anche di ritrovare il sapore unico di un mondo perduto, visto con gli occhi di un incredibile artista.

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Gianna Pontecorboli

Gianna Pontecorboli

Genovese,laureata in storia economica, Gianna Pontecorboli ha una lunga carriera di corrispondente dagli Stati Uniti. Attualmente lavora per Il Corriere del Ticino e Lettera 22

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