Pubblico delle grandi occasioni per la prima americana di Furiosus opera in due atti di Roberto Scarcella Perino presentata dalla Casa Italiana Zerilli Marimò al Kaufman Center di New York.
Il direttore della Casa, Stefano Albertini, era molto orgoglioso di presentare questo allestimento in forma di concerto dell’opera “perché la Casa Italiana ha un grande interesse verso la lirica – ha spiegato nell’introduzione sul palco – che non è una forma di arte del passato, e perché vogliamo che i giovani si avvicinino a questo genere musicale e a questo scopo abbiamo una serie di iniziative alla Casa.”
Furiosus, basato sull’epopea cavalleresca dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, è stato commissionato a Scarcella Perino dall’International Opera Theatre di Philadelphia. “Quando mi è stato proposto di fare quest’opera – ci ha detto il compositore – ho pensato che lo avrei fatto solo con Flora Gagliardi: era l’unica che poteva scrivere il libretto. Avevamo già lavorato insieme nel ’99 quando il Teatro Verdi di Pisa mi aveva commissionato un’opera sull’Iliade e lei aveva fatto allora un lavoro stupendo. Solo lei sarebbe riuscita a fare una sintesi dall’Ariosto scegliendo le parti più significative del poema. E dopo che lei ha scritto questo bellissimo libretto io ho composto la musica: ho capito dopo anni di esperienza che la musica nasce dalle parole, come facevano i grandi compositori del passato, quindi ho aspettato il libretto per comporre.”
Il libretto si articola secondo tre temi: il rapporto con la natura, l’amore e la follia spaesante. All’interno si dipanano le storie più significative: l’amore della bellissima Angelica, principessa del Catai e Medoro; quello di Bradamante progenitrice della dinastia estense e Ruggiero, discendente del troiano Ettore; quello elegiaco di Fiordiligi e Brandimarte, separati dalla guerra; il confronto fra la ragione del paladino Astolfo e la furia del cavaliere Orlando, pazzo di gelosia perché Angelica gli ha preferito un semplice fante.
Furiosus è il primo adattamento musicale dell’intera epopea di Ariosto. Il poeta lavorò all’Orlando aggiungendo e limando per più di 16 anni: la prima edizione è del 1516, l’ultima del 1532, anno prima la sua morte. A partire da allora molti sono stati i compositori che hanno musicato i suoi versi, fra loro persino Antonio Vivaldi, ognuno con un suo stile e un suo linguaggio. Fino a Roberto Scarcella Perino che ha usato molti stili diversi.
“La musica nasce dalla storia e la storia è un insieme di tante storie, abbiamo creato quindi questo disegno onirico in cui ci sono tante vicende diverse e per differenziarle abbiamo usato stili musicali diversi, per cui c’è l’elemento etnico, quello più danzante, più pucciniano, più alla Debussy. La cosa difficile era dare omogeneità a questi diversi linguaggi e quella per me è stata la sfida più grande.”
La prima mondiale dell’opera è avvenuta nell’agosto 2017 a Città della Pieve in Umbria, Furiosus è stato poi riproposto in un nuovo allestimento negli spazi di Villa La Pietra prima di arrivare a New York. Quali le differenze? chiediamo a Scarcella Perino.
“In Italia sono state fatte delle rappresentazioni sceniche, questa di New York è invece in forma di concerto, lì i cantanti dovevano anche gestire i movimenti sul palco, c’era una regia, qui la musica è diventata protagonista e dal punto di vista del compositore è stata una gioia. L’opera è fatta di tante arti, non c’è solo la musica, ma la parte visiva, l’azione, la scena, le luci. In questo caso il pubblico ha potuto prestare più attenzione ad ogni nota, ogni colore dell’orchestra, ogni interpretazione del cantante.”
I cantanti Scarcella Perino li conosce personalmente perché vengono dal Lindemann Young Artist Program del Metropolitan dove lui stesso insegna. Il direttore d’orchestra, Robert Tweten, dirige la Santa Fe Opera.
Roberto Scarcella Perino è di Messina e la più grande ispirazione nello scrivere l’opera gli è venuta proprio dalla tradizione siciliana dei pupi che conosce dall’infanzia. “Quando ho deciso di scrivere Furiosus sono andato a trovare Mimmo Cuticchio che è un grande puparo: è stato fantastico, mi ha fatto vedere tutti i personaggi raccontandomi le loro storie e lì ho trovato l’ispirazione giusta per raccontare questi personaggi esagerati dove la pazzia è doppia pazzia, l’innamoramento è estremo e persino la natura è iperbolica.”