Nell’epoca dell’ultra contemporaneità, del qui e ora, del tutto e subito, collezionare Old Masters è un gesto di ribellione. Dati alla mano, pare che il sole dei grandi maestri stia lentamente, ma inesorabilmente, tramontando sul mercato dell’arte. Nonostante la rarità di dipinti e sculture risalente all’epoca rinascimentale, barocca, neoclassica e via dicendo, il loro appeal sul mercato si assottiglia sempre più. Oggi acquistarli, mediamente, potrebbe essere conveniente: ma quando una loro futura rivendita potrà garantire un margine di guadagno? Forse presto, forse tardi, forse mai. Dunque, al momento non rimane che la passione di chi li colleziona e la speranza di chi li vende. Tra questi c’è Christie’s, oligarchica casa d’aste che con Sotheby’s muove le opere più rare e ambite ancora in circolazione. Entrambe le maison hanno programmato fino alla fine del mese, a New York, una settimana di vendite tutte dedicate ai Maestri Antichi. Venti incanti totali (dieci a testa) chiamati a rilanciare un mercato contratto che vive di picchi e fiammate, specialmente quando sull’ambone passano nomi di richiamo globale ed eco immortale.

Christie’s ha allestito la sua Classic Week nel suo quartier generale al Rockefeller Center fino all’1 febbraio. Nodo cruciale della settimana è l’asta “Old Masters” del 25 gennaio, che si prende il nome e i crismi dell’evento di punta. Soprattutto per la presenza, nel suo catalogo, di un’opera rarissima di Francisco Goya. Si tratta di un doppio ritratto realizzato dal pittore spagnolo nel 1805, all’apice della sua carriera. Sono settant’anni che non si vede sul mercato ed è una delle ultime coppie di ritratti ancora disponibili dell’artista. Si dice l’unico a ritrarre due donne. Sono María Vicenta Barruso Valdés e la madre Leonora Antonia Valdés de Barruso. Vestono come nobildonne, sono acconciate come nobildonne, posano come nobildonne. Ma non sono nobildonne. Si tratta infatti di una delle prime commissioni richieste a Goya dalla borghesia, che da qui in poi si rivolgerà sempre più di frequente ad artisti del suo calibro. Un evento importante, che segna la nascita di un nuovo mercato, molto più ampio di quello aristocratico e sempre più abbiente. Allargando la visione, è forse il segno che i tempi stanno cambiando, che i rapporti di forza si stanno invertendo. É una sorta di popolarizzazione dell’arte, che soprattutto al livello a cui operava Goya rimaneva piuttosto elitaria. La borghesia che si prende il suo spazio. Anche se i due soggetti fanno di tutto per elevare il proprio status sociale e mostrare il loro potere. Tanto che, probabilmente, l’opera era pensata per promuovere María Vicenta come ottimo partito da sposare. Lo indica la posizione della giovane, che occupa il lato (il sinistro) riservato alle figure di spicco in una composizione corale. Come pure il cane appoggiato sulle sue gambe, simbolo di fedeltà e lealtà. Un doppio ritratto cruciale quindi nella storia artistica di Goya, che Christie’s stima 15-20 milioni di dollari.

Come fondamentale è anche Le Pèlerinage a l’Ile de Cythère per Antoine Watteau. Un’opera finora sconosciuta (e recentemente attribuita all’artista) che Christie’s valuta 2,5-3,5 milioni di dollari. A renderla preziosa, oltre l’intrinseca qualità, anche le analogie con il quadro più celebre del principe della pittura rococò francese: Embarkation to Cythera. Simile la discesa tortuosa che conduce le coppie di amanti fino al lago, l’atmosfera sognante in cui si muovono, le catene montuose sullo sfondo.
In catalogo un altro doppio ritratto, la firma questa volta è di Lucas Cranach II: Portrait of Prince Christian I of Saxony (1560-1591) e Portrait of Princess Marie of Saxony (1562-1566). Entrambi fanno parte di un gruppo di sei dipinti commissionati nel 1564 dalla famiglia nobiliare per ritrarre i suoi membri. Questi risultano ancora gli unici a essere in mani private, gli altri sono conservati alla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda. La stima è di 3-5 milioni.
Dalle stesse tinte tenui si distinguono anche una limpida veduta del Ponte di Rialto a Venezia di Canaletto (stima 2,5-3,5 milioni) e un paesaggio, stranamente quieto e dalle arie color ambra, di Joseph Turner (Pope’s Villa at Twickenham, stima 4-6 milioni). Il pittore della tempesta sceglie qui un tocco più morbido e contemplativo. Lo stesso utilizzato da Rubens in due tele di estrema qualità: The Mystic Marriage of Saint Catherine (stima 1,5-2 milioni) e Portrait of a lady, probably Isabella Brant (stima 1,2-1,8 milioni). Difficile che possano fare concorrenza a Salomè con la testa di San Giovanni Battista, sempre di Rubens, che negli stessi giorni Sotheby’s propone in asta con la stima di 25-35 milioni di dollari.

Ma torniamo a Christie’s, perché lo stesso giorno (25 gennaio) va in scena anche l’altra grande vendita della Classic Week: l’asta dedicata alla collezione del magnate della finanza Jacqui Eli Safra. Sublime nella sua raffinatezza l’album di 138 illustrazioni che Jean-Baptiste Oudry ha realizzato a colpi di pennello e lumeggiature per i libri di fiabe di Jean de La Fontaine, top lot da 1,5-2,5 milioni di dollari. In catalogo presenti altri due dipinti di Turner. Due acquarelli dalla cadenza evanescente, immersi in una dolce patina color miele che si stempera nello sciogliersi dei campi all’orizzonte: The Splugen Pass (1,5-2 milioni) e The Lauerzersee with the Ruins of Schwanau and the Mythen (500-800 mila dollari).
A chiosa della nostra settimana d’incanti fa capolino un eloquente ed emblematico Portrait of a gentleman di Joos Van Cleve (stima 1-1,5 milioni). Datato agli inizi del Cinquecento, di chiara matrice fiamminga, il dipinto è più di un intenso ritratto: è il riflesso di una compostezza di un’epoca passata, il cui fascino cristallizzato, forse per la prima volta, vede la sua superficie gradualmente creparsi. Chissà che le luci di New York non possano farla tornare a brillare.
Discussion about this post