Una delle poche storie di speranza che hanno segnato il 2022 e’ sicuramente quella di un libro. Un libro a fumetti con personaggi che hanno il volto dei topi, dei gatti e dei cani e dei maiali.
Negli ultimi dodici mesi, Maus, ha venduto 665,000 copie, più del triplo di quelle vendute nell’anno precedente, e la vicenda che ha provocato il balzo merita di essere raccontata.
Nel mondo della cultura americano, e tra gli appassionati di fumetti di tutto il mondo, Maus non e’ certo un libro sconosciuto. Disegnato da Art Spiegelman e pubblicato dapprima a puntate dal 1980 al 1991 dal periodico Raw e poi in due volumi da Pantheon, ha venduto, solo negli Stati Uniti, oltre sei milioni di copie. E per di più ha ricevuto, unico tra i libri a fumetti, uno speciale Premio Pulitzer nel 1992. Nelle immagini, si racconta in parallelo la vicenda dei genitori dello stesso Spiegelman, Vladek e Anja, sopravvissuti alla furia nazista e al lager di Auschwitz, e la difficolta’ di Art, il loro figlio, nel capire e accettare il suo ruolo di figlio di deportati traumatizzati dal passato. Nelle immagini, gli ebrei hanno il volto dei topi e Spiegelman ne racconta gli inutili tentativi di fuga dalla Polonia per salvarsi dalla furia crescente dei nazisti, raffigurati con il viso dei gatti, che li inseguono. Sara’ Art, negli anni del dopoguerra, quando la famiglia si sara’ trasferita nel quartiere newyorkese di Queens, ad ascoltare i racconti sull’inferno di Auschwitz che suo padre gli farà sdraiato sul letto e a cercare di superare, appena ventenne, il trauma del suicidio della madre.
Da quando e’ uscito, Maus è spesso stato utilizzato nelle scuole per far capire ai bambini, in un linguaggio facilmente comprensibile, gli orrori dell’Olocausto e le conseguenze che ha avuto sui sopravvissuti e sui loro discendenti. E anche se non tutti hanno apprezzato il suo linguaggio – alcuni polacchi, rappresentati come maiali, hanno bruciato il volume, i russi lo hanno bandito per non pubblicizzare la svastica pubblicata in copertina, e perfino alcuni ebrei hanno criticato il fatto di avere il volto dei topi – il libro e’ diventato un classico.
A gennaio di quest’anno, però, e’ arrivata una svolta. I dieci membri del consiglio di classe di una scuola della contea di McMinn, in Tennessee, hanno deciso con un voto all’unanimità di bandire il libro per i bambini della terza media perché ”inadeguato” a causa di alcune immagini di nudità e alcune parole forti. “ Non abbiamo bisogno di promuovere questa roba”, ha dichiarato uno dei membri,”Vediamo gente impiccata, bambini uccisi. Non è saggio per un sistema educativo mostrarlo ai tredicenni”.
”E’ una decisione orwelliana,”ha reagito lo stesso Spiegelman nell’apprendere la notizia,” Certo ci sono delle immagini disturbanti. Ma sapete una cosa? E’ una storia disturbante!”
In realtà, l’eliminazione dei libri dalle biblioteche scolastiche non è un fatto raro negli Stati Uniti, solo nei primi quattro mesi del 2022 ci sono state ben 75 diverse richieste di bandire libri considerati problematici. E spesso vengono vietati i volumi che trattano argomenti spinosi come il razzismo contro i neri o gli omosessuali . A novembre, la American Library Association ha protestato ufficialmente con un duro comunicato contro ogni ”atto di censura e di intimidazione” e la punizione di tutto quello che ”non si conforma con quanto e’ giudicato ortodosso in termini di storia, politica, o credenze”.
Mentre gran parte degli episodi simili passano inosservati, la decisione della scuola del Tennessee ha provocato una inaspettata e immediata reazione.

Nel giro di pochi giorni le vendite di Maus sono schizzate alle stelle su Amazon e diverse librerie hanno cominciato a regalare lo loro copie agli studenti. Ryan Higgins, proprietario di una libreria specializzata in fumetti in California ha offerto via twitter di donarne 100 copie alle famiglie della contea di McMinn e un’iniziativa simile l’hanno presa due librerie di Nashville, sempre in Tennessee , e alcuni privati. Nirvana Comics di Knoxville ha raccolto donazioni da tutto il mondo per regalare una copia del libro a tutti gli studenti che lo richiedano. ”Pensavamo di poter ottenere il sostegno locale per aiutare un magnifico pezzo di letteratura a rimanere nelle mani degli studenti della contea di McMinn. E invece è diventata una priorità globale!”, hanno osservato stupiti i responsabili dell’organizzazione.
Contemporaneamente, come ha raccontato pochi giorni fa il New York Times, e’ cominciata per l’ormai anziano illustratore e scrittore una girandola di interviste, impegni e presentazioni per difendere la sua opera. A novembre, la National Book Foundation gli ha assegnato una medaglia per il suo contributo alla letteratura americana e la sua casa editrice, la Pantheon, ha deciso di ripubblicare Breakdowns, una enciclopedia dei primi fumetti di Art Spiegelman già pubblicata senza troppo successo nel 1978.
Un’alzata di scudi decisa, insomma, in un momento di crescente antisemitismo. Per difendere chi ha voluto raccontare gli orrori dell’Olocausto con un linguaggio diverso.