Un festival per viaggiatori, un viaggio delle radici tra arte e territorio, natura e identità. Il rapporto tra Sardegna ed Emigrazione è un infinito ancestrale che fa parte della natura stessa dell’isola e dei suoi abitanti. Isola come luogo di attracco o di partenza, dove lo sguardo è sempre rivolto verso un orizzonte aperto all’immaginazione dell’ignoto, alla vita oltre il mare. Isola che è il profilo che si immagina all’orizzonte quando si è lontani.
È questa doppia immagine che guida la visione della direttrice artistica della seconda edizione di MusaMadre: il desiderio di andare o di tornare.
Il ricco calendario di eventi Va in scena dal 1 al 6 agosto nel piccolo borgo di Rebeccu (Bonorva) con l’intento di creare e ri-creare una comunità, dare forma e voce a un luogo vivo di creatività e rigenerazione, che parli il linguaggio dell’arte in un borgo medievale abbandonato al centro della Sardegna. Il tutto incentrato e declinato lungo il tema del “Richiamo” (Ischèliu): richiamo alla terra madre, quella d’origine, la terra di Sardegna.
Il progetto del Comune di Bonorva è finanziato dalla Fondazione Banco di Sardegna, diretto da Valeria Orani, sarda ma cittadina newyorchese dal 2015 e fondatrice dell’agenzia artistica 369 gradi, e organizzato dall’Associazione Enti Locali per gli Spettacoli.

Il festival, alla sua seconda edizione riparte rilanciando il dialogo con le diverse forme dell’arte. Riparte ripopolando strade, case, terrazze del peculiare borgo medievale di 30 case, luogo incantato, Rebeccu, la frazione di Bonorva teatro naturale di storie e leggende – e dai suoi siti archeologici. In questi luoghi si ritroverà e performerà un’eterogenea comunità di artisti provenienti da varie discipline delle arti: visive, performative, musicali e cinematografiche. La promessa? Risvegliare l’istinto di generare vita, comunità, nuovi dialoghi nel rispetto della natura e del territorio circostante, portando la bellezza e il valore dell’arte.
Laura Di Settimio, vice sindaca di Bonorva e assessora con delega alla Cultura: “La bellezza chiama bellezza. Ed è una bellezza talmente particolare quella con cui ci confrontiamo che è lecito aspirare a che siano le espressioni artistiche più elevate e suggestive a illuminarla e valorizzarla. Vogliamo mettere la Cultura in primo piano dando un senso pieno al progetto, e con la direzione artistica di Valeria Orani già lo scorso anno abbiamo centrato l’obiettivo, e siamo pronti a ripeterci. Favorire il crescere di una fucina artistica e culturale sul nostro territorio è opzione che ci stimola e spinge a credere nell’iniziativa. L’idea del richiamo è bella e forte. La Sardegna è culla del Mediterraneo: portare qui i viaggiatori che il mare lo navigano e approdano sull’Isola e riportare qui chi per varie motivazioni è dovuto emigrare è un dono, non solo un fine”.
Gli appuntamenti del festival
Il festival apre il 1 agosto alle 20.00 con “Andando/Restando” performance site-specific che rappresenta il legame ancestrale con la terra d’origine e il dolore che scaturisce dall’impossibilità di dare risposte precise ad un problema che si trova di fronte a due soluzioni, che per quanto opposte sembrano entrambe valide radici e irrequietezza, attaccamento e necessità di allontanarsi. Su disegni di Antonio Marras, artista mercuriale, è stata presentata all’Istituto Italiano di Cultura di New York lo scorso dicembre come evento celebrazione della XVII Giornata del Contemporaneo.
Sempre il 1 agosto seguirà, nella chiesa di Rebeccu, lo spettacolo “Piccoli Funerali” con Maurizio Rippa, contraltista e artista di rara sensibilità, accompagnato alla chitarra da Amedeo Monda.

Il 2 agosto il concerto “Betweensilence and city” con Claudio Sanna al piano e Paolo Pastorino alle chitarre, traccerà i percorsi della memoria attraverso le musiche di Luciano Chessa, compositore e professore d’orchestra, sicuramente uno dei nomi più riconosciuti internazionalmente tra i musicisti contemporanei sardi.
Il 3 agosto, Federica Fracassi accompagnata al violoncello da Lamberto Curtoni, porterà in scena “Dora Pro Nobis” di Concita De Gregorio. Un ritratto della grande fotografa esponente del surrealismo Dora Maar, musa e vittima del genio distruttivo di Picasso, che nel tentativo di cancellarne la personalità la portò alla reclusione in una clinica per la salute mentale.
La femminilità nella vulnerabilità della società contemporanea che il 4 agosto sarà protagonista con Monica Nappo ne “L’Esperimento”.
Il 5 agosto le parole della raccolta poetica “Due colori esistono al mondo – Il verde è il secondo” di Sergio Atzeni, saranno affidate alla voce di Lea Karen Gramsdorff, accompagnata dalla musica di Simone Dulcis. MusaMadre chiude il 6 agosto il concerto Family Album di Adele Madau.

Non mancheranno per tutta la durata del festival gli incontri tra artisti e pubblico nella terrazza di Su Lumarzu.
Spazio anche al cinema, con la proiezione in anteprima di C’è ancora un po’ di luce nel mio cielo, documentario curato da Fabio Acca.
Quattro i titoli dei lungometraggi: Il Buco di Michelangelo Frammartino, Nilde Iotti, il tempo delle donne di Peter Marcias, È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Il Muto di Gallura di Mattia Fresi.
Nel corso della settimana saranno due le proposte laboratoriali. In una i giovani bonorvesi, con l’aiuto di Roberto Abbiati, attore, mimo, clown e cantastorie, si cimenteranno alla ricerca della propria libera espressività teatrale. Radio Fra(m)menti – la radio che si muove con te – media partner del festival è invece il progetto di Maria Genovese, giornalista e podcaster. Una stazione radio web itinerante, Un laboratorio radiofonico per acquisire gli strumenti per dar vita a un racconto partecipato.
Valeria Orani curerà invece il workshop “Organizzazione e gestione festival ed eventi culturali a basso impatto ambientale”, una scelta professionale etica, una necessità non più rimandabile.
Tutti gli appuntamenti del festival e i laboratori sono a titolo gratuito.
Per informazioni: Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo, Via Pasquale Paoli, tel. 070 491272
Sito: www.musamadre.it