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January 19, 2022
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Un ballerino italiano a New York: Riccardo Passera e la danza del sogno americano

“Sono circondato da persone che come me sono qui non perché qualcuno li ha obbligati, ma per scelta e perché vogliono arrivare fino in fondo”

Irene ColombobyIrene Colombo

Dancer Riccardo Cristian Passera

Time: 4 mins read

Lo chiamano l’American Dream, il sogno Americano; un sogno che tanti ragazzi studenti o appassionati di arte, musica, danza o teatro, hanno nel cassetto. Riccardo Passera, un ballerino diciottenne di Milano, è uno di loro.

La mia amicizia con Riccardo nacque nelle aule dell’asilo Les Galipettes di Milano. Crescendo, le nostre strade si sono divise, per poi incrociarsi nuovamente negli Stati Uniti. Entrambi, dopo il liceo, abbiamo deciso di andare nel paese delle opportunità , nonostante le nostre ambizioni ci abbiano portato a intraprendere due percorsi molto diversi, il mio accademico e il suo artistico. L’essere in America insieme ci ha ravvicinato. Ora inizio a conoscere Riccardo non solo come amico d’infanzia, ma come un ragazzo coraggioso, che non ha paura di sognare in grande e che fa di tutto perché i suoi grandi sogni possano diventare realtà.

Il ballerino Riccardo Cristian Passera

Riccardo fu introdotto al mondo della danza dai suoi genitori, che lo portavano con il fratello minore in un locale di danze caraibiche a San Zenone al Lambro in provincia di Milano. Iniziando per gioco, in un secondo momento, si rivolse verso vere e proprie scuole di ballo per coltivare questa nuova passione. Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a New York a diciotto anni, nella prestigiosa Alvin Ailey Company, a ballare con veri professionisti

Fu alle medie, mentre si avvicinava il giorno in cui Riccardo avrebbe dovuto scegliere un indirizzo per il liceo, che capì  che voleva fare della danza la sua vita.

“In realtà, sono sempre stato un po’ combattuto perché mi è sempre piaciuto ballare, ma sono anche sempre stato bravo a scuola”, racconta Riccardo, “mentre cercavo la scuola adatta a me, ho trovato un liceo coreutico a Milano, ed ho così capito che la danza si può studiare”.

Riccardo non andò al liceo coreutico, neanche all’Accademia di danza  della Scala, neppure al Teatro Carcano di Milano, decise invece di iscriversi al liceo linguistico, di impegnarsi e intraprendere un percorso più tradizionale, aspettare ancora un po’ prima di dedicarsi  alla danza a tempo pieno.

Il ballerino Riccardo Cristian Passera

Gli anni del liceo sono passati velocemente e con ottimi risultati, tanto che il penultimo anno gli è stata data l’opportunità, per meriti, di conseguire la maturità in anticipo. L’ha superata brillantemente con il massimo dei voti.

A febbraio del 2020 fu ammesso all’accademia Rudra Béjart di Losanna. Pochissimi mesi prima della partenza, venne a sapere che l’accademia Svizzera avrebbe chiuso.

Riccardo non si da per vinto, manda la sua candidatura a tutte le Accademie con le audizioni ancora aperte, inclusa Alvin Ailey di New York; le audizioni sono tutte via Zoom, causa pandemia.

Riccardo Cristian Passera insieme ad altri compagni ballerini a New York

“Ci ho provato, non pensavo mi prendessero e invece eccomi qui”, racconta Riccardo. “Non ho potuto fare l’audizione per la borsa di studio, né io né la mia famiglia  eravamo preparati per l’America”.

Per questo motivo, parti una raccolta fondi lanciata dalla madre su Facebook, poi ripresa anche dal sindaco di San Zenone al Lambro; un vero e proprio crowdfunding, che ha aiutato Riccardo a partire e fare qualche passo avanti nella realizzazione del suo sogno americano.

Ora Riccardo si trova a New York. Ha avuto tempo di ambientarsi, fare amicizia e riflettere sul suo percorso.

“Per me è stato difficile,” spiega Riccardo.“In America è normale andare via di casa a diciassette, diciotto anni. In Italia la mentalità è diversa”. Anche se sempre più giovani italiani si trasferiscono all’estero, sono in pochi quelli che lo fanno prima di aver ricevuto una laurea. “Venendo da Milano, pensavo di essere già abituato ai ritmi sostenuti della città, ma qui è tutto velocissimo. E molto stancante la vita del ballerino, e mi sto abituando”.

Un balletto in cui partecipa il ballerino Riccardo Cristian Passera

I grandi sogni richiedono grandi sacrifici.  In un mondo in cui, le reti sociali fanno sembrare che i sogni si realizzano come per magia,  si stenta a credere  agli sforzi e al sudore che si celano dietro i sorrisi che oggi Riccardo sfoggia per le strade di New York. Stare lontano è difficile, ma fa crescere, specialmente se si è dall’altro lato dell’oceano, soprattutto se ci si trova a New York.

D’altro canto, fare il ballerino a New York è anche stimolante,  Riccardo non se ne è accorto solo in classe, ma anche per le strade della città dove coreografa con i suoi compagni di corso, balletti improvvisati.

“New York è una città grande, con tanti artisti. Chi non è nato qua, ha un obiettivo ed è pronto a fare di tutto per raggiungerlo,” dice Riccardo. “Ho avuto modo di conoscere tante persone che mi stimolano artisticamente”.

Riccardo vive in un dormitorio nel Lower East Side di Manhattan, circondato da studenti ed altri ballerini che come lui studiano all’Alvin Ailey. Con loro condivide le giornate.

Il ballerino Riccardo Cristian Passera

“Ognuno di noi qui è solo, quindi ci appoggiamo uno all’altro con grande solidarietà,” spiega Riccardo. “Avendo amici prevalentemente nel dormitorio, ci ritroviamo spesso fra di noi. Mangiamo insieme, facciamo il tragitto verso la scuola e torniamo a casa insieme. L’essere sempre così vicini l’uno all’altro fa in modo che si leghi molto”.

Per la festa del Ringraziamento, lui è tutti i ragazzi rimasti nel dormitorio, hanno preparato un pranzo, condividendo l’esperienza di una vera e propria tradizione americana.

“Abbiamo comprato un tacchino, alcuni ragazzi italiani hanno fatto le lasagne, altri i funghi ripieni e la mia amica brasiliana ha fatto i brigadeiros,” racconta Riccardo.

Riccardo Cristian Passera insieme ad altri compagni ballerini a New York

Sono anche le persone che ha conosciuto che lo spingono ad andare avanti e che rendono la sua esperienza così speciale.

“Sono circondato da persone che come me sono qui non perché qualcuno li ha obbligati, ma per scelta e perché vogliono arrivare fino in fondo,” racconta. “Anche questo mi spinge a dare il massimo”.

I sacrifici, lo choc culturale e la lontananza da tutto ciò che è familiare, New York l’ha costretto a crescere velocemente, ma gli ha anche offerto molto.

In America, le opportunità per i giovani sono tante. In una città come New York, dove niente ti viene servito su un piatto d’argento, la tenacia, la determinazione e la passione di Riccardo sono da ammirare. Essendo riuscito a superare molti ostacoli e ad affrontare tanti cambiamenti, è un esempio da seguire per tutti i ragazzi Italiani con grandi ambizioni.

A tutti coloro che, come lui, hanno un sogno da realizzare e hanno l’opportunità di andare in America, Riccardo consiglia di buttarsi, di provare, perché è proprio questo ciò che fa chi ha un sogno americano nel cassetto.

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Irene Colombo

Irene Colombo

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