Si chiama Audiovisiva, ed è la nuova piattaforma streaming dove potrete riscoprire iconiche figure delle cultura italiana, e non solo. Ecco che le vite di artisti come Depero e Chet Baker si intrecciano con l’America, in particolare New York. Da Marisa Merz a Gianni Berengo Gardin, da Carlo Scarpa a Michele De Lucchi, da Lina Bo Bardi a Luchino Visconti e tanti altri ancora: il cuore del progetto è l’incontro con le figure chiave del XX e XXI secolo, artisti, architetti, designer, fotografi, registi, musicisti, per creare un ponte dall’Italia verso il mondo attraverso l’audiovisivo. Una library di oltre 300 documentary, di cui attualmente 40 disponibili, comprensivi dei prodotti educational (dedicati a scuole e università).

Ma Audiovisiva non è solo una raccolta: un team dietro il progetto lavora per rendere disponibili aneddotti e contenuti extra per promuovere e dare valore ai documentari attraverso la community online. Ne parliamo con uno dei fondatori, Francisca Parrino, presidente di Audiovisiva. Lei il documentario ce lo ha nel sangue, e ci spiega come questo genere non sia solo narrazione, ma anche un coinvolgimento sensoriale, un’alternativa di apprendimento valida e necessaria. Dalla volontà di distribuire i contenuti sul mercato internazionale al servizio educational, approfondiamo la nascita di un progetto di cui l’Italia aveva immensamente bisogno.

Quali sono le origini di Audiovisiva?
“In realtà l’idea di Audiovisiva parte proprio da New York. Stavo co-curando una mostra per la collezione Guggenheim di Venezia su Brancusi e mi servivano dei filmati introvabili che aveva solo il regista newyorchese Michael Blackwood. Lui ha una delle collezioni di arte, danza, teatro, e cultura in generale più belle che ci siano. Ero a New York e l’ho inseguito per giorni, poi gli ho infilato un biligetto sotto la porta dell’ufficio e mi richiamò. Quando siamo riusciti a incontrarci sono entrata nel tempio del documentario. Ci siamo presi in simpatia e mi ha lasciato guardare tutto quello che volevo dal suo archivio. Mi sono chiusa in questa stanza a osservare questo mondo documentato in cinquant’anni, dagli anni ’60 a New York in poi. La scintilla è stata lì. Noi la chiamamo la nostra Wunderkammer (dal tedesco, camera delle meraviglie) digitale. A volte si vedono delle cose belle ai festival, alle rassegne dedicate, di notte in televisione, e ne rimane un patrimonio disperso e frammentato. L’idea di Audiovisiva sta nella volontà di mappare il patrimonio culturale e renderlo fruibile”.

Da una breve panoramica sulla piattaforma si leggono a caratteri cubitali le varie arti: Architettura, Design, Cinema, Fotografia… Quale direzione volete prendere in termini di contenuti?
“L’idea è di allargarlo includendo la letteratura, il teatro, la musica, tutto quello che produce cultura in senso lato. Siamo partiti dalle cose che conoscevamo meglio e che avevamo toccato con mano. Le uniche cose che rimangono per ora escluse dal nostro archivio sono il documentario sociale e quello storico. Vogliamo però farci raggiungere da chiunque nel mondo, porci come una sorta di distributore anche sul mercato internazionale. Abbiamo contenuti sottotitolati, accessibili da altri paesi. Distribuiamo su Itunes, Amazon (US e UK), Vimeo on demand, Kanopy e Google Play. E’ un esperimento di visibilità”.

Connessioni tra la cultura italiana che state veicolanco e artisti del panorama americano?
“Abbiamo un interessante focus su protagonisti stranieri che hanno avuto dei forti legami con l’italia o viceversa. E’ presente in catalogo un documentario su Depero, che approfondisce i suoi anni a New York, molto importante perché sul futurismo ce ne sono davvero pochi. Ce n’è uno su Chet Baker e i suoi anni di carriera in Italia, e poi c’è Arturo di Modica, l’autore di The Charging Bull. La storia di quest’opera è molto particolare e anche divertente, raccontata da questo documentario che si chiama appunto Il Toro di Wall Street. Su di lui c’è solo questo prodotto come documentazione audiovisiva. Ne abbiamo anche uno su Cy Twombly, disponibile solo per il mercato educational”.

In cosa consiste il vostri servizio educational?
“Siamo partiti da un’attenta analisi del mercato educational, poco presente in Italia. Proponiamo un patrimonio di qualità per la tipologia che abbiamo, più adatto all’università e alle scuole superiori. Abbiamo studiato i modelli internazionali di successo, offriamo la possibilità di pre-acquistare da parte dell’istituzione il prodotto e renderlo disponibile gratuitamente a studenti e docenti. Questo si iscrive nel nostro terzo caposaldo, ovvero creare un circolo virtuoso per cui riusciamo attraverso la commercializzazione dei documentari a supportare economicamente la filiera di produzione documentaristica. La nostra specificità è inoltre l’aspetto di relazione, parliamo con le persone, abbiamo cura dei rapporti con i nostri contatti, ci relazioniamo strettamente con gli artisti”.

Nelle vostre newsletter e sui social sponsorizzate dei “journal”, ovvero dei contenuti extra come la testimonianza di Azalea Seratoni, autrice di Intorno a Marisa. Le opere, gli amici, le parole di Marisa Merz, e il Q&A con la regista Simona Confalonieri.
“La nostra idea è di trasferire poi tutti questi contenuti sul sito e renderli fruibili agli utenti. Parliamo con registi e produttori per raccontarci i dietro le quinte, note di regia, tutto quello che riguarda la lavorazione del film. E’ un modo per valorizzare l’uscita dei documentari”.

Cosa rappresenta per te, personalmente, il genere documentario?
“Penso che il documentario veicoli un tipo di apprendimento che non passa solo dalla testa, ma anche dai gesti, dal modo di parlare, dall’ironia a tutto quello che una ripresa diretta può trasmetterti. Nella mia memoria sono rimaste impresse delle scene di Castiglioni che raccontava di aver bisogno di giocare con i giochi dei figli per poi progettare. Queste sono cose che lasciano una traccia emotiva, capace di passare per tutti i sensi. Un lascito che diventa un bagaglio, questo è il grande potenziale del documentario. Ora usiamo tanto la parola ispirazione, ma non c’è davvero niente di meglio di qualcuno che sa raccontare bene una storia. La cultura italiana è questo: la passione che c’è in queste persone, l’amore per il loro lavoro”.

Fondata da Francisca Parrino, Alessandra de Antonellis e Barbara Carneglia come Impresa sociale grazie al sostegno di Fondazione Cariplo, che l’ha selezionata fra le più interessanti start up innovative del panorama culturale, oggi Audiovisiva è l’unica realtà italiana ammessa quale membro di Eurovod, il network delle piattaforme VOD europee indipendenti, e il primo aggregatore italiano per la piattaforma educational Kanopy.