«Quando O’ Gehry mi disse: “Vorrei fossi tu a dirigere questo lavoro”, gli risposi che non avevo mai fatto un documentario e non sapevo nulla di architettura. Lui replicò: “Proprio per questo. Io voglio raccontarmi come uomo, pittore mancato, dirti cosa ha significato per me studiare le linee della cattedrale di Chartres e Alvar Aalto; ridisegnare a quarantanove anni la mia casa di Santa Monica, facendo buchi nei muri per cercare la mia regola fondamentale: la rifrazione della luce sugli edifici”». A dirigere quel documentario fu Sydney Pollack, il premio Oscar per “La mia Africa” che raccontò uno dei più grandi geni dell’architettura del mondo, quel tale Frank Owen Gehry, in “il “Creatore di Sogni”.
Di architettura e di cinema si parla al Festival del Cinema dedicato alle grandi archistar, dal 7 marzo al 30 maggio a Palazzo Branciforte di Palermo, a cura di Sole Luna Doc, sostenuto da Fondazione Sicilia e Università di Palermo e intitolato “Sguardi di Luce”. Il primo “sguardo” sarà quello dell’architetto canadese Frank O’ Gehry, che oggi compie 90 anni, apripista della corrente decostruttivista e creatore di palazzi entrati nella storia dell’architettura come il museo di Bilbao o la Walt Disney Concert Hall dalle forme sinuose e specchianti. E se è vero che il decostruttivismo sta all’architettura come il cubismo alla pittura, si compie con esso la rivoluzione architettonica.
Il Festival sarà la narrazione del fascino dell’architettura: la luce, la materia, il paesaggio, lo spazio modificato dall’uomo e le sfide che arrivano dall’incompiuto, elemento stonato di tanti paesaggi contemporanei, questi i temi di “Sguardi di Luce”, curata dai direttori artistici del festival palermitano Sole Luna Doc Film Festival, Chiara Andrich e Andrea Mura.
Sei le serate dedicate ai documentari con due proiezioni al mese, da Frank O. Gehry a Renzo Piano, dal collettivo Alterazioni video all’architetto iracheno Zaha Hadid , da Moshe Safdie, Premio Pritzker nel 2004, a Carlo Scarpa che a Palermo ha lasciato un segno indelebile. A chiudere la rassegna sarà un omaggio a Gae Aulenti, che prima di restaurare Palazzo Branciforte ebbe a dire:“Palazzo Branciforte dal Cinquecento ad oggi, restaurato, sovrapposto, contaminato ci dà la possibilità di ritrovare cosa era all’origine ma in una maniera contemporanea (…) vorremmo che diventasse un centro di produzione culturale più che di conservazione”.
Se riflettiamo un mondo senza architettura sarebbe un mondo senza bellezza, senza forma, un mondo privo di sogni. Sogni visivi che avvengono per mano dell’uomo che può cambiare il volto a un palazzo, a un museo, semplicemente partendo da un punto. Ieri sera alla proiezione del film, immersa nel meraviglioso lavoro di Frank Owen Gehry, quel genio ribelle che ha umanizzato gli edifici, il mio compagno di sedia mi ha spiegato il cuore di quel punto e mi si è aperto un mondo: “Vedi Laura, il punto è l’origine di tutto, una linea è composta da tanti punti, il punto non ha vincoli è libero di muovere nel piano e nello spazio”.