Mariangela Crisciotti, 36 anni, una artista italiana con New York nel cuore e nei geni. Un bisnonno emigrante, i suoi studi, la formazione, Philadelphia, San Marino e Vaticano: tre committenze illustri, come l’ultima per la Città del Vaticano. È infatti appena uscita una moneta in argento a 40 anni dalla morte di Papa Giovanni Paolo I, il pontificato più breve della storia secondo solo a quello di Urbano VII spentosi in 13 giorni di malaria. Albino Luciani ed i suoi 33 giorni del regno del “papa del sorriso” sono ricordati oggi con una moneta celebrativa realizzata dalla scultrice Mariangela Crisciotti. C’è lei dietro questa committenza illustre. Vediamo di conoscerla meglio.
La sua formazione. Come ha iniziato?
“Dopo il liceo indirizzai i miei studi accademici verso il restauro di dipinti, ho sempre avuto una forte inclinazione alla matita e al pennello fin da bambina, solo in un secondo momento ho scoperto la passione per la scultura. Le mie esperienze primarie come scultrice nascono come autodidatta, in seguito ho frequentato a Roma la Scuola dell’Arte della Medaglia dove ho imparato le tecniche del bassorilievo, l’incisione, la cera persa, il cesello, la modellazione in 3D. Non credo ci sia un percorso obbligato per diventate scultori, ognuno trova la propria strada se ce l’ha dentro”.
Dalla matita al calco in gesso all’opera definitiva. Come nasce e si sviluppa il suo processo creativo?
“Il processo creativo è molto soggettivo, a me succede di non toccare la matita per giorni. Penso ad un’idea che funzioni e me la immagino in ogni dettaglio, solo quando ce l’ho stampata in testa essa prende forma e comincio a disegnare direttamente il progetto definitivo. Una volta approvato il progetto, modello i volumi del disegno in plastilina, creando i rilievi definitivi della moneta/medaglia in seguito raffinati con i successivi passaggi in gesso. I volumi dei modelli in gesso vengono poi letti da un tastatore laser che fornisce la matrice grafica usata da un software per incidere i punzoni d’acciaio. I punzoni di dritto e rovescio hanno così i volumi incisi in negativo, identici a quelli dei miei modelli in gesso, ma ridotti a dimensione della moneta da ottenere. La futura moneta o medaglia viene quindi battuta tra i due punzoni da una pressa, che imprime i rilievi finali su di essa. Il mio lavoro si ferma dunque alla scultura in gesso, sono gli incisori del Poligrafico e Zecca dello Stato Italiano a realizzare il prodotto finito”.
Quando lavora si sente più genio e sregolatezza o metodo e disciplina?
“Decisamente genio e sregolatezza, anzi solo sregolatezza. Di certo non sono un genio, semplicemente creo per istinto, lavorando in apparente assenza metodo in realtà seguo il mio pensiero creativo”.
San Marino, il Vaticano, Philadelphia Aramark Corporation: tre committenti illustri per la sua giovane età. Come nascono e quando i suoi rapporti col Vaticano?
“Nel 2010 vinsi un concorso per realizzare la medaglia annuale di Papa Benedetto XVI, la mia prima commissione per il Vaticano. Da quell’anno in poi è stata un’ascesa, ho realizzato molte monete, medaglie e francobolli per San Marino e il Vaticano, con il quale tuttora collaboro armoniosamente, entrando a far parte del loro gruppo di artisti. Poi nel 2015 è arrivata la prima commissione per gli Stati Uniti: mi sento molto fortunata e grata per questo”.
Anno 2013: Sede Vacante: un incarico di prestigio da realizzare in tempi da record. Come ricorda quella esperienza?
“Adrenalinica direi! La commissione più veloce che abbia mai realizzato. Progettata, disegnata e modellata in una settimana! Sì decisamente una esperienza unica ed adrenalinica!”.
Due anni più tardi una collaborazione statunitense importante per il World family day di Philadelphia? Di che si tratta?
“Si tratta della medaglia ufficiale commemorativa del primo viaggio di Papa Francesco in America, distribuita ufficialmente in occasione del World Family Day of Philadelphia, commissionata dalla Aramark Corporation e realizzata in collaborazione con la Keystone Mint di Folcroft, Pennsylvania. La medaglia ha una tiratura unica in bronzo, porta il saluto del Santo Padre alla Nazione sul dritto, e il logo dell’evento sul rovescio”.
Quindi dalla passione che mette nelle sue parole, come molti coetanei cresciuti ad hamburger e telefilm americani, ha anche lei il mito del sogno americano visto che lo ha nelle sue radici: so di un nonno emigrante negli States?
“Certamente. Il sogno americano è presente nel mio passato come lo è tuttora nel mio presente. Il mio bisnonno fu emigrante a NYC nel primo novecento, la Statua della Libertà fu la prima cosa che vide dell’America ed Ellis Island fu il primo luogo dove abitò prima di essere indirizzato a Pittsburg per costruire ferrovie. Amo New York e quando la visitai per la prima volta nel 2015 insieme a mia madre sentii una forte connessione con essa. Se potessi scegliere una città al mondo dove vivere e lavorare beh di sicuro quella sarebbe NYC!”.
La prima volta a NY non si scorda mai. Ha un luogo del cuore NY?
“Certo, i luoghi del mio cuore a NYC sono quelli che ho vissuto con mia madre. Sicuramente Bryant Park e la sua atmosfera natalizia, il Metropolitan Museum che ho trovato stupefacente e il Chelsea Market da cui non sarei mai uscita”.
Oltre a Dio, la mamma e lei stessa, ha un grazie che non ha ancora avuto modo o potuto ancora dire?
“Grazie al mio bisnonno Giosafat per avermi insegnato il coraggio, e agli Stati Uniti per la chance di avergli dato l’opportunità di una vita migliore. così maledettamente straordinaria. Ed inoltre un grazie doveroso a tutte le persone con cui lavoro, che sono davvero molte, e che credono in me ogni giorno si affidano alle mie competenze e danno spazio alla mia creatività di potersi esprimere”.
Un consiglio a chi avesse le sue stesse aspettative artistiche.
“Vorrei dire a tutti coloro che hanno un talento, di perseguirlo, di lottare per esso, di imparare con umiltà, di credere nelle proprie capacità sempre, di impegnarsi con tenacia, perché se ce l’ho fatta io finora, nel mio piccolo, possono farcela anche molti altri a realizzare i propri sogni”.
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