Alla fiera dell’Est per due soldi, un programmino mio padre comprò. Peccato che il “programmino” sia quello andato in onda sulla TV pubblica nazionale italiana, la Rai, che la fiera sia quella dell’orrore e che Est stia per “donne dell’Est Europa”, quelle sintetizzate nella lista di luoghi comuni che al confronto l’associazione Napoli= pizza, sole e mandulino, è una rivelazione degna del Terzo segreto di Fatima.
La parafrasi della famosa canzone di Angelo Branduardi, è per raccontare della follia offerta in un sabato qualunque, dalla rete nazionale a pagamento dal canone imposto sulla bolletta della luce, che dà il meglio di sé nel programma di incomprensibile utilità in onda nel week end: Parliamone sabato, alla maniera di un pentolone dove buttarci dentro di tutto e il peggio di tutto.
Di sabato, alla stregua delle vecchie comare in riunione dalla “capera” (parrucchiera) non già per uscirne con il colore di capelli all’ultima moda o il taglio più glam ma con l’ultimo pettegolezzo di stagione. E così è stato nella puntata del talk condotto dalla veterana Paola Perego andata in onda sulla rete ammiraglia sabato 18 marzo e durante il quale, in una infografica accuratamente commentata in studio, si sono sintetizzate le “qualità” delle donne dell’Est Europa, i motivi insomma per cui gli italiani che un tempo sposavano le bionde ora sposano le polacche.
Altro che mogli e buoi dei paesi tuoi, come recita il vecchio detto. Essì, perché stando alla fiera della banalità raccontata in un tranquillo pomeriggio, gli italiani le preferirebbero alle connazionali per una lunga serie di motivi. Tutti debitamente elencati, perché va bene mandare in onda il marcio del marcio, ma bisogna essere precisi e accurati e farne almeno un lista. Sei i punti che elogiano, si fa per dire, le donne dell’Est.
Vale davvero la pena elencarli uno ad uno:

Sono tutte mamme, ma dopo aver partorito recuperano un fisico marmoreo.
Ora, io non è che voglia star lì a far paragoni, ma pure Belen Rodriguez è uscita dalla clinica più magra di quanto ci sia entrata e persino una mia collega ci è riuscita a non diventare la cover di se stessa per il pargoletto nascituro. E seppur fosse, esattamente dove sarebbe il dramma di non entrare più in una taglia Small? No, perché una donna che diventa mamma deve già combattere la quotidiana guerra contro il maschio, combatterla pure contro la bilancia mi pare eccessivo.
Sono sempre sexy, niente tute né pigiamoni.
No, fatemi capire: mi volete dire che le donne dell’Est il calzettone sopra la tuta Tezenis non l’hanno mai provato? No, ma questo è un delitto! Cioè, sei donna se e solo se, almeno una volta nella vita, il plaid te lo sei attorcigliato addosso stile seconda pelle e il pigiamone c’aveva almeno gli orsacchiotti, altrimenti, belle mie, non siete umane e soprattutto non avrete mai la misura dell’amore del vostro LUI: perché è facile amare in lingerie. Il difficile è amare in tuta di pile.
Perdonano il tradimento.
Dunque, al di là del fatto che perdonare un tradimento, lo fanno anche le cinesi, quindi non mi sembra questa grande discriminante. Piuttosto non è detto che al perdono non segua il ricambio di moneta: cioè, perdonano, magari, ma magari ricambiano il favore. Come ogni femmina che si rispetti, insomma.
Sono disposte a far comandare l’uomo.
Certo, ma ogni donna fa sembrare al proprio uomo di essere al comando. Ma sembrare vuol dire non essere. Stop.
Sono casalinghe perfette e fin da piccole imparano i lavori di casa.

Qui smontiamo facile: il ragù lo sanno davvero fare? No, perché, ora io non so le milanesi, ma dalle parti di Napoli a scendere, cucinare e rassettare casa non è certo l’eccezione: è la regola. A Napoli, per esempio, la casa deve essere sempre pulita, pure se sei più solo di un monaco tibetano in esilio, perché non sia mai venga qualcuno, la brutta figura della polvere sui mobili non la si può fare. Per quanto riguarda il cibo, poi, le mamme del Sud cucinano per reggimenti di soldati anche se sei figlio unico, e non importa se tu sei in Vietnam o stai scalando l’Everest o anche solo se sei a casa tua, non importa se rischi la vita, se sei dall’altro lato del mondo o stai ritirando il Nobel per le letteratura: la domanda di tua madre sarà sempre una e una sola: “Hai mangiato?”. Quindi, niente, non c’è storia.
Non frignano, non si appiccicano e non mettono il broncio.
Ok, questa la prendo per buona: magari sono nordiche e meno disposte a manifestare sentimenti. Ma state sicuri che la loro vendetta se la prendono. Giurateci: non sbaglierete. Magari non piangano, ma il lassativo nella minestra quando il maschio le fa arrabbiare, ce lo mettono, non c’è dubbio.
Ecco qua. Visto? Smontati tutti i punti uno per uno. Caso chiuso.
Ora, è fin troppo chiaro di quanta ironia e sarcasmo sia stato condito quanto finora scritto, anche perché senza ironia questo articolo sarebbe dovuto essere una denuncia.
E non già delle donne dell’est, ma del genere femminile e non il trattamento bestiale loro riservato quanto per l’ultima riga di quella schermata, è lì il vero problema, in quel “fascino delle donne dell’Est”. Fascino, come se essere descritte alla maniera di bombe sexy senza pretese e senza richieste, pronte a tutto, fosse sinonimo di fascino e non di sottomissione all’uomo come nemmeno nella notte dei tempi s’immaginava. E non sto qui a elencare i diritti conquistati spazzati via in un nano secondo: sarebbero tanti, troppi.
Il peggio di tutto questo è che ci sia stato un autore, un grafico, un regista, una conduttrice, degli ospiti e finanche un paio di donne dell’Est presenti, a permettere tutto questo e a nessuno di loro è passata per la testa la follia che stavano mandando in onda. Per la cronaca, il programma è stato chiuso, e la Rai si è scusata ma di questo resterà la traccia di gente incapace persino dio concepire l’amenità di una donna cui è stata tolta ogni dignità.
Che sia dell’Est Europa, di Napoli, di Milano, di New York o del più sperduto paesino della Cina.
Nunzia Marciano, napoletana, giornalista tv di Canale 8, è l’autrice di Single per legittima difesa, AlessandroPolidoroEditore, 2016