In L’Eleganza è frigida e L’Empire des signes. Un sogno fatto in Giappone (FUP 2016), Dalila Colucci – dottorata in Discipline Filologiche e Linguistiche moderne alla Scuola Normale Superiore di Pisa – offre un’inedita analisi comparata delle appassionate esperienze in Giappone di Goffredo Parise e Roland Barthes. Autori assai diversi – scrittore e reporter d’eccezione il primo, semiologo preoccupato di arrestare il domino simbolico dei significati il secondo – pure entrambi svelano delle strategie di reinvenzione del topos letterario dell’altrove segretamente affini, in prospettiva esistenziale e utopica. Il paese straniero si fa spazio di un sogno, depositario di una morale alternativa a quella occidentale e specchio delle aspirazioni umane, poetiche, teoriche di Barthes e Parise; un oggetto d’amore,attraversato dalle epifanie cognitive del satori, emblema della cultura nipponica e dei suoi enigmi intellettuali. L’intervista è di Luca Politi, dottorando in studi italiani ad Harvard.