La storia di Post Malone sembra davvero quella di un predestinato. A partire dalla data alquanto simbolica in cui è nato, il 4 luglio, e dal nome di battesimo, Austin. Nato nella East Coast, si ritrova a vivere e crescere nello Stato di cui Austin è capitale, il Texas, per dare la svolta definitiva al suo “destino manifesto” nell’Estremo Ovest, in California, dove il suo nome sta diventando uno dei più chiacchierati della scena rap nordamericana, anche grazie a una folgorante performance all’ultima edizione del Coachella. Nel corso del celebre superfestival californiano si è fatto notare grazie a una cover di Lithium dei Nirvana che ha fatto il giro del web, contribuendo ad accrescere la curiosità attorno al suo nome.
Austin Post nasce a Syracuse, nello Stato di New York, nel 1995. Come tanti suoi coetanei è appassionato di basket e di sport, passione che eredita da suo padre, assunto nel 2014 lavorare nel settore food & beverage del team dei Dallas Cowboys. Così, a neanche dieci anni, il giovane Austin si trova a vivere a Gravepine, assonnato sobborgo di Dallas ben distante dalla vivacità culturale e musicale che caratterizza la città texana che ha il suo stesso nome. Tra le poche fortune ha quelle di conoscere gli idoli del basket grazie ai pass del padre. La passione per la musica nasce alle superiori quando inizia a suonare, dapprima per gioco con Guitar Hero e poi a tutti gli effetti da autodidatta, la chitarra. Non è l’hip hop il suo canale d’accesso al mondo della musica, visto che si trova a suonare in un’improbabile band heavy metal insieme da altri compagni di scuola. Dal metal passa all’hardcore punk e alle prime esibizioni da solista, chitarra e voce, nei più disparati dive bar di Gravepine e Dallas. La metropoli lo avvicina al mondo delle droghe e al divertimento comune a tanti adolescenti suburbani. Ama anche il rap ovviamente. Vi si approccia dapprima come producer amatoriale e la vera svolta arriva soltanto dopo la scuola.
Dopo una breve parentesi al Tarrant County College di Fort Worth, il destino lo sposta a Ovest, in California, una terra promessa che tuttora per molti artisti porta alla svolta. Grazie a giri di amici, una volta a Los Angeles, Austin incontra 1st e Rich del team FKi Music e inizia a registrare una serie di pezzi con loro e altri collaboratori. Post Malone, suo nome di battaglia, tributo all’icona del basket Karl Malone, si dimostra molto reattivo e intuitivo nella sua maturazione. I primi brani That’s It e Tears promettono bene, ma basta un pezzo, White Iverson, per il botto. Siamo all’inizio del 2015, il brano è dedicato alla sua nuova acconciatura, con quelle treccine che lo fanno somigliare alla versione bianca dello storico campione del basket Allen Iverson.
Caricato a febbraio, il brano guadagna migliaia e migliaia di visualizzazioni su Soundcloud. A far girare il nome contribuisce l’endorsement via Twitter di un altro giovane rapper bianco della nuova scena statunitense, Mac Miller. Dai social media ai blog il passo è breve. In quattro mesi il pezzo supera quota 11 milioni negli ascolti in streaming e finalmente, in estate, arriva il contratto. La Republic punta su Post Malone, White Iverson è un tormentone trap che non lascia indifferenti i seguaci del genere. Esce il video che si avvicina subito alle duecento milioni di visualizzazioni e i remix di French Montana e dei Rae Sremmurd suffragano negli ambienti specializzati il successo della hit. L’ascesa verso il successo mainstream è breve.
Arrivano prima le featuring in produzioni di 50 Cent e Young Thug, poi quella ancora più prestigiosa in The Life Of Pablo di Kanye West (nel brano Fade) che lo accoglie tra gli ospiti del controverso show di lancio del disco, Yeezy Season 3, nel febbraio 2016. Dopo Kanye arriva un’altra sponsorizzazione pesante, quella di Justin Bieber che lo sceglie come artista di supporto nel tour. Ad aprile, oltre alla menzionata esibizione al Coachella, arriva finalmente un nuovo singolo, Go Flex che su Youtube guadagna sei milioni di visualizzazioni in meno di due settimane. La sua voce è accattivante, la scelta degli arrangiamenti è figlia del suo background country/folk-rock e dà un respiro molto Americana alle sue soluzioni compositive. Come dimostra anche il suo mixtape di debutto, August 26th, uscito il 12 maggio dove figurano nei credits 2 Chainz e Jeremih.
Ma siamo sempre e comunque in un contesto hip hop. Un hip hop esploso in California, ma che porta con sé le tracce e le suggestioni di diverse scuole rap made in USA, nell’emblematico viaggio verso la frontiera dell’Ovest che ha trasformato il ventenne in uno dei fenomeni più promettenti della nuova scena americana.