L’America continua ad avere paura. Si sente minacciata da forze esterne che non riesce a comprendere o, semplicemente, anche soltanto ammettere. Il cinema di fantascienza ha da sempre incarnato negli Stati Uniti questa paranoia e, dopo l’11 settembre, ne ha introiettato in maniera ancora più catastrofica la sensazione di essere sotto attacco. È lo sviluppo di questo concetto la cosa più interessante di 10 Cloverfield Lane, segretissimo e altrettanto atteso spin-off del caso Cloverfield di qualche anno fa.
Sempre J.J. Abrams alla produzione, sempre un budget ridotto avvolto dal più affascinante (e produttivo per il marketing) dei misteri. Se però il primo film raccontava l’incontro con le paure contemporanee proiettandolo in un luogo-simbolo come New York, stavolta il teatro principale della vicenda è un non-luogo, un bunker sotterraneo in cui i tre protagonisti si trovano più o meno volontariamente costretti dalla minaccia incombente.

Il cambio di prospettiva non è certamente originalissimo, ma si rivela allo stesso tempo intrigante. Soprattutto perché il personaggio principale, l’enigmatico e predominante Howard, è interpretato con grandiosa ambiguità dal genio di John Goodman. Se è la Michelle di Mary Elizabeth Winstead a essere posta altrettanto al centro della vicenda, è in realtà il personaggio di Goodman il cuore pulsante del film, in quanto incarna con pienezza lo stato di paranoia e angoscia che poi è alla base dell’intera operazione. Il gioco enigmatico di identità che si dipana tra queste due figure funziona bene tutto sommato, anche se si sarebbe potuto sfruttare meglio il “terzo incomodo” rappresentato dal giovane interpretato da John Gallagher Jr., attore il cui talento avrebbe meritato probabilmente un ruolo più strutturato.
Tra momenti più telefonati e scene invece piene di tensione, il regista esordiente Dan Trachtenberg costruisce un prodotto che indubbiamente intrattiene, pur non giustificando sempre tutto il buzz creato intorno a esso. Le strizzate d’occhio ai classici del cinema di fantascienza sono numerose ed evidenti, rivolte soprattutto a Steven Spielberg e al suo La guerra dei mondi.
Difficile decifrare 10 Cloverfield Lane, lungometraggio che gioca sottilmente con la fama che lo precede e tenta di ribaltarne le aspettative in maniera forse convenzionale, ma certamente non semplicistica. Come rappresentazione di un microcosmo in cui poter osservare la società americana nella sua versione più oscura, il film funziona, poiché lavora su sottotesti esplicitati in maniera efficace. È forse sul piano del mero intrattenimento che l’operazione dimostra un po’ il fiato corto e la volontà di rimanere “piccola”. Non ci si annoia, per carità, ma allo stesso modo si esce dalla proiezione con la sensazione che, a parte John Goodman, non si sia assistito a qualcosa di veramente incisivo.
10 Cloverfield Lane esce negli Stati Uniti il prossimo 11 marzo, mentre in Italia bisognerà aspettare il 21 aprile.
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