In questa rubrica Prima Fermata Brooklyn fin dalla nascita de La Voce di New York, abbiamo provato a presentarvi alcuni dei nomi emergenti più intriganti della scena americana. Molti di questi artisti avevano qualche migliaio di like su Facebook (nuova unità di misura della popolarità), altri erano già ben avviati verso il successo. In alcuni casi ci abbiamo visto lungo, si pensi ai rapper LE1F, Mykki Blanco e Joey Bada$$ o al songwriter retrò Leon Bridges assurto a uno dei nomi d’autore più celebrati dalla critica internazionale. Proviamo a inaugurare il 2016 soffermandoci su New York e su 10 nomi di cui molto probabilmente sentirete parlare a lungo nei prossimi dodici mesi e oltre, dall’indie all’hip pop passando per il pop elettronico e il cantautorato.

Polistrumentista e vocalist originaria di Toronto, si è trasferita a New York per studiare alla NYU e ha appena compiuto ventidue anni. Il suo cantautorato sussurrato e rarefatto, all’esordio con Aging Aesthetics uscito in queste settimane, lascia il segno. Ricorda certe atmosfere di Grouper, con un gusto minimalista disarmante e melodie che riscaldano i paesaggi gelidi su cui si elevano le sue linee vocali eteree.
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Dopo svariati EP, mixtape e collaborazioni, Meechy Darko, Zombie Juice and Erick “The Architect” Elliott si preparano al primo LP ufficiale. Dal cuore della Brooklyn nera, gli alfieri più interessanti del movimento hip hop noto come “beast coast” a marzo pubblicheranno 3001: A Laced Odyssey e a partire dal primo estratto Glorious Thugs, tributo a Notorious B.I.G. and Bone Thugs-n-Harmony’s Notorious Thugs, si sente aria di consacrazione.
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Kelsey Lu
Originaria del North Carolina, ma adottata da New York, Kelsey Elizabeth McJunkins si forma con i classici della musica afro-americana, da Etta James a Billie Holiday. Tuttora canta accompagnata dal violoncello. I suoi brani sono delle sofisticate suite soul con un talento vocale stupefacente e atmosfere senza tempo. Si pensi a una risposta black a Kate Bush e Joanna Newsom.
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Il loro nome gira già da un paio d’anni, ma l’LP d’esordio, Begin, esce a inizio febbraio per Interscope. Il neo-soul duo formato dal producer Lucas Goodman e dalla magnetica Jillian Hervey (figlia dell’attrice ex Miss America, Vanessa Williams), dopo aver partecipato al nuovo album dei Disclosure, come guest in Hourglass, ha regalato tracce che ne fanno prefigurare l’esplosione: Wonder Woman, Impossible e Where Do We Go sono delle bombe a orologeria.
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Nel 2014 sono diventati un piccolo caso indipendente a New York grazie a Hoodwink’d, pubblicato da Whammy Whammy, graffiante album power pop immerso nell’atmosfera DIY dei project di Brooklyn dove vivono e sguazzano i quattro. Tornati nell’estate del 2015 con l’EP Three Songs, si preparano al seguito che potrebbe finalmente garantire loro il giusto seguito anche fuori dagli States.
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Sembra pronto finalmente al grande salto dopo la firma per la potente label indipendente Fool’s Gold uno dei più promettenti rapper del Queens. Venticinquenne amico e collaboratore di Action Bronson si presenta con un hip hop tipicamente newyorchese che non disdegna le suggestioni trap dei suoi colleghi e coetanei. Tra le altre cose è uno dei fondatori del collettivo di writer Smart Crew, rivale del celebre Banksy nell’ambiente dei graffiti di New York.
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Porches
Aaron Maine torna con un nuovo album, Pool, in uscita per Domino il 5 febbraio. Scritto e autoprodotto nel suo appartamento di Manhattan condiviso insieme all’amica Greta Kline aka Frankie Cosmos, è stato mixato dal guru Chris Coady (Beach House, Grizzly Bear e tanti altri). È un album di ballad synth-pop che sconfinano nella chill-wave, malinconiche e vellutate.
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Non può e non deve mancare l’elettronica in questa lista delle nuove promesse del 2016. Per gli amanti della scena house e techno consigliamo la giovane Emma Olson, dj e producer che si è fatta conoscere come resident in uno dei dancefloor più hipster di Bushwick, il Bossa Nova Civic Club. Già uscita per la label di Vancouver 1080p, Emma scrive delle tracce gelide e ossessive in piena tradizione europea tra acid e minimal techno ed è pronta al salto di qualità.
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Kelsey Byrne si è fatta notare nei circuiti che contano aprendo ai tour di Tove Lo, MS MR e guadagnando centinaia e centinaia di migliaia di streaming su Spotify. Ventiseienne cresciuta tra Brooklyn e Manhattan si è fatta le ossa ascoltando e reinterpretando i tormentoni degli anni Novanta e si sente. Due EP, Echo e Sentiment, e una manciata di singoloni pop per una sensibilità nella produzione che si accompagna a melodie a presa rapida. Ancora non ha firmato per etichette o major, ancora per poco….
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Sembrava dovessero esordire lo scorso autunno, ma è stato spostato al 29 gennaio l’atteso debutto su Columbia Records del trio formato dalla vocalist Kelly Zutrau e dagli amici e polistrumentisti Joe Valle e Marty Sulkow, tutti studenti alla New York University. Don’t You è stato registrato in una casa in campagna in Massachusetts (area d’origine dei tre) e mette in luce un talento cristallino nella scrittura di semplici motivi pop fatti di arrangiamenti elettronici minimali, armonie vocali R&B e melodie molto accattivanti. Ascoltare Deadwater, Weak e l’ultima arrivata All The Ways per farsi un’idea.