Via le mascherine, il gel igienizzante e…. gli amici a quattro zampe. Con la fine (almeno apparente) della pandemia di Covid-19, l’isolamento domestico è divenuto un lontano ricordo e le persone si sentono meno sole. Così, secondo la Best Friends Animal Society, non solo il ritmo delle adozioni di animali da compagnia si è ridotto rispetto al picco pandemico. Ma in molti hanno addirittura restituito i cani e gatti adottati un paio di anni fa.
L’associazione di tutela degli animali attiva ha dichiarato che molti rifugi statunitensi “sono pieni fino alla capienza o oltre”. Tutta colpa del numero record di abbandoni e del calo di adozioni, dovuto in primo luogo all’aumento dell’inflazione e ai timori per l’imminente recessione.
Intervistato da Business Insider, il direttore della Casper Humane Society del Wyoming, Craig Cummings, ha riferito che nella sua struttura oltre 100 cani e almeno 200 gatti sono in attesa di una casa sicura, costringendo gli addetti a lavorare al di sopra delle proprie capacità per tutto l’anno. “Riceviamo chiamate ogni giorno da persone che stanno perdendo la casa e da proprietari di animali che non possono più permettersi di mantenere i loro animali”, ha aggiunto.
Secondo le stime della Società Americana per la Prevenzione della Crudeltà verso gli Animali (ASPCA), possedere un cane costa circa 1.391 dollari all’anno, poco più di un gatto (che ne costa 1.149). Una situazione destinata verosimilmente a peggiorare col tempo, dato che il carovita galoppante ha fatto lievitare le spese per la cura degli animali domestici.
Carovita che non influisce solo sul lato dei clienti, ma anche su quello di associazioni e rifugi, che dispongono di fondi spesso insufficienti per la straordinaria amministrazione.
Cosa fare allora? Negli ultimi mesi si sono moltiplicate le strutture che forniscono sostegno ai proprietari di animali domestici che hanno difficoltà economiche. Julie Castle, CEO della Best Friends Animal Society, spiega che alcuni rifugi hanno iniziato a fornire “dispense di cibo” per gli amici a quattro zampe.
“La pandemia ha dato il via a un’ondata di queste dispense basate su donazioni private, evidenziandfo un lato positivo in un periodo altrimenti tumultuoso”, ha detto. “A volte un sacchetto di cibo per animali fa la differenza tra il tenere un cane o un gatto a casa propria o il dover prendere l’angosciante decisione di consegnare il proprio animale a un rifugio”.