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June 3, 2017
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Juventus troppo superba, umiliata da un galattico Real Madrid

La Vecchia Signora tiene solo un tempo, poi gli spagnoli dilagano

Luca TontodonatibyLuca Tontodonati
Juventus troppo superba, umiliata da un galattico Real Madrid

L'azione del gol di Mandzukic del pareggio provvisorio della Juventus. (Foto ANSA)

Time: 6 mins read
Strano Paese l’Italia. L’afa ti attanaglia dalle Alpi alle Madonie, ti blocca il respiro peggio di una camminata nel deserto. Ti stravolge i pensieri e non ti aiuta a ragionare. Da tempo immemore ormai in Italia non si ragiona più. Il Paese è diviso tra colpevolisti e innocentisti su quel delitto o su quella morta ammazzata per mano del marito. Diviso sull’adozione dei bimbi alle coppie omosessuali. Separato da pregiudizio ed orgoglio, da progressismo e tradizionalismo, Una divisione netta e costante che ci accompagna sin dalla discesa di Annibale dalle Alpi. Anche allora c’era chi si schierava apertamente a favore del grande condottiero Cartaginese contro Roma. Il prezzo che i dissidenti hanno poi pagato non posso certo raccontarlo sulle pagine di un giornale tanto sarebbe l’orrore.
Ma sabato sera, senza scomodare la Storia, la penisola era ancora più divisa, frammentata in due blocchi distinti, frenetici come il defrag su un hard disk con i tasselli da riordinare sparsi per tutto il territorio nazionale. Un sistema in perenne astenia da mancanza di vittorie da almeno vent’anni, un altro in totale opposizione solare vissuto al buio pesto di invidie malcelate di anni di frustrazioni. Stiamo parlando della finale di Champions League, non certo del fenomeno di disoccupazione crescente oppure di croniche ruberie da parte dei soliti furbetti, oppure del lento dissanguamento di una intera generazione di giovani che fuggono letteralmente  dal Paese in cui sono nati a causa di un fenomeno oscuro e deleterio: la Globalizzazione. Non parliamo ovviamente di tutto questo. Stiamo parlando appunto della finale di Champions League tra il Real Madrid e la Juventus. I due blocchi divisi sono da una parte gli Juventini (#finoallafine) e dall’altra i (#rosiconi) per dirla con il linguaggio dei Social. In prima fila tra gli ultimi gli interisti che in caso di sconfitta juventina vedevano salvo il famoso Triplete vinto sei anni fa.
Cardiff
La sede destinata alla finale è stata la capitale del Galles , lo Stadio Del Millennio da settantunomila posti era colmo all’inverosimile. Pacchetto vacanze albergo aereo e partita tutto incluso a meno di mille euro se prenotavi ad agosto. Poi tutto sarebbe stato più difficile. E costoso. Siccome la sfera di cristallo non è di pubblico dominio i diciottomila juventini se la sono cavata con poco più di 2000 euro di media a persona. Centesimo più, centesimo meno.  Allegri detesta le mezze misure ed in conferenza stampa aveva accennato ad una Juve diabolica, messa in campo da Belzebù per ipnotizzare le merengues spagnole. Modulo collaudato fino alla fine di questa avventura. Formazione di rito ormai snocciolòata a menadito persino sotto i palmizi del sole implacabile di Giugno. Buffon, Bonucci, Barzagli e Chiellini i quattro dell’Ave Maria a perenne baluardo della porta italiana. Alex Sandro, Khedira, Pjanic e Dani Alves a centrocampo. Dybala tra le linee, Mandzukic e Higuain di punta.  Il RealMadrid celebra la sua finale per la seconda volta consecutiva e lo fa con Navas in porta, Carvajal, varane Sergio Ramos e Marcelo. Kroos Casemiro e Modric oltre la difesa. Isco, Benzema e C.Ronaldo bocche da fuoco. Inutile parlare di difesa o di centrocampo nel Real. Come vedremo i difensori hanno spinto come forsennati diventando “delanteros” a tutti gli effetti.
Galacticos e Zebre
Dopo un assurda cerimonia di apertura a ritmo ossessivo e stonato, dopo l’Inno della Champions si fa sul serio. Ritmo decisamente sopra le righe per tutti. La Juve affronta i bianchi di Spagna, oggi in tenuta viola, con veemenza e piglio da prima della classe. Ripartenze, chiusure, passaggi, tutto molto interessante. Il carattere c’è, i bianconeri sembrano padroni del campo. Invece dopo venti minuti esatti il Real passa in vantaggio. Una giocata stratosferica da centrocampo in velocità allarmante, palla che arriva a CR7 . No look per Carvajal che si infila sulla destra restituisce il pallone a Ronaldo, tiro d’interno e pallone leggermente sporcato da Bonucci che si infila in rete. Uno a zero.
I bianconeri giocano bene, però. Non ci stanno a subire, accusano il colpo e ribattono quasi subito. Tempo sette minuti ed una magia di Mandzukic fa salire alle stelle la magica emozione di un gol in una finale . Palleggio stilisticamente ineccepibile del croato in area che in semirovesciata infila la sfera ed uccella il bravo Navas che nel frattempo contava le margherite sul prato. Uno a Uno. Si riparte.
Second Half Time
Per un quarto d’ora succede poco. La Juve sembra aver smarrito la propulsione iniziale,  ora viaggia solo a corrente alternata, soccombe ed attende al varco i Galacticos, che hanno saldamente la gara in pugno. Al 16′ dopo un possesso palla quasi umiliante, il Real accende la seconda stella della serata. Rimpallo confuso in area bianconera, la sfera arriva a Casemiro che da trenta metri non ci pensa due volte e scarica un siluro deviato da Khedira e pallone che si infila alla destra di Buffon in leggero ma colpevole ritardo. Uno a Due. Il colpo del K.O. è frutto di una disattenzione della blasonata difesa bianconera. Modric e Carvajal dialogano sulla fascia. Palla  di ritorno per Modric che crossa al volo in mezzo. Bonucci e Chiellini si guardano tra loro ma non vedono CR7 che come un fulmine si infila tra di loro e gira in rete la palla dell’Uno a Tre. Ora è accademia del Calcio. Il Real fa quello che vuole, irride gli avversari con il palleggio, si esalta in progressioni dinamiche, ha il completo controllo della gara.  Il Pipita non si scuote, Dybala ormai non vede un pallone nemmeno a pagarlo, ed è sostituito da Lemina. Pjanic sperduto nel deserto prende la strada degli spogliatoi sostituito da Marchisio. Ma il risultato cambia solo a favore delle Merengues. Il nuovo entrato Asencio  cala il Poker e fa scendere la notte fonda e cupa nell’animo già provato dei diciottomila di Cardiff e dei circa tre  milioni di italiani di fede bianconera che popolano i lidi nostrani.
I giocatori della Juventus escono sconfitti dal campo di Cardiff (Foto ANSA)

La maledizione delle finali

Sfuma l’idea del triplete in rovinosa caduta fisica, mentale e di stile. I bianconeri non escono solo sconfitti da Cardiff, ma ne escono umiliati nell’animo. Tanta, forse troppa retorica condita da epiteti coloriti hanno accompagnato le note di questa finale da qualche mese. Tante, forse troppe, dichiarazioni di vittorie annunciate e proclami altisonanti di gaudio e tripudio. Tanta, forse troppa superba sicurezza tipica di uno stile che ci ha abituato ad irridere e forse ad umiliare gli avversari. Uno stile che ha abbandonato la Juve dei tempi dell’Avvocato Agnelli e che ora si ritrova a leccarsi le ferite dopo l’ennesima finale persa in Europa, la quinta consecutiva su sette disputate negli ultimi anni.
Le pagelle mettono tutti dietro la lavagna , stasera è mancato tanto, forse tutto . Mancanza di volontà, di impegno. Di fisico. Di corsa, di tecnica e non ultimo, è mancato il punto cardine di una squadra di calcio,  l’allenatore Max Allegri. Nemmeno si poteva pensare che sarebbero bastati 20 minuti di corsa per vincere una finale.
Buffon 5 . Poteva e doveva evitare almeno un paio di Gol
La difesa Barzagli Bonucci e Chiellini 5 – Troppi collaudi danno una parvenza di sicurezza. ma il Calcio è uno sport dinamico e con le statue si ornano gli edifici e le piazze, non i campi di calcio.
Centrocampo in blocco-5  Alex Sandro, Khedira e Pjanic non sono stati all’altezza dei corrispettivi spagnoli. Ulteriore voto in meno per Dani Alves 4
Dybala 4. Spaesato e poco lucido, sostituito per sfinimento.
Higuain 5 Avulso dal gioco e mai in partita. Solo un guizzo ma davvero troppo poco.
Nota particolare per Mandzukic. 7  Un primo tempo strepitoso. un gol da cineteca.
Allenatore Massimiliano Allegri 5
Verdetto impietoso come le pagelle. Dopo il solito scintillio di coriandoli la Coppa dalle grandi orecchie viene alzata dal capitano della squadra che per 12 volte ha scritto il suo nome nella storia di questa competizione.  Alla Juve non può e non deve essere di conforto la sola presenza alle finali. Qualcuna d’ora in avanti bisogna pur vincerla.
Strano Paese l’Italia… Tra le colline del borgo antico alle spalle del mare Adriatico alcuni bontemponi sparano fuochi d’artificio. saranno i #rosiconi interisti oppure le moltitudini che odiano la Juventus a tal punto da festeggiare la sconfitta. Noi preferiamo pensare che i fuochi sarebbero serviti per la vittoria, e sparati in atto di deferenza.  Siamo divisi anche tra le mura di un ottimo ristorante. Ai posteri la prossima finale.
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Luca Tontodonati

Luca Tontodonati

Vivo a Pescara e sulle rive dell'Adriatico trascorro gran parte della mia esistenza annotando tutto e scrivendo oltre il necessario. Geografo e cartografo mi occupo di divulgazione storica. Fautore del "come eravamo", chiudo gli occhi e immagino i luoghi del passato. Appassionato di calcio, mi lascio trasportare dall'istinto più che dalla logica. Le partite amo seguirle allo stadio e quando capita di vederle in TV abbasso l'audio. Scommetto su tutto ma non vinco (quasi) mai. Frase preferita: "Presa singolarmente, l'umanità è davvero insopportabile". Un pregio: intuitivo. Un difetto: tifo quella squadra lì...

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