La notte dei Maneskin a New York è iniziata con una lunga e ordinata fila davanti al Madison Square Garden, l’arena storica della città dove la band romana ha inaugurato il tour negli Stati Uniti.
Tra le persone in attesa, molti confermano di aver scoperto il gruppo dopo la vittoria all’Eurovision, mentre tra gli addetti stampa c’è ancora qualcuno che confessa, non senza una punta di sprezzatura, di conoscerli per la riproduzione ossessiva alla radio della loro canzone “Beggin'” e da un video virale di Angelina Jolie e sua figlia Shiloh che ballano al loro spettacolo al Circo Massimo di Roma, ma al concerto newyorkese arrivano pochi giorni dopo la vittoria al MTV Video Music Awards nella categoria “Best Rock Video” con The Loneliest.
Damiano, Victoria, Thomas e Ethan non si fanno attendere a lungo. Appena salgono sul palco, partono con le chitarre tonanti su “Don’t wanna sleep”. “È incredibile essere qui – dice il frontman Damiano – ancora non riusciamo a crederci”.
La musica riprende, un bombardamento di suoni dal ritmo ossessivo, senza un attimo di tregua. Due brani eseguiti a raffica, Gossip e Zitti e Buoni, e arriva il singolo che ha fatto ballare Times Square solo pochi giorni fa: “Honey (are u coming?)”. Seguono i singoli “Supermodel”, “Coraline” , perfettamente modulati sulla voce incisiva di Damiano che nel frattempo si tolto la maglietta.
Temos gravação profissional!
📹 • Måneskin performando “HONEY (ARE U COMING?)” durante o show da #RushWorldTour no Madison Square Garden!
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— Portal Måneskin Brasil (@PortalManeskin) September 22, 2023
Su un palco minimalista, la band non si affida a particolari effetti scenici, ad eccezione del supporto del microfono di Damiano che si trasforma in una torcia di fuoco su “Gasoline”, un inno di protesta per il conflitto in Ucraina. Arriva anche una sorpresa con una canzone mai registrata prima, “The Driver”, ben integrata nel repertorio della band con un possente riff di chitarra e un ritornello persuasivo e fragoroso.
È poi il momento di “The Loneliest”, una ballata rock da stadio pieno di chitarre che si sollevavano in volo. La versione acustica di “Back to Black” di Amy Winehouse è tra i momenti da incorniciare, con Damiano che ha ricordato come la cantante inglese, scomparsa nel 2011, sia stata “una delle più grandi artiste a essere mai apparse su questa Terra”.
Una scaletta ben congegnata, dove i brani in italiano e in inglese si sono fusi perfettamente sfumando i confini della lingua. In particolare, l’accompagnamento del basso di Victoria è un elemento definitorio del concerto, una forza con cui fare i conti.
Una performance impeccabile che mette a tacere tutti coloro che sostengono che i loro “quindici minuti di celebrità” stiano per terminare. Se per molti detrattori i Maneskin non propongono nulla di nuovo, sono pur sempre una boccata d’ossigeno e hanno attirato molti giovani nella sfera del rock. Damiano, Victoria, Ethan e Thomas hanno infatti tutto ciò che si potrebbe desiderare da una band rock: melodie accattivanti, testi intensi e una presenza scenica carica di sensualità.