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Pericolo nucleare e i “Cinque punti” di Grossi per Zaporizhzhia

Dopo la riunione speciale del Consiglio di Sicurezza ONU, il direttore dell'IAEA annuncia ai giornalisti "un passo nella direzione giusta". Poi spiega meglio

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Pericolo nucleare e i “Cinque punti” di Grossi per Zaporizhzhia

Rafael Mariano Grossi, Director General of the International Atomic Energy Agency (IAEA), briefs the Security Council meeting on threats to international peace and security. (UN Photo/Eskinder Debebe)

Time: 6 mins read

Sembravano tutti soddisfatti. Era questa  l’atmosfera alla fine della riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU dedicata al pericolo nucleare della Centrale di Zaporizhzhia durante la guerra tra Russia e Ucraina. All’uscita, davanti ai giornalisti sono apparsi con  un’aria da grande vittoria diplomatica, il direttore dell’IAEA, l‘International Atomic Energy Agency (AIEA in italiano), l’argentino Rafael Mariano Grossi e il ministro degli Esteri della Federazione svizzera Ignazio Cassis, che ha presieduto la riunione  straordinaria.

“Siamo incoraggiati dalle espressioni di sostegno al nostro lavoro, compreso ai cinque principi proposti oggi” ha detto il direttore Grossi. “Oggi è un giorno positivo per la sicurezza della centrale, abbiamo fatto un passo nella giusta direzione, ha detto ribadendo che “il nostro lavoro continua per essere presenti a Zaporizhzhia e rafforzeremo la nostra missione”.

Parlando di “impegni essenziali per evitare il pericolo di un incidente catastrofico” presi da tutti i componenti del Consiglio di Sicurezza, ecco quali sono i cinque punti di Grossi:

  1. Nessun attacco da o contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia in Ucraina
  2. Non usare l’impianto come deposito o base per armi pesanti o personale militare.
  3. Non mettere a rischio l’alimentazione energetica esterna dell’impianto
  4. Proteggere da attacchi o atti di sabotaggio tutte le strutture, i sistemi e i componenti essenziali per il funzionamento sicuro e protetto.
  5. Non intraprendere azioni che compromettano questi principi.

Dopo aver ascoltato alcune domande e  risposte che alimentavano un’atmosfera da “evviva, siamo salvi”, abbiamo chiesto a Grossi: lei che ci aveva abituato tutte le volte che è intervenuto su questa questione al Consiglio di Sicurezza ai grandi allarmi e soprattutto ripeteva che era solo una questione di tempo, ma con la continuazione della guerra prima o poi sarebbe accaduto quell’incidente alla centrale che avrebbe causato il disastro, oggi il non aver ricevuto la formale opposizione a nessuno di questi 5 punti, basta per poter spargere l’ottimismo del pericolo scampato? E’ diventato questo il suo compito, spargere ottimismo, invece che continuare a suonare l’allarme?

La reazione di Grossi,  è stata immediata e con lo stesso tono di voce a cui ci aveva abituato nelle precedenti sue apparizioni, ha risposto (video sopra dal min. 17:48): “Io sono qui perché sono molto preoccupato. Sono e resto realista, assolutamente non vorrei aver dato questa impressione di ottimismo, non era almeno mia intenzione. Il pericolo resta eccome. Però è giusto sottolineare che oggi abbiamo fatto un passo nella direzione giusta. Noi non stiamo spargendo ottimismo, ma sottolineando degli impegni presi”. Poi ha precisato: “Questi principi sono il minimo indispensabile se vogliamo evitare il disastro. La ragione perché li dobbiamo attuare è perché la situazione va a peggiorare, non perché migliora. Proprio perché c’è un aumento dell’attività militare e quindi la possibilità di un incidente nucleare è aumentata, per questo abbiamo intensificato le nostre iniziative verso certi impegni. Quindi mi scuso se ho dato l’impressione che le cose siano migliorate, semmai è il contrario. Quello che stiamo facendo infatti è darci degli strumenti più adatti a gestire una situazione peggiorata”.

Ignazio Cassis, Federal Councillor and Head of the Federal Department of Foreign Affairs of the Swiss Confederation and President of the Security Council for the Month of May, chairs the Security Council meeting on threats to international peace and security. (UN Photo/Eskinder Debebe)

Subito dopo lo stesso ministro degli Esteri della Svizzera Cassis si è affrettato al microfono per ribadire che bisognava sottolineare il successo della riunione del Consiglio che indicava come salvaguardare la centrale, ma che ovviamente l’allerta rimane alta. Riguardo ai cinque principi, anche lui ha precisato: “Sono elementari, di senso comune, non ci vuole la laurea per capirli. Ma non sono stati di senso comune finora in questa guerra. E il fatto che oggi siamo riusciti ad avere un consenso su questo ‘common sense’ dal Consiglio di Sicurezza  è un piccolo grande passo in avanti. Perché adesso il direttore Grossi ha aumentato il prezzo per chi viola questi principi”.

Durante la riunione del Consiglio, Grossi aveva tenuto un discorso in cui aveva ribadito come non era mai successo che una guerra si scatenasse attorno a una centrale nucleare così grande e che la mettesse così in pericolo. Poi aveva avvertito i Quindici che tra tutti i suoi interventi al Consiglio fatti in precedenza, questo sarebbe stato il più importante perché avrebbe stabilito delle regole che tutti, sopratutto i due contendenti Russia e Ucraina, avrebbero dovuto rispettare per evitare il disastro.

A wide view of the Security Council meeting on threats to international peace and security. (UN Photo/Eskinder Debebe)

Grossi nel suo intervento aveva ribadito come “la situazione della sicurezza nucleare e della protezione di Zaporizhzhia continua ad essere estremamente fragile e pericolosa”, per “’le azioni di combattimento in corso’”. La Centrale nucleare più grande d’Europa  “non deve essere utilizzata per lo stoccaggio di armi pesanti, tra cui lanciarazzi, munizioni o personale militare”, ha aggiunto Grossi, chiedendo alla Russia e alla Ucraina di “rispettare i cinque principi per garantire la sicurezza nucleare a Zaporizhzhia”, che sono “impegni essenziali per evitare il pericolo di un incidente catastrofico”. “L’Aiea intende iniziare a monitorare questi principi attraverso la sua missione in loco – ha aggiunto Grossi -. Chiedo solennemente a entrambe le parti di osservare questi cinque principi, che non vanno a scapito di nessuno e a vantaggio di tutti. Evitare un incidente nucleare è possibile”.

Nelle repliche, come avvenuto in precedenza, c’è stato un consenso generale sul lavoro svolto dal team di Grossi, ma poi subito il solito scambio di accuse tra Russia e i paesi occidentali. Quando è stata la volta dell’ambasciatore Vassily Nebenzia, il diplomatico russo ha detto che assicurare la sicurezza nucleare “è sempre stata e rimane una priorità per la Russia che sin dall’inizio ha fatto ogni sforzo possibile per prevenire minacce alla sicurezza dell’impianto create dal regime di Zelensky e i suoi alleati occidentali”, sottolineando che “condividiamo le preoccupazioni del direttore dell’Aiea Grossi sulle minacce alla sicurezza della centrale”. “I bombardamenti dell’Ucraina sono inaccettabili e la proposta di Grossi di assicurare la sicurezza della centrale è in linea con le misure che abbiamo attuato da lungo tempo”, ha ribadito Nebenzia, assicurando che “nelle condizioni attuali la Russia intende adottare tutte le misure per rafforzare la sicurezza dell’impianto”, aggiungendo che nessun attacco è mai stato effettuato dal territorio della centrale. Inoltre, Nebenzia ha ribadito che non vi sono mai state collocate dalla Russia armi pesanti o munizioni, né è presente alcun personale militare che potrebbe essere utilizzato per effettuare un attacco. Quindi “nelle condizioni attuali, la Russia intende adottare tutte le misure possibili per rafforzare la sicurezza e la protezione della centrale elettrica in conformità con la nostra legislazione nazionale e i nostri obblighi ai sensi degli strumenti giuridici internazionali pertinenti di cui il nostro Paese è parte”, ha affermato Nebenzia. Come per dire: noi quello che propone Grossi lo facciamo già da tempo, a cambiare deve essere l’Ucraina.

IAEA expert mission team tours Zaporizhzhya Nuclear Power Plant and its surrounding area. (© IAEA/Fredrik Dahl An)

Così quando è stato  il turno  dell’ ambasciatore ucraino all’Onu, Sergiy Kyslytsya, come era prevedibile questo ha rilanciato le accuse alla Russia, dicendo  che la centrale di Zaporizhzhia “è occupata temporaneamente e illegalmente dalla Russia e le azioni di Mosca hanno portato alla violazione fisica dell’impianto” sottolineando che “Mosca continua a usare la centrale per scopi militari. La Russia ha violato tutti i principi chiave sulla sicurezza nucleare”, ha continuato il diplomatico ucraino ribadendo che la Russia continua a utilizzare la centrale nucleare per scopi militari e snocciolando alcune cifre: secondo l’Ucraina, il Cremlino ha dispiegato circa 500 militari e 50 unità di armi pesanti, oltre ad attrezzature, munizioni ed esplosivi. “Ribadiamo che occupando illegalmente ZNPP e rendendolo un elemento della sua strategia militare, la Russia ha violato tutti i principi internazionali chiave di sicurezza nucleare e la stragrande maggioranza dei suoi obblighi ai sensi dei trattati internazionali”, ha affermato Kyslytsya che poi ha raccomandato che i principi dell’AIEA includano anche il ritiro delle truppe e del personale russi presenti illegalmente nell’impianto, la garanzia di un’alimentazione elettrica ininterrotta all’impianto e un corridoio umanitario per garantire la rotazione sicura e ordinata del personale.

Per quanto riguarda gli interventi di Stati Uniti, UK, Francia (che con l’Ecuador ha convocato la riunione speciale), li riassumiamo con la frase usata da tutti gli ambasciatori alleati contro l’invasione della Russia: per risolvere la questione, e quindi anche quella del pericolo nucleare, basta che le forze russe si ritirino dai confini dell’Ucraina e la guerra finisce.

Ascoltando la riunione del Consiglio di Sicurezza,  aveva sorpreso l’uscita trionfale di Grossi e dello svizzero-italiano Cassis, perché non avevamo percepito quel “successo”  annunciato oggi al Palazzo di Vetro. Ma a quanto pare, quando le aspettative di far terminare il conflitto tra Russia e Ucraina in tempi brevi restano così basse, non avere opposizioni ai cinque punti “elementari” proposti da Grossi per Zaporizhzhia, con regole che i contendenti vanno ripetendo già di rispettare, al capo dell’AIEA oggi sembra bastare.

 

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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