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La Corea del Nord spara missili? Al Consiglio di Sicurezza si rispetta il copione

Ennesima riunione alle Nazioni Unite e anche se Rosemary DiCarlo dell'ONU cerca di suonare più forte l'allarme, i Quindici membri restano divisi

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Time: 5 mins read

Che succede quando la Corea del Nord del dittatore Kim Jong-un decide di sparare un altro missile intercontinentale? Si chiede una riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza. E se accade quando è venerdì inoltrato? Beh, “emergenza” significa che non era prevista nel calendario dei lavori, ma 48 ore si possono attendere, che fretta c’è? Di risoluzioni da approvare neanche l’ombra al Palazzo di Vetro. Quindi potremmo anche prendere l’articolo scritto pochi giorni fa, cambiargli data e qualcosa nel titolo, fare taglia e incolla, e avremmo riassunto quello che è successo, in “fotocopia”, al Consiglio di Sicurezza lunedì 21 novembre.

Infatti ecco che c’è stato il discorso di Rosemary Di Carlo, la responsabile degli affari politici e di consolidamento della pace dell’ONU (il suo dipartimento si chiama DPPA), poi si sono alternati i discorsi dei Quindici, poi hanno fatto intervenire gli ambasciatori di Giappone e Sud Corea, e infine fuori in gruppo (tranne Cina, Russia ma anche gli africani ) a fare una dichiarazione alla stampa.

Volete che proseguiamo? Va bene, allora cerchiamo le differenze: ma sì dai, questa volta il test missilistico nord coreano è riuscito! Hanno missili che potenzialmente possono raggiungere il suolo degli USA. Quindi cambia qualcosa nella risposta del Consiglio di Sicurezza? Guardate un po’ voi.

Lunedì Di Carlo ha ricordato che venerdì scorso la Repubblica popolare democratica di Corea (DPRK) ha testato quello che ha descritto come un nuovo tipo di missile balistico intercontinentale. Citando l’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord e varie fonti governative, DiCarlo ha detto agli ambasciatori che intorno alle 10:15 ora locale, il cosiddetto missile Hwasong-17 ha volato per una distanza di 1.000 km a un’altitudine di circa 6.100 km. “Secondo quanto riferito, è il primo test riuscito del missile più grande e potente della Corea del Nord, in grado di raggiungere tutto il Nord America”, ha confermato.

Il lancio è stato “l’ultimo di una serie di attività allarmanti” relative ai programmi di armi nucleari e missili balistici della Corea del Nord, ha detto DiCarlo notando che quest’anno Pyonjang ha effettuato oltre 60 lanci utilizzando la tecnologia dei missili balistici, due dei quali hanno coinvolto missili caratterizzati dalla Corea del Nord come a raggio intermedio e tre a raggio intercontinentale. Altri lanci includevano missili a corto raggio che utilizzavano tecnologia balistica e altri sistemi, che secondo la RDPK sarebbero stati utilizzati come armi nucleari cosiddette “tattiche”.

Quest’anno ha anche effettuato lanci utilizzando la tecnologia dei missili balistici per testare le cosiddette armi ipersoniche e sistemi satellitari, ha continuato l’alto funzionario delle Nazioni Unite. Inoltre, la DPRK non ha emesso notifiche di sicurezza marittima o per lo spazio aereo per nessuno di questi lanci. “I lanci senza preavviso rappresentano un serio rischio per l’aviazione civile internazionale e il traffico marittimo”, ha sottolineato Di Carlo.

Di Carlo non ha dimenticato di dire anche questa volta che il segretario generale Antonio Guterres ha condannato fermamente l’ultimo lancio di missili balistici intercontinentali della Corea del Nord, il secondo questo mese. Il continuo perseguimento da parte della Corea del Nord del suo programma di armi nucleari e dei lanci di missili balistici “violano palesemente” le pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza intensificando le tensioni. Però DiCarlo non ha detto quello che il ministero degli Esteri della Nord Corea ha appena detto di Guterres:  “Guardo spesso al segretario generale Onu come a un membro della Casa Bianca o del dipartimento di Stato Usa”, ha detto il ministro degli Esteri nordcoreano Choe Son-hui tramite un comunicato rilanciato dai media di Stato del Paese. “Esprimo il mio forte rammarico per il fatto che il segretario generale dell’Onu abbia assunto un atteggiamento assai deplorevole, incurante dello scopo e dei principi della Carta Onu e della sua appropriata missione di mantenere l’imparzialità, l’obiettività e l’equità su ogni questione”, prosegue la nota, secondo cui con le sue ultime prese di posizione il segretario “dimostra chiaramente di essere un fantoccio degli Stati Uniti”.

DiCarlo ha quindi ribadito l’invito alla RPDC a “desistere dall’intraprendere ulteriori azioni provocatorie e a rispettare pienamente i suoi obblighi internazionali ai sensi delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza”.

Anche la Corea del Nord sembra perseguire attivamente il suo programma nucleare, ha avvertito il capo politico delle Nazioni Unite. Ha citato i commenti fatti mercoledì scorso dal capo dell’organismo di controllo nucleare delle Nazioni Unite, l’AIEA, che ha affermato che il sito di test nucleari di Punggye-ri “rimane pronto a sostenere un test nucleare”. Inoltre, l’AIEA ha continuato a osservare l’attività nel sito e le attività di costruzione presso gli impianti nucleari di Yongbyon, nonché le indicazioni che il reattore nucleare da 5 megawatt era in funzione.

A missile on a mobile launcher. (UNICEF/Patrick Andrade )

“Questa è la decima volta che il Consiglio si riunisce per discutere della Corea del Nord nel 2022, ma la situazione nella penisola coreana continua ad andare nella direzione sbagliata”, ha affermato sconsolata DiCarlo. Ripetuti lanci di missili, retorica conflittuale ed esercitazioni militari contribuiscono a “un ciclo negativo di azione-reazione” mentre le tensioni continuano ad aumentare, senza “nessuna rampa di uscita in vista”, ha aggiunto.

Poi ci sarebbe che la pandemia COVID-19, spiega DiCarlo, stia complicando la diplomazia impedendo i contatti ufficiali e non ufficiali con la RPDK. “È fondamentale allentare e ridurre le tensioni”, ha affermato la responsabile DPPA dell’ONU, segnalando la necessità di migliorare la comunicazione, “in particolare da militare a militare, per ridurre il rischio di errori di calcolo”. Ha esortato, come il suo capo Guterres, la Corea del Nord a “prendere provvedimenti immediati per riprendere il dialogo” per una pace sostenibile e la completa denuclearizzazione della penisola coreana, e ha trasmesso queste serie preoccupazioni all’ambasciatore delle Nazioni Unite della Corea del Nord quando si sono incontrati il 9 novembre.

Notando che l’unità del Consiglio di sicurezza è “critica” e una soluzione diplomatica “l’unica via da seguire”, a DiCarlo no è rimasto altro da fare che incoraggiare gli ambasciatori a “sollecitare la Corea del Nord ad astenersi dall’effettuare ulteriori lanci utilizzando la tecnologia dei missili balistici o un settimo test nucleare”.

In chiusura del suo discorso, DiCarlo ha segnalato anche le preoccupazioni relative alla situazione umanitaria del paese.”Le Nazioni Unite sono pronte ad assistere la RPDK nell’affrontare le esigenze mediche e umanitarie, comprese quelle legate alla pandemia di COVID-19″, ha affermato. “Per consentire una risposta tempestiva ed efficace, ribadiamo il nostro appello per l’ingresso senza ostacoli del personale internazionale e delle forniture umanitarie”.

Dopo gli interventi degli ambasciatori, ecco poi che li abbiamo visti arrivare, come pochi giorni fa, guidati dall’ambasciatrice degli USA  Linda Thomas-Greenfield. Altri, e non solo quelli di Russia e Cina, invece si tenevano alla larga dallo stake out. Lì la lettura della dichiarazione alla stampa di condanna da parte dei seguenti paesi: Albania, Australia, Ecuador, France, Ireland, India, Japan, Malta, Norway, the Republic of Korea, Switzerland, the United Arab Emirates, the United Kingdom and the United States…

...condannano fermamente il lancio del missile balistico intercontinentale della Corea del Nord del 17 novembre che è atterrato a circa 125 miglia dalla costa del Giappone, nonché la successiva relazione nei media controllati dallo stato della Corea del Nord secondo cui potrebbe essere utilizzato per un attacco nucleare preventivo.

Questo è stato l'ottavo lancio di missili balistici intercontinentali della RPDC quest'anno. Rispetto al numero totale di lanci di missili balistici intercontinentali prima del 2022, ciò rappresenta una grave escalation che rappresenta una minaccia inequivocabile per la pace e la sicurezza internazionale.

La DPRK agisce impunemente di fronte all'inerzia del Consiglio di sicurezza. Tutti noi su questo podio sosteniamo la necessità che il Consiglio condanni le azioni della DPRK con voce unificata e agisca per limitare le armi illegali di distruzione di massa della DPRK e i progressi dei missili balistici, in particolare per quanto riguarda le tecnologie missilistiche nucleari nella DPRK, la regione e non solo.

Invitiamo tutti gli Stati membri a unirsi a noi nel condannare i lanci illegali di missili balistici da parte della Corea del Nord e chiedere la piena attuazione delle attuali risoluzioni del Consiglio di sicurezza.

Esortiamo inoltre la Corea del Nord ad abbandonare i suoi programmi di armi illegali in modo completo, verificabile e irreversibile. Rimaniamo impegnati nella diplomazia e, a tal fine, incoraggiamo la Corea del Nord a porre fine al suo comportamento minaccioso in violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza e ad impegnarsi in un dialogo significativo verso la denuclearizzazione. "Per consentire una risposta tempestiva ed efficace, ribadiamo il nostro appello per il libero ingresso di personale internazionale e forniture umanitarie”.

Al prossimo lancio di missili, vedremo se nelle repliche dal Palazzo di Vetro ci sarà qualche cambiamento sul copione.

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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