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Flavia Pennetta vince gli US Open e con Roberta Vinci emoziona il mondo del tennis

Stefano VaccarabyStefano Vaccara
Flavia Pennetta (a destra) abbraccia Roberta Vinci alla fine della partita (Foto Reuters)

Flavia Pennetta (a destra) abbraccia Roberta Vinci alla fine della partita (Foto Reuters)

Time: 4 mins read

Nel bellissimo Arthur Ashe Stadium di Flashing Medows nel Queens, sabato 12 settembre il tennis italiano ha avuto la sua pagina di storia più bella:  il match e il torneo alla fine l'ha vinto Flavia Pennetta, ma non ha perso sicuramente Roberta Vinci e soprattutto con entrambe le atlete, questa volta tutta l'Italia ha trionfato.

Una finale non eccezionale dal lato tecnico, durata meno di due ore e appena due set, ma che ha regalato grandi emozioni al pubblico americano che ha sentito per tutta la partita  quel momento incredibile che stavano vivendo le due ragazze pugliesi e con loro tutti gli italiani che amano lo sport. Flavia 33 anni di Brindisi, e Roberta, 32 anni di Taranto, cresciute a una manciata di chilometri di distanza nel magnifico tacco dello stivale ("abbiamo giocato la prima volta contro a 9 anni" ha detto Vinci alla fine durante la premiazione congratulandosi con l'avversaria) erano arrivate nel piedistallo degli US Open, un torneo del grande slam mai vinto da un italiano. E se Pennetta ha alzato la coppa, Vinci è entrata anche lei nella storia di questo torneo negando il grande slam alla numero uno del mondo Serena Williams, diventando per 24 ore la star dei tabloid di New York. 

Arrivando dentro quel bellissimo stadio, le emozioni sono state forti,  incredibile anche per noi  la gioia nell'assistere ad una finale sportiva di quel livello sapendo di aver già vinto. Una felicità speciale che tanti italiani a New York devono aver provato insieme a tutti i connazionali sparsi in patria e nel mondo. Non capita spesso, anzi non capita mai, di poter tifare contemporaneamente per entrambe le finaliste di un evento sportivo tra i più importanti al mondo. 

Flashing Medows

Lo Arthur Ashe Stadium durante la finale degli US Open 2015 (Foto Guy Quinlan)

La partita ha avuto un andamento incerto solo per un'ora, quando nel primo set Roberta ha resistito bene alla maggiore freschezza e lucidità di Flavia, perdendo alla fine solo al Tiebreak. Ma nel secondo set, le fatiche fisiche e psicologiche della partita contro Serena Williams a meno di 24 ore di distanza hanno preso il sopravvento sulla Vinci,  che ha cominciato a sbagliare di più e soprattuto non è riuscita più a contenere una avversaria nettamente più in palla e precisa. Le statistiche del tabellone degli US Open prima della partita dicevano che le due si erano sfidate dieci volte in partite ufficiali e che Pennetta aveva vinto otto volte (e in quella a nove anni?). Insomma la favorita ha prevalso, ma Vinci è entrata con lei nella storia. 

Alla fine del punto che le ha fatto vincere il secondo set per 6-2 e ottenere la prima vittoria in un grande slam, Pennetta ha lanciato in aria la racchetta ed poi è andata subito ad abbracciare Vinci. Un lungo abbraccio che ha tenute ferme le due ragazze pugliesi attaccate alla rete mentre il grandissimo pubblico degli US Open applaudiva senza fermarsi. 

Ma le emozioni non sono finite con la partita. Durante la premiazione, Roberta mantenendo sempre quel suo grande sorriso, ha detto che per lei essere arrivata alla finale era già stata una grandissima felicità mostrando di non aver affatto il magone di chi ha perso la partita della vita, proprio perché la partita della vita lei l'aveva vinta il giorno prima ("Questo è il giorno più bello della mia vita" infatti aveva detto venerdì alla fine del match con Serena Williams). E poi è stato durante la cerimonia che le due ragazze hanno mostrato la loro amicizia sincera, complimentandosi a vicenda, raccontando un po' della loro storia sportiva e anche scherzando, con Roberta che prima ha chiesto se poteva prendersi il trofeo vinto da Flavia e poi ad un certo punto ha preso da Flavia l'assegno di tre milioni e mezzo di dollari facendo finta di nasconderlo…  Ma ecco che quando è arrivato il turno di parlare al microfono alla campionessa degli Open, c'è stato il colpo di scena. Sembrava che l'intervista fosse finita con le spontanee frasi di felicità, quando Flavia ha chiesto di nuovo la parola. "Devo dire un ultima cosa… Lo avevo già pensato un mese fa e non avrei immaginato che avrei vinto qui. Ma questo è anche il mio ultimo US Open. Non potevo immaginare di finire in maniera più bella, mi ritiro, lascio il tennis". Il pubblico nello stadio è restato quasi ammutolito, ma poi è scoppiato in un altro grande lungo applauso.  

Renzi Penetta Vinci

Il premier Matteo Renzi si congratula con Flavia Pennetta e Roberta VInci

Mentre tutto questo accadeva, il premier italiano Matteo Renzi applaudiva con accanto il presidente del Coni Giovanni Malagò e l'ambasciatore Claudio Bisogniero. Durante la partita il premier era stato inquadrato dalle telecamere e la sua immagine rimbalzava nei grandi schermi dello stadio, così per Renzi erano arrivati applausi di saluto del pubblico verso l'impresa dell'Italia. Certo, ancora più convinti gli applausi quando ad essere inquadrati erano i vip in tribuna, come il cantautore James Taylor o gli attori Michael Douglas e Robert Redford. Eppure Matteo Renzi alla fine ha fatto bene ad esserci: la finale Pennetta-Vinci agli US Open è stata una grande festa per l'Italia e tutti gli italiani in America, e la presenza del capo del governo italiano in tribuna salutato dal pubblico americano, ha messo il sigillo all'importanza di uno storico evento sportivo per l'Italia. Renzi poi su twitter ha lanciato il suo messaggio: "Una comunità nazionale vive anche di emozioni, non solo di statistiche. Grazie Flavia, grazie Roberta". Certo. E chi ha mostrato al mondo bravura, sacrificio, tenacia e anche tanta tanta simpatia, sono state proprio le due fantastiche ragazze italiane, Flavia e Roberta. E, ci piace sottolinearlo da New York, entrambe sane e forti italiane del Sud. 

Una giornata magnifica per loro e per l'Italia, che anche il temporale che minacciava da almeno tre ore prima del match New York non ha voluto rovinare: un acquazzone che avrebbe fatto rinviare la partita è scoppiato solo quando Pennetta stava ultimando le foto col suo trofeo tra le mani. Nessuno aveva lasciato lo stadio prima, a costo di arrivare a casa bagnati ma felici.

https://youtube.com/watch?v=Wv96DNZShcE

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Stefano Vaccara

Stefano Vaccara

Sono nato e cresciuto in Sicilia, la chiave di tutto secondo un romantico tedesco. Infanzia rincorrendo un pallone dai Salesiani e liceo a Palermo, laurea a Siena, master a Boston. L'incontro col giornalismo avviene in America, per Il Giornale di Montanelli, poi tanti anni ad America Oggi e il mio weekly USItalia. Vivo a New York con la mia famiglia americana e dal Palazzo di Vetro ho raccontato l’ONU per Radio Radicale. Amo insegnare: prima downtown, alla New School, ora nel Bronx, al Lehman College della CUNY. Alle verità comode non ci credo e così ho scritto Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination (Enigma Books 2013 e 2015). Ho fondato e diretto (2013-gennaio 2023) La VOCE di New York, convinto che la chiave di tutto sia l’incontro fra "liberty & beauty" e con cui ho vinto il Premio Amerigo 2018. I’m Sicilian, born in Mazara del Vallo and raised in Palermo. I studied history in Siena and went to graduate school at Boston University. While in school, I started to write for Il Giornale di Montanelli. I then got a full-time job for America Oggi and moved to New York City. My dream was to create a totally independent Italian paper in New York to be read all over the world: I finally founded La VOCE di New York. In 2018 I won the "Amerigo Award". I’m a journalist, but I’m also a teacher. I love both. I cover the United Nations, and I correspond from the UN for Radio Radicale in Rome. I teach Media Studies and also a course on the Mafia, not Hollywood style but the real one, at Lehman College, CUNY. I don't believe in "comfortable truth" and so I wrote the book "Carlos Marcello: The Man Behind the JFK Assassination" (Enigma Books 2013 e 2015). I love cooking for my family. My favorite dish: spaghetti con le vongole.

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