Lo scorso 24 aprile, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria e diplomatico italo-svedese Staffan de Mistura, riferì al Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul più recente tentativo di trovare una soluzione politica al conflitto siriano che ormai dura da ben 4 anni e che ha ucciso circa 220.000 persone, creando inoltre in base alle stime 7,6 milioni di sfollati e costringendone quasi 4 milioni a scappare dal paese. Come ha riportato La Voce di New York, in un precedente articolo, la crisi siriana si aggrava di giorno in giorno e i civili ne stanno pagando il prezzo più alto. Questo fu inoltre il messaggio centrale trasmesso dai più alti funzionari delle maggiori agenzie, fondi e programmi delle Nazioni Unite, che proprio in tale data hanno lanciato un appello per la cessazione immediata di ogni forma di violenza nello stesso momento i cui il Consiglio di Sicurezza ha chiesto alle parti coinvolte nel conflitto di facilitare le operazioni di soccorso e di consentire la consegna immediata di cibo e medicinali alle zone devastate dagli scontri.
Il segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon chiese proprio in tale occasione a de Mistura di “concentrarsi molto di più nel rilanciare un processo politico”, dopo che il suo tentativo di mediare una tregua locale nella città di Aleppo non si era concretizzato. Allora Staffan de Mistura annunciò ai giornalisti: “Inizieremo all'inizio di maggio e gli incontri si svolgeranno uno dopo l’altro ma non tutti insieme, bensì separatamente”, aggiungendo che l'Iran sarà invitato a partecipare alle consultazioni proprio perché è stato uno dei principali attori della regione e per la sua influenza in Siria. Ban dovette ritirare un invito all’ultimo minuto all’Iran per partecipare ai colloqui di pace per la Siria a gennaio dello scorso anno – accordi di pace di Ginevra I e II, ormai in stallo – dopo che l’opposizione siriana minacciò di boicottare il tutto. In merito l’inviato speciale replicò: “Le Nazioni Unite e il sottoscritto hanno il diritto e la volontà di invitare tutti, compresi l'Iran”. Altre potenze mondiali chiave potrebbero prender parte alle consultazioni, ma non i gruppi militanti dello Stato islamico o del Fronte di Al-Nusra – che sono classificate come "organizzazioni terroristiche” – disse il portavoce delle Nazioni Unite Ahmad Fawzi a Ginevra lo scorso 24 aprile. Tuttavia, alcuni dei presenti ai colloqui sarebbero in grado di comunicare con quest’ultimi gruppi, avrebbe poi aggiunto Fawzi. Sebbene allora, alcuni diplomatici espressero privatamente scetticismo sulle possibilità di successo di de Mistura, la Russia, alleato della Siria, sottolineò la sua speranza affinché i nuovi colloqui portino a un fronte unito contro lo Stato islamico (ISIS), seguito da una transizione politica.
Tralasciando questo breve excursus riguardo le ultime settimane e tornando ad oggi, Staffan de Mistura ha detto che i colloqui con il governo siriano e circa 40 gruppi, tra cui attori politici militari, donne, società civile, vittime e diaspora, potrebbe anche portare a coinvolgere altri 20 attori regionali e internazionali. L’Inviato di Ban Ki-moon per la Siria, ha poi posto l’accento sul fatto che benché si tratti di colloqui informali, sarebbero “molto seri” e potrebbero prolungarsi oltre fine giugno.
“Non c'è una data limite”, il diplomatico italo-svedese ha ribadito, aggiungendo: “Entro la fine del mese di giugno ci sarà da valutare i progressi … e decidere i prossimi passi.” Questi colloqui potrebbero aiutare a determinare se un altro ciclo di negoziati sia possibile su tutta la linea, e come può apparire un futuro di pace per la Siria. De Mistura parlando dei gruppi terroristici, ha evidenziato che entità come lo Stato islamico e il Fronte di Al-Nusra non sono stati invitati, tuttavia attori in contatto con quest’ultimi sono sulla lista dei partecipanti, ma l’inviato dell’ONU ha preferito non divulgarne l'identità. Tra le voci più autorevoli è stata inclusa un'ampia rappresentanza della società civile, in quanto “tale processo deve parlare e ascoltare le voci del popolo siriano che spesso non vengono udite abbastanza”, ha detto de Mistura, ribadendo che “le Nazioni Unite non abbandoneranno mai la Siria, anche se sembra una Mission Impossible”, esprimendo la sua "determinazione" affinché si trovi una soluzione per porre fine alla crisi. Citando il conflitto siriano come “la più grande tragedia umanitaria dopo la seconda guerra mondiale”, de Mistura ha detto che “farà tutto il possibile” per cercare di porre fine ai combattimenti.
Stando alle voci di corridoio di vari diplomatici, lo scenario è cambiato per via di tre fattori: 1) da quando il Comunicato di Ginevra 2012 è stato concordato; 2) l'ascesa dello Stato islamico; e 3) i segni di un riavvicinamento tra Stati Uniti e Iran, quest’ultimo che sostiene il presidente siriano Bashar al-Assad.
De Mistura ha infine annunciato che i suoi predecessori – l’ex segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan e il diplomatico Lakhdar Brahimi – non avevano “commesso alcun errore”, attribuendo così i loro fallimenti a quelli che lui chiama “movimenti rapidi sul campo.”
"Dobbiamo raddoppiare gli sforzi nella ricerca di un processo politico. Questa opinione è condivisa dalla comunità internazionale” ha concluso de Mistura, prima di lasciare i giornalisti presenti alla conferenza stampa a Ginevra.