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September 22, 2015
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Gli alfaniani siciliani nel governo Crocetta? Sì, forse, ma, ni, no…

Carmelo RaffabyCarmelo Raffa
Time: 6 mins read

Essere o non essere (To be, or not to be nell'originale inglese) è una frase che prendiamo a prestito da William Shakespeare allo scopo di evidenziare cosa sta succedendo dentro il Nuovo Centrodestra Democratico (NCD) in Sicilia. Fino a qualche mese fa sembrava che mai e poi mai si potesse arrivare ad un abbraccio tra gli alfaniani siculi e il governatore molto impopolare dell'Isola, Rosario Crocetta. Invece, passata l'estate, forse colpa dei forti colpi di sole e del caldo che hanno causato danni anche ai cervelli politici, s'intravede un ripensamento sia da parte di esponenti del NCD che dello stesso Crocetta. Il quale, addirittura, si era sbizzarrito in un commento primaverile dicendo che i renziani del PD volevano fargli un regalo sgradito annettendo nella maggioranza del suo governo gli alfaniani…

Che dire al riguardo? In politica ne abbiamo viste tante e nella politica dell'Isola, poi, tantissime. Un trasformismo continuo che ha visto, già nel tempo remoto di fine anni ’50 primi anni '60 del secolo passato la costituzione di un governo con una maggioranza che andava post fascisti ai comunisti antifascisti (governo regionale di Silvio Milazzo). Andando più vicini nel tempo non possiamo non menzionare il governatore precedente che portava il nome Raffaele e il cognome Lombardo. Infatti il buon Raffaele, eletto da una maggioranza di centrodestra, durante il percorso fu folgorato sulla via Catania-Palermo e abbandonò al suo destino i suoi vecchi alleati per abbracciare i suoi storici avversari della sinistra. Esperienza non positiva, quella del governo Lombardo. Ma al peggio non c'è fine. E infatti dopo l’esperienza Lombardo è arrivato – trascinato da ex cuffariani, ex lombardi ani, ex comunisti ed altri ex democristiani l'affossatore: al secolo il già citato Crocetta.

crocetta

Il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta

La prima mossa del nuovo governatore Crocetta è stata quella di presentare una giunta con qualche personalità e un paio di specchietti per le allodole. Tra questi ultimi ricordiamo il fisico Antonino Zichichi ai Beni Culturali e Franco Battiato al Turismo-Sport. E, dulcis in fundo, come rinnovato segnale antimafia l’assegnazione della delega alla Salute alla figlia del compianto giudice Paolo Borsellino: Lucia Borsellino. Il cantante Battiato dimostrerà di non essere controllabile e verrà messo fuori dal governo. Idem Zichichi. Per non parlare dell’assessore Nicolò Marino che, addirittura, ‘minacciava’ di portare in Sicilia la raccolta differenziata dei rifiuti al posto delle discariche con le quali i poteri forti di una finta antimafia fanno soldi a palate. Morale: sbattuto fuori pure lui. L’unica a non essere sbattuta fuori è stata Lucia Borsellino, che si è dimessa qualche mese fa non senza veleni. 

Dei magnifici quattro inseriti nella prima giunta da Rosario Crocetta per cercare di compensare l'insufficiente consenso elettorale ottenuto dalla sua coalizione, 30,4% (che con l'aggiunta di una percentuale da prefisso telefonico da lui ottenuta assommava al 30,5%) non è rimasto in Giunta nessuno. Quello che tutt’ora rimane e che purtroppo è sotto gli occhi di tutti è il fallimento dell’esperienza governativa di Rosario Crocetta. I tanti flop che sono sotto gli occhi di tutti in materia di sanità, di formazione, di lavoro giovanile e via continuando. Ai vari flop si aggiunge quello dell’accordo-capestro firmato dal governatore col Governo Renzi che ha fatto perdere alla Regione circa 6 miliardi di euro rivendicati dal precedente governo Lombardo su proposta dell’allora assessore all’Economia, Gaetano Armao.

Mancano circa due anni alla fine della legislatura e nonostante i mugugni dei parlamentari che, a grande maggioranza, sono convinti che il proseguo dell’esperienza Crocetta continuerà a portare alla Sicilia negatività siamo più che convinti che si proseguirà fino alla fine e cioè al baratro. Questo perché chiaramente i deputati regionali in sella vogliono completare la legislatura. Per non parlare degli esponenti del PD, che hanno paura di andare alle elezioni anticipate e consegnare il nuovo governo al Movimento Cinque Stelle.

Ora è tempo di NCD. Una forza politica che fino a ieri era annoverata tra le forze di opposizioni si

francesco cascio

Francesco Cascio

appresta ad aggiungersi alla maggioranza e a fare da stampella al governatore Crocetta. E se è vero che NCD si appresta ad entrare nel governo sorge spontanea una domanda: cosa ne penseranno gli elettori moderati che hanno votato gli alfaniani pensando che mai e poi mai i loro voti sarebbero stati utilizzati per sostenere un governo di centrosinistra? Riportiamo una battuta al vetriolo di Francesco Cascio su Crocetta (Blog Sicilia 7 aprile 2015): “Crocetta è un folle, scollegato dalla realtà e dobbiamo cacciarlo in ogni modo, ovviamente lecito”. E ha aggiunto: “Se si votasse oggi, Crocetta prenderebbe l’1% e sarebbero voti di chi riceve prebende e posti sottogoverno. Lui, invece, è convinto di essere popolare”.

E Crocetta come risponde? Preannunciando querela:

“Ho querelato per diffamazione una sola volta – dice Crocetta – ma sinceramente oggi, di fronte alle ennesime offese personali che Francesco Cascio fa nei miei confronti, lo voglio fare. Così, per educarlo alle buone maniere. Quelle buone maniere che non riesce ad avere, nonostante quella faccia da bravo ragazzo della Prima Repubblica. Quando è troppo, è troppo. Così chissà, forse la prossima volta magari farà ragionamenti politici senza insultare”.

Non pubblichiamo quanto affermato nel tempo dagli altri deputati sulla gestione Crocetta perché dovremmo riempire molte pagine di questo giornale. Ma in politica e, in particolare, nella nostra Sicilia del Gattopardo tutto è possibile. E infatti giorno dopo giorno si sussegue il dibattito dentro il Nuovo Centro Destra e anche nel PD.

Se tra i deputati regionali del Nuovo Centro Destra sembra emergere la volontà di accaparrarsi poltrone di governo e nelle commissioni, arriva un monito da parte di due esponenti nazionali del partito. A parlare sono il Senatore Bruno Mancuso e il parlamentare nazionale, Alessandro Pagano.  

“Sembra che l'NCD – dice Mancuso – abbia siglato un patto di governo con il PD e l'UDC in appoggio a Crocetta, addirittura con la presenza di un proprio rappresentante nell'esecutivo. Ritengo questa scelta quanto meno scellerata e in controsenso rispetto alle posizione di aperto contrasto a visioni politiche antitetiche alle nostre, sia sotto il profilo dei metodi che delle condotte gestionali applicate da un governatore inadeguato a guidare una Regione così difficile e complessa come la Sicilia. Capisco che i parlamentari siciliani e lo stesso presidente hanno poca voglia di interrompere anticipatamente la legislatura che verosimilmente proseguirà fino alla scadenza naturale, ma questo non può esimerci dal continuare a svolgere un'opposizione vigile e responsabile e, semmai, offrire una collaborazione parlamentare utile ad appoggiare riforme necessarie ad evitare un definitivo affossamento della nostra Regione. Ma questa è altra cosa rispetto ad un ingresso a pieno titolo dell'NCD nell'alleanza di governo che difficilmente verrebbe compreso dai cittadini siciliani che ci hanno votato, proprio perché alternativi e distanti dalle idee e metodi della dottrina crocettiana, fondata su clientelismo e visione oligocentrica della conduzione politica, priva della necessaria capacità progettuale e riformatrice di cui la Sicilia ha bisogno”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Alessandro Pagano: “Non posso che essere d’accordo con il collega Mancuso – dice – quando si augura che la legge sui liberi consorzi e città metropolitane approvata dal Parlamento siciliano venga impugnata dal governo nazionale per evidenti profili di incostituzionalità. Ma quello che davvero grida vendetta e che non è ammissibile che si stia commettendo una vera e propria ‘truffa’ ai danni dei cittadini ai quali da una parte si dice che le Province sono state abolite e dall’altra si cambia loro soltanto nome per tenerle ancora in vita”.

“In altre parole – aggiunge Pagano – con l’approvazione della riforma costituzionale in tutta Italia le Province saranno solo un ricordo, eccezion fatta per la Sicilia che continua a dimostrarsi ‘speciale’ e non solo per il suo Statuto. È giunto davvero il momento di mettere fine questo tipo di politica che pensa soltanto al proprio istinto di sopravvivenza: Crocetta impari a far buon uso dello Statuto speciale, per i siciliani e non per se stesso”.

Intanto, forse per evitare una spaccatura nel partito, è intervenuto il Ministro Alfano. Per precisare che NCD non entrerà nel governo Crocetta. Rimarrà davanti la porta, per approvare – nel Parlamento siciliano – le leggi che riterranno giuste; e per ‘bocciare’ quelle che verranno ritenute sbagliate. Per ora, almeno, l’orientamento è questo. Un colpo al cerchio e uno alla botte…   

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Carmelo Raffa

Carmelo Raffa

Dopo una vita vissuta nel mondo bancario, nel Sindacato e in attività di carattere sociale, da alcuni anni mi diletto a scrivere note su Economia e Politica, con particolare attenzione per le problematiche che affliggono la Sicilia, dove vivo, e il Mezzogiorno d’Italia. A sessant'anni suonati continuo quasi quotidianamente a chiedermi in che modo posso contribuire per rendere più vivibile la mia terra? E poi… cosa si può fare per un mondo più giusto?

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