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March 13, 2015
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Caso’ Gesap: Confindustria Sicilia si prende la vice presidenza della società

Giulio AmbrosettibyGiulio Ambrosetti
Time: 9 mins read

 

A proposito di quello che sta succedendo a Palermo tra la Camera di Commercio e la Gesap, la società che gestisce i servizi a terra presso l’aeroporto ‘Falcone-Borsellino’, già Punta Raisi – tangenti, arresti, veleni e polemiche, tutte cose che, volendo, stridono un po’ con i due grandi magistrati ai quali e dedicato lo scalo aereo del capoluogo dell’Isola – risulta calzante assai un passo degli “Avvertimenti di Scipio di Castro a Marco Antino Colonna quando andò vicerè in Sicilia”, brano riportato da Leonardo Sciascia nella raccolta di saggi che va sotto il titolo de ‘La corda pazza’:

“I siciliani – scrive di Castro – generalmente sono più astuti che prudenti, più acuti che sinceri, amano le novità, sono litigiosi, adulatori e per natura invidiosi; sottili critici delle azioni dei governanti, ritengono sia facile realizzare tutto quello che loro dicono farebbero se fossero al posto dei governanti. D'altra parte, sono obbedienti alla Giustizia, fedeli al Re e sempre pronti ad aiutarlo, affezionati ai forestieri e pieni di riguardi nello stabilirsi delle amicizie. La loro natura è fatta di due estremi: sono sommamente timidi e sommamente temerari. Timidi quando trattano i loro affari, poiché sono molto attaccati ai propri interessi e per portarli a buon fine si trasformano come tanti Protei, si sottomettono a chiunque può agevolarli e diventano a tal punto servili che sembrano nati per servire. Ma sono di incredibile temerarietà quando maneggiano la cosa pubblica e allora agiscono in tutt'altro modo…”.

Quanto sono “temerari” quando “maneggiano la cosa pubblica”, i siciliani lo hanno dimostrato, ancora una volta, proprio nella vicenda Gesap. Con il governo regionale di Rosario Crocetta e con Confindustria di Antonello Montante che, sfruttando in modo mirabile lo scivolone di Roberto Helg – l’ex vice presidente della società aeroportuale di Palermo beccato con in tasca una tangente da 100 mila euro – si sono impossessati della vice presidenza piazzandovi un proprio uomo nel nome della solita antimafia. Vediamo un po’ cosa è successo negli ultimi giorni.

Partiamo dall’inizio. Con un breve riepilogo. Un imprenditore, Santi Palazzolo, di professione pasticcere, dovendo rinnovare la propria licenza per operare all’interno dell’aeroporto di Palermo si reca dal direttore generale, Carmelo Scelta, per capire come dovrà comportarsi. Il comportamento circa le questioni di denaro, nella Sicilia degli affari, va al di là della mera ‘etologia’ e, al contrario, si misura su quelli che in un motore di un’automobile si chiamerebbero “i rapporti di compressione”. Va dal direttore generale della Gesap, il pasticciere Palazzolo. Il quale lo invia, quasi come un pacco postale, dal vice presidente della Gesap, Roberto Helg, che è anche presidente della Camera di Commercio.

Quello che succede poi è noto: Helg, che somiglia tanto a certi personaggi pre-goldoniani pronti all’uso con il canovaccio, chiede una tangente da 100 mila euro in cambio del rinnovo della concessione al pasticcere Palazzolo. Helg dice di gradire 50 mila euro in contanti e i restanti 50 mila in ‘comode’ rate da 10 mila euro al mese. In cambio il pasticcere Palazzolo avrà il rinnovo della concessione a un prezzo contenuto. Palazzolo gli dice sì, ma se ne va a spifferare tutto a magistrati e Carabinieri. Il giorno ‘fatale’, Palazzolo si presenta con 30 mila euro cash e 70 mila con un assegno a garanzia. All’appuntamento per pagare la tangente il pasticcere Palazzolo si presenta ‘microfonato’, come si usa dire nelle tv quando arriva un ospite e gli piazzano il microfono tra la giacca e la camicia.

Pieno zeppo di microfoni, con gli inquirenti che ascoltano e registrano,il pasticcere Palazzolo incontra Helg e gli ‘cala’ i 30 mila euro cash (20 mila in meno rispetto al pattuito: Helg ci sarà rimasto male? Mistero insondabile…) e l’assegno a garanzia da 70 mila euro (ma come pensava, caso mai, di incassare tale assegno Helg? Bohhh!). Morale: il vice presidente della Gesap viene preso in castagna come un pivello! Da qui il suo arresto. Mentre l’audio in cui lo stesso Helg spiega al pasticcere Palazzolo la ‘fenomenologia’ della tangente che incassa finisce su tutti i giornali on line. Potenza della tecnologia!

A questo punto l’attenzione, dalla Gesap – che è il fulcro di tutta l’operazione tangentara, si sposta sulla Camera di Commercio. Helg si dimetterà da presidente? In scena entra un altro attore da melodramma: Rosario Crocetta, presidente della Regione siciliana. Questo signore, noto per la sua ‘leggerezza’, annuncia che commissarierà la Camera di Commercio di Palermo. Tutto regolare, perché la Camera di Commercio, sotto il profilo amministrativo, dipende dalla Regione. All’annuncio seguiranno i fatti? Sembra di sì. Ma non subito.

Qualche giorno fa, infatti, si riunisce la giunta della Camera di Commercio di Palermo che deve essere commissariata, ma che il presidente della Regione non ha ancora commissariato. Sono presenti il vice presidente della stessa Camera di Commercio, Alessandro Albanese (che è anche presidente di Confindustria Palermo), Roberto La Bua in quota agricoltori, Nunzio Reina messo alla Camera di Commercio dalla Confartigianato e Giovanni Felice, nominato dalla Confesercenti (in realtà è stato messo alla porta dalla Confesercenti, ma è ancora lì). Da qui una domanda: se il presidente Crocetta ha annunciato che commissarierà la Camera di Commercio, che si riuniscono a fare i quasi-commissariati amministratori della stessa Camera di Commercio?

Il dubbio è che sia tutta una recita. E lo è. La giunta della Camera di Commercio si è riunita per nominare il successore di Roberto Helg alla vice presidenza della Gesap, visto che lo stesso Helg è agli arresti domiciliari (preso con la tangente in tasca, dopo qualche giorno è, infatti, agli arresti domincilari: si vede che non si chiama Fabrizio Corona…).

Insomma, Giuseppe Todaro viene designato vice presidente della Gesap da una Camera di Commercio delegittimata che il presidente della Regione Crocetta si accinge a commissariare. Probabilmente ai lettori americani questa storia sembrerà strana e stonata. Diranno: ma come, il governo regionale sta per commissariare la Camera di Commercio e i quasi commissariati amministratori nominano il presidente della Gesap, la più importante società a partecipazione pubblica di Palermo? Ma che senso ha? La tangente da 100 mila euro non è maturata negli uffici della Gesap? Non dovrebbero essere i soci pubblici della stessa Gesap – e cioè  Comune di Palermo, Provincia di Palermo e Camera di Commercio – ad azzerare il consiglio di amministrazione della società aeroportuale? Questo in un Paese normale, in una Regione normale, in una città normale. Ma non a Palermo. Non in Sicilia.

A questo punto dovrebbe intervenire il presidente Crocetta per dire: ma come, io sto commissariando la Camera di Commercio e voi designate il vice presidente della Gesap, la società dove è maturata la tangente da 100 mila euro ‘sgamata’ dalla magistratura e dai Carabinieri? Invece Crocetta lascia correre. E’ d’accordo con i componenti della giunta della Camera di Commercio che sta mandando a casa? Sembra di sì. Anzi,Crocetta fa di più: attacca uno dei componenti della giunta della Camera di Commercio, il già citato Nunzio Reina, rinfacciandogli passate-presunte collusioni. Crocetta è così: pensa sempre di essere il più intelligente di tutti: invece di contestare la nomina del nuovo vice presidente della Gesap, se la prende con Reina per provare a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica. Invece di chiedere, da capo del governo dell’Isola, l’azzeramento del consiglio di amministrazione della Gesap, da vita a una vacua ‘turilla’ antimafiosa (‘turilla’ nel linguaggio siciliano – per gli americani che magari non hanno molta dimestichezza con il dialetto – è ‘sciarra’, lite o diatriba in italiano) su Reina per – lo ribadiamo – distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica.

Crocetta, insomma, è d’accordo con chi ha ‘pilotato’ la nomina di Todaro alla Gesap: cioè con Alessandro Albanese, come già ricordato, presidente di Confindustria Palermo, legatissimo al presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante. I conti, finalmente, “Avvertimenti di Scipio di Castro” alla mano, tornano: approfittando dello scivolone di Helg, Confindustria di Antonello Montante – anche se in queste settimane nell’occhio del ciclone (Montante è inquisito per mafia) – è riuscita a piazzare un proprio uomo al vertice della Gesap! Un’operazione temeraria riuscita alla perfezione.

Complimenti a Confindustria Sicilia, certo. Ma complimenti anche a Crocetta: invece di parlare di Confindustria Sicilia e del suo presidente coinvolto in un’inchiesta di mafia, in Sicilia e soprattutto a Palermo si parla di Reina, il dirigente di Confartigianato tirato in ballo da Crocetta per una storia che è acqua passata. E’ o no, Crocetta, un insuperabile e ineguagliabile ‘Professionista dell’antimafia’? E i vertici di Confindustria Sicilia non sono da premiare per il modo ‘gesuitico’ con il quale sono riusciti ad acciuffare la poltrona per l’amico e sodale Todaro? E non andrebbe premiato anche il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando – che con il Comune controlla il 30 per cento circa delle azioni Gesap – in polemica sì con Crocetta e Confindustria Sicilia per questioni di ‘munnizza’, ma in questa storia muto come un pesce per lasciare al suo posto Fabio Giambrone, suo amico, alla presidenza della Gesap? Tutti attori consumati, Crocetta, Montante e Orlando, di questa grande recita pre-goldoniana chiamata Gesap spa.

Ora Crocetta commissarierà la Camera di Commercio di Palermo, provando a fare credere ai siciliani che ‘moralizzerà’ la vita pubblica. In realtà, Crocetta – con la connivenza del Comune di Palermo – legato a doppio filo alla Confindustria di Montante, è riuscito a portare a termine una straordinaria operazione gattopardesca: ha cambiato tutto per non cambiare nulla. La Gesap, dove è scoppiato il caso della tangente da 100 mila euro, rimane tale e quale. Solo un piccolo cambiamento: Todaro, targato Confindustria Sicilia, alla vice presidenza della società al posto di Helg (che era targato Confcommercio) ormai ‘bruciato’. Nonostante i casini in cui versa, Confindustria Sicilia ci guadagna una poltrona! Con Crocetta che, per gettare fumo negli occhi, solleva il caso di Reina che nella storia della tangenti Gesap, per dirla con Di Pietro, non ci ‘azzecca’ proprio nulla.

Ma chi è Giuseppe Todaro? Ovviamente, un altro dell’antimafia di Confindustria Sicilia, dove certi personaggi, è proprio il caso di dirlo, si producono in quantitativi ‘industriali’. Titolare di due società: Iregel e Sudgel. Lavora nel freddo e con i gelati. Con l’arrivo della primavera e dell’estate a Punta Raisi dovrebbe andare bene, perché all’aeroporto, da giugno a ottobre, fa molto caldo. “S’arrifriscano”, come si dice in Sicilia. Il freddo di Todaro, insomma , calza a pennello, dopo le ‘calde’ tangenti di Helg. Sempre che tutto fili liscio. Perché sembra che Todaro avrebbe chiesto un concordato preventivo per le sue società. Insomma problemi aziendali. Cose che capitano agli imprenditori di Palermo. Del resto, neanche Helg, con le proprie aziende, era messo bene. Anzi era messo male. E appunto per questo, forse, era stato scelto. 

Commenta su facebook Margherita Tomasello, l’imprenditrice che già dieci anni fa contestava l’antimafia delle poltrone di Confindustria Sicilia:          

“Ieri si è consumato l’ennesimo delitto dell’antimafia: la nomina di Giuseppe Todaro alla Gesap. C’è tanta amarezza in giro, delusione. Si sperava che almeno lui non fosse una vittima di quel peccato originale che ha contagiato negli ultimi anni i signori dell’antimafia: l’avidità delle poltrone. E quindi anche lui è caduto nel fascino del potere a tutti costi. E dire che se avesse detto ‘no, non ci sto’, bastava che dicesse questa piccola parola per avere milioni e milioni di consensi da parte di tutti quei cittadini rimasti orfani di una bandiera alla quale hanno creduto, a quel cambiamento che avrebbero voluto per i propri figli”.

E ancora: “La sensazione – dice sempre Margherita Tomasello – che si ha in questi giorni non è soltanto amara per il mondo oscuro che abbiamo dovuto conoscere, ma si denota anche una forte avidità di potere forse perché finalmente i posti si sono resi disponibili. Allora subito, con grandi discorsi di morale e di cambiamento, entra in campo un’altra fase, quella che fino ad ora era schiacciata e non era riuscita a trovare spazi. E come avvoltoi si cerca di occupare questi illustrissimi e pagatissimi spazi. Mi dispiace veramente tanto Giuseppe, speravo che tu fossi lontano da questa logica e soprattutto, per quello che dici di rappresentare, avresti dovuto essere il primo a garantire una trasparenza totale sia in Gesap che in Camera di Commercio con la richiesta di un commissariamento, per opportunità, per ritrovare quell’etica e quella speranza di un rinnovamento che oggi è stato spazzato via in modo violento e sempre più irrispettoso per tutti noi cittadini. E chissà magari diventavi proprio tu quel commissario che finalmente poteva pulire tutta la sporcizia. E’ probabile che non avrò consensi per quello che sto affermando. Ma poco mi importa, perché a differenza di molti non ho nessun obbiettivo lavorativo o economico da raggiungere e nessun ‘gruppo’ da favorire. Ho solo bisogno di stare a posto con la mia coscienza e con la mia etica che è totalmente avulsa da tutti questi giochetti di potere che, ringrazio sempre il Signore, non mi appartengono. Oggi essere contro corrente è la vera essenza per poter cambiare qualcosa. E visto che questa logica del potere a tutti i costi ha rovinato non solo aziende ma anche famiglie ed economie buone, io dico anzi grido che non ci sto e con coraggio la combatterò fin quando potrò”.

 

 

 

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Giulio Ambrosetti

Giulio Ambrosetti

Sono nato a Palermo, ma mi considero agrigentino. Mio nonno paterno, che adoravo, era nato ad Agrigento. Ho vissuto a Sciacca, la cittadina dei miei genitori. Ho cominciato a scrivere nei giornali nel 1978. Faccio il cronista. Scrivo tutto quello che vedo, che capisco, o m’illudo di capire. Sono cresciuto al quotidiano L’Ora di Palermo, dove sono rimasto fino alla chiusura. L’Ora mi ha lasciato nell’anima il gusto per la libertà che mal si concilia con la Sicilia. Ho scritto per anni dalla Sicilia per America Oggi e adesso per La Voce di New York in totale libertà.

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