A volte la routine quotidiana può diventare una pesante croce da portare. Giorno dopo giorno, gli oneri di lavoro, gli alti e bassi delle relazioni, quella isolata pila di merda di cane che minaccia di rovinare la tua mattinata e le tue scarpe, insieme a tutte le altre avversità della vita, sono cose con cui tutti dobbiamo fare i conti.
Per quanto ci piacerebbe, non possiamo saltare sul primo volo internazionale che lascia la città e scappare sulle nere spiagge di Thaiti ogni volta che la fila da Duane Reade è troppo lunga o il nostro particolare dialetto italiano (livello principianti), sembra non risultare comprensibile a tutti quelli con cui abbiamo necessità di comunicare. È un'esigenza allontanarsi temporaneamente dalle “rotture di scatole”, dai “fardelli sulle nostre spalle”, dalle “spine nel fianco”. E tutti abbiamo dei luoghi che ci fanno evadere, anche se solo per un istante.
Una cosa fantastica delle grandi città è che di questi posti ce ne sono in abbondanza e a portata di mano. La terrazza al 30° piano di un palazzo, quello scuro angolo nel retro del bar alla fine della strada, quel tavolinetto di fianco alla finestra nel caffè vicino al lavoro, sono posti in cui possiamo sederci e riprendere fiato dal ciclo a volte caotico della vita. Nonostante ci troviamo in mezzo a milioni di altri abitanti, ci sembra che questi templi di tranquillità siano i nostri nascondigli segreti, generalmente con nessuna o poche persone che, se pure presenti, fanno solo da scenario. Non posso rivelare tutti i miei posti segreti di New York City. Potremmo finire per scegliere di visitare uno di questi santuari nello stesso momento e, come ho già detto in passato, non sono granché a condividere le cose.
Ciò nonostante, uno dei primi luoghi che ho scoperto è proprio in bella vista nel mezzo di Midtown. Si trova nell'angolo a sud est del giardino principale di Tudor City. L'ho scovato per caso, mentre girovagavo durante una prolungata pausa pranzo. Ci tornavo di tanto in tanto – quando, per un attimo, volevo che tutto rallentasse – a carpire quella briciola di natura in mezzo alla giungla di cemento che la circonda; a fare miei i lillà e le rose appena piantate, l'anziana coppia che siede sulla panchina affianco, persone a caso col naso ficcato in un romanzo sui loro Kindle, tutto sullo sfondo della gigante e rossa insegna Tudor City arroccata lassù. Non c'era mai troppo di niente in quell'angolo. Rumori, persone, distrazioni, tutto nella misura perfetta per un momento di solitudine, minimale.
E quando il momento passava, mi alzavo dopo una rigenerante raccolta di idee e me ne tornavo dentro Midtown, per andare avanti, con i problemi che sembravano più piccoli, le prospettive più rosee, e lo spirito di nuovo sintonizzato su un passo alla Saturday night fever. Negli anni ho scoperto altri angoli come questo in città, e ogni volta che ne trovavo uno era come se avessi scoperto una proprietà immobiliare gratis e inestimabile che per qualche ragione altri otto milioni di persone avevano ignorato. Questi nidi di pace si trovano in ogni paese, in ogni città. Spiccano davanti a noi; attraendo le nostre specifiche personalità in un modo o nell'altro.
Roma mi ha regalato il privilegio di un posto del genere, nel breve periodo che ho trascorso qui. Nella pittoresca ambientazione di Villa Borghese, lasciatisi alle spalle la popolazione dei picnic, gli adoratori del sole, il suono delle risate degli studenti spensierati, dietro le statue di poeti stranieri congelati nel tempo, c'è un recinto che delimita una piccola terrazza affacciata sulla Galleria d'Arte Moderna di Roma, che si staglia su una porzione del celeste orizzonte romano.
Ci vado un paio di volte a settimana da quando l'ho scoperto. A volte per assaporare l'ambiente circostante. A volte solo per riflettere. Altre per pianificare. Di solito accompagnato da un libro o dalla mia macchina fotografica, nel caso in cui osassi dimenticare questa particella di paradiso, dovesse mai svanire dalla mia memoria. Sono certo di non essere l'unico che, di tanto in tanto, occupa quell'angolo sulla terrazza, ma faccio finta di esserlo. Questo non sarà l'ultimo posto di piacevole isolamento che troverò nella città eterna, ma, come si dice, la prima volta non si scorda mai.
Raccontatemi uno dei vostri posti di serenità preferiti a New York, Roma o in qualsiasi altra città. Sempre che vi vada di condividerlo!