Ero ad un concerto qualche settimana fa e non ho potuto fare a meno di notare come le persone intorno a me, invece di ascoltare, stessero incollate ai loro smartphone. Qui a New York la gente è ossessionata dal cellulare. Dal condividere la propria vita sui social network, assicurandosi naturalmente prima che appaia fantastica, ed essere sempre in contatto con altre persone, in qualunque momento e dovunque si trovino. Non so se sia una caratteristica dei newyorchesi o meno, però quest’abitudine –chiamiamola così- mi ha influenzata, col risultato che sono diventata “una di loro” ed anche io non riesco a resistere alla tentazione di controllare il cellulare anche quando faccio cinque metri a piedi.
Durante il concerto la cosa che mi ha sconvolto di più, non è stata soltanto vedere persone che non guardavano il palco e che preferivano farsi foto a vicenda, mettendo il “check-in” cioè dicendo a tutti dove si trovassero ecc., bensì quelli che controllavano ossessivamente la scaletta della band per poi andarsene una volta accertatisi che le canzoni “belle” le avevano fatte.
Un genio del computer Jaron Lanier ha pubblicato di recente un libro intitolato “Who owns the future”, in cui dice una grande verità. Descrive cioè, come le tecnologie del nostro tempo ci abbiano impoverito, in parte culturalmente e secondo lui anche economicamente, perché hanno reso obsolete alcune figure professionali.
Secondo lui non sfrutteremo dunque al meglio, le potenzialità dei nuovi media, che se uniti in sinergia col cervello umano invece, potrebbero darci grandi opportunità. Su questo punto non sono invece totalmente d’accordo. Penso che le nuove tecnologie, inclusi gli smartphone ci stiano rendendo invece molto più stupidi, ci stiano trasformando cioè, tanto per rubare un termine alla Apple ormai di uso comune, in “Iretards”.
E lo dico da Mac User, perchè trovo geniali i loro prodotti.
Gli smartphone però è sicuro che rendono le persone meno intelligenti. Siete mai stati in un qualunque Starbucks o coffee shop di New York e avete mai fatto attenzione a quante persone stanno sedute lì, mandando messaggi, mail, o contattando in chat qualcuno? Tutti, praticamente. Non sembra però molto divertente, una conversazione digitale non può essere certo interessante quanto un dialogo con qualcuno che è fisicamente seduto al tavolo con noi. Detto questo, ammettiamolo lo abbiamo fatto tutti. Nessuno escluso.
Altro esempio tipico, almeno per quanto riguarda Manhattan, sono le persone che attraversano la strada “messaggiando” e senza guardare col rischio di rimanerci o quelle che passeggiano nei corridoi dei supermercati e che controllano costantemente il telefono, rispondendo alle mail anche mentre prendono freneticamente dei cereali dalla mensola più alta, stando in bilico col cellulare nell’altra mano e rischiando di far cadere tutto. Prendono un prodotto, controllano la mail, pesano la frutta e rispondono alla mail. Mea culpa, anche io l’ho fatto. Fin quando, un giorno ho dimenticato il portafogli alla cassa e sono andata via solo con le buste ed il cellulare. A quel punto mi sono detta stop. Fermati e pensa: è così importante rispondere immediatamente a chi ti scrive, anche per lavoro, 24 su 24? Assolutamente no.
Da lì in poi mi sono data una calmata. La cosa più triste che ho visto a NYC però, sono le persone che anche ad un appuntamento romantico, non perdono l’occasione di scrivere e controllare il telefono. Devono dare cioè il "play-by-play" su come procede la serata. Scrivono cioè frasi del tipo “hey, il tipo non mi piace. Che fai dopo? Vediamoci”.
Per carità anche a me è capitato, di mangiare con una mano e con l'altra scrivere in chat alle mie fedeli amiche per dare gli aggiornamenti, di inviargli foto del mio outfit per una cena e vedere cosa ne pensassero, ahimè più di una volta. Siamo diventati tutti più stupidi, perché abbiamo continuamente bisogno di stimoli, di sentire persone attorno a noi anche virtualmente, non riusciamo a stare da soli con noi stessi, mai.
Siamo diventati come dei bambini, abbiamo sempre bisogno di intrattenimento e se non l’abbiamo ci sembra di impazzire.
Cosa è successo alle conversazioni tra due persone in carne ed ossa? La tecnologia è grandiosa, ma ad un certo punto ci sta letteralmente anestetizzando. Non prestiamo più attenzione a ciò che ci circonda. Più ne creano, più ne compriamo e diventiamo dipendenti, col risultato che le interazioni sociali si riducono agli esempi appena descritti. Per cui, molliamo il telefono a casa e usciamo. Andiamo ad un appuntamento, ma con una persona reale, non in chat. Non inviamo updates via messaggi o mail agli amici per dire come va, glielo racconteremo il giorno dopo. Quando siamo fuori con altre persone, stiamo davvero con loro, diamogli attenzione, godiamoci la loro compagnia e fermiamo la voglia irrefrenabile di fargli vedere foto e aggiornamenti di persone che non sono lì in quel momento. Interagiamo più tra noi e meno con la nostra dolce metà, lo smartphone.