L’iphone l’iPad, lo Smartphone… “Invia con Smartphone la lettura del tuo contatore del gas”, dice in questi giorni una pubblicitdell’ENI. Ma in che razza di mondo viviamo? Viviamo in un mondo in cui, sissignori, nel solo arco di un minuto partono e arrivano milioni di SMS, i ‘messaggi’ via cellulare.
Si crede che questo sia ‘pratico’, ‘efficace’, nulla di simile era mai stato concepito e realizzato dall’Uomo! Errore: anche il telegrafo faceva pervenire messaggi “in tempo reale”, ce lo siamo scordato?
Il tanto celebrato “tempo reale” dei giorni nostri, non è affatto una novità. Cari ‘modernisti’ che non sapete quello che dite e che, forse, non avete nemmeno coscienza di voi stessi, ma me lo dite voi che succede se il destinatario del tale messaggio trascorre una, due, anche tre o quattro ore senza ‘aprire’ il proprio apparecchio? Succede che la comunicazione cade miserevolmente, grottescamente, nel vuoto…
Viceversa, ai tempi dei telegrammi, il postino arrivava al vostro uscio, suonava il campanello, voi aprivate la porta d’ingresso e ricevevate il messaggio! Ai vecchi tempi, si spediva un telegramma, per così dire, alle 11 di mattina e meno di 2 ore dopo il telegramma giungeva a destinazione. Si fissavano appuntamenti “in giornata” grazie al telegrafo! Esempio: “Pregoti farti trovare oggi ore 16.00 Caffè Gilli STOP Cari saluti” (“Gilli” è un caffè fiorentino aperto nel Settecento e, per fortuna, è ancora al suo posto).
“Invia con Smartphone la lettura del tuo contatore gas!”… Ma scherziamo? Ci dobbiamo accollare anche quest’onere? Comporre il numero, o il “codice” (!), accertarsi che in sede ‘meccanica’ tutto sia andato secondo le speranze, le aspettative; restare col dubbio atroce che dall’altro capo del “filo” non si sia preso nota della trasmissione… E’ tutto così asettico, tutto così freddo, impersonale. E’ questo “il progresso”? Non lo è per nulla. Questo è l’appesantimento degli obblighi che gravano su quanti hanno deciso d’impostare la propria vita sulle linee indicate dall’Alta Tecnologia… Contenti loro…
Ma quale alta tecnologia… I messaggi intasano le linee… Per leggerli, registrarli, sistemarli, ci vogliono “tempi biblici”. Ma voi pensate comunque d’aver risolto la faccenda grazie all’“infallibile”, al “supersonico” Smartphone che dovrebbe servire anche per altre operazioni che non siano solo quelle con l’ENI; credete d’esservi messi in regola, andate quindi a pranzo o a cena con l’animo sollevato…
Con animo sollevato ricevete amici e conoscenti. E invece no! Dopo una o due settimane vi arriva un’ingiunzione di pagamento quando il pagamento l’avete bell’ed effettuato… Ma loro non sentono ragioni! Le aziende gloriosamente privatizzate e lanciatesi nell’Alta Tecnologia, vi scrivono dicendovi in gergo orribilmente ‘tecnico’, burocratico, che risultate “inadempienti”… Le chiamate di nuovo le ‘mirabili’, ‘efficientissime’ aziende per far presente che i vostri obblighi li avete invece onorati.
Macché: sbattete contro un muro di granito e intanto non c’è modo che possiate essere messi in contatto con un dirigente. Il Dirigente… Figura tuttora esistente, certo, ma inaccessibile! E’ più facile esser ricevuti dal Papa che dal Dirigente… Il funzionario ha “ben altro” cui pensare… Non può perder tempo con noi poveri cittadini sospettati di fare i furbi, di scansare le nostre responsabilità; sospettati di voler “guadagnare tempo”… Ci tocca subire anche questo: il sospetto… Il sospetto del “papavero” che guadagna dai 10 ai 20mila euro al mese (e senza nemmeno produrre!) e che ha perso ogni contatto (ammesso che un contatto l’abbia mai avuto) con la società, con le persone qualsiasi, quelle come noi. Non è un’indecenza? E’ un’altra indecenza italiana. Indecenza del Privato (all’italiana).