Non è che sul suo conto ci fossimo mai fatti soverchie illusioni, ma lunedì scorso il personaggio ci ha davvero delusi. Il personaggio in questione è Beppe Grillo, eccellente attore cinematografico e ideatore, fondatore, capo del Movimento Cinque Stelle col quale egli vorrebbe sferrare una spallata mortale alla partitocrazia la quale non sta assassinando l’Italia: l’Italia l’ha già assassinata.
È quindi triste dover prendere atto in queste ore di un dato morale e culturale in base al quale quest’uomo dimostra d’essere un convenzionale, un massificatore, un distorsore, un pretestuoso, come del resto ce ne sono tanti, troppi, in questo Paese che più non ha coscienza di sé e più non capisce quali siano i suoi veri interessi.
Lunedì scorso, appunto, Beppe Grillo ha inveito all’Ordine Nazionale dei Giornalisti Italiani e ha inveito ai Giochi Olimpici. Secondo lui, l’Ordine Nazionale dei Giornalisti Italiani andrebbe, “tout court”, abolito; abolito perché (nelle sue stesse parole) “fascista e mussoliniano”. Quindi dovrebbe esser sciolto anche l’INPGI, l’Istituto Nazionale Previdenza Giornalisti Italiani costituito nel 1926 e nel 1926 posto sotto la direzione di un gran brav’uomo: Arnaldo Mussolini, fratello del Duce.
Ma badate, lettori che vivete e lavorate in America: nella loro quasi centenaria vita, né l’Ordine né l’INPGI si sono mai resi colpevoli di appropriazione indebita; non hanno mai gravato sui portafogli degli italiani, non hanno mai voluto “fare politica”, non hanno mai imposto nessuno a partiti, aziende, a gruppi di potere, insomma. Sono sempre stati amministrati in maniera ineccepibile, e questo è oggettivo, questo è Storia. Ed è “anche” un esempio per chiunque in questo, sì, sciagurato Paese che le inventa di tutte pur di tirarsi la zappa sui piedi, pur di restare inchiodato a una arretratezza superata già nel 1960 e nelle cui spire abbiamo voluto tornare in una dimostrazione di sconfortante masochismo, di molto malsana “voluttà”. In genere gli italiani scatenano attacchi politici e lanciano invettive per scopi puramente personali… Ce la racconti allora tutta il Grillo, se di questo si presenti la necessità… Che cos’è che non va con l’Ordine dei Giornalisti?? Esperienze poco felici da parte di parenti o amici e conoscenti? Ci dica! Forse è “troppo” severo l’esame di Stato che gli aspiranti-giornalisti sono chiamati a sostenere allo scopo di ricevere l’“investitura” di giornalisti professionisti? È severo, eccome, quest’esame di Stato, e meno male che lo è tuttora: attraverso le generazioni, ambiziosi, tracotanti rampolli di personaggi illustri, o comunque noti, hanno subito una bocciatura, quando non 2 o anche 3. Qui non si agevola nessuno: il “percorso di guerra” è duro, e così dev’essere. Favorisce l’indispensabile scrematura in questo Paese in cui folle sterminate di ragazzotti e ragazzotte sbavano dalla voglia di fare “i giornalisti”, e che cosa sia il Giornalismo manco lo sanno… E magari neanche gli interessa saperlo… Rincorrono solo la notorietà… Olimpiadi. Qui il discorso degli sport che “nessuno segue”, è greve, sprezzante: rappresenta “razzismo” morale, spettacolaristico e, certo, massificatore. È borghese. Disastrosamente borghese. Così, secondo Grillo, tiro con l’arco, tiro con la pistola, scherma, pallanuoto, pallamano, badminton, lotta greco-romana, triathlon sarebbero ciarpame da gettar via senza indugio poiché, appunto, sport che “nessuno segue”.
Dovremmo essere, quindi, tutti calciofili?? Dovremmo tutti noi appassionarci a chi vende partite a rotta di collo?? Dovremmo tutti noi prostrarci gaudenti ai piedi di mercenari, commedianti, simulatori, tizi rissosi, verbosi, egocentrici?? Seguitare a plaudire a dirigenti equivoci e sfuggenti coi quali non prenderemmo nemmeno il caffè??
Ecco: il Grillo non afferra la bellezza dello sport praticato in una suggestiva solitudine, quando ad assistere ai tuoi sforzi, alle tue prove di valore, sugli spalti o al palazzetto non ci sono che 30 o 40 persone. Ma è bello così. Solo che lui non ci arriva…