Guglielmo Giannini, giornalista, regista, commediografo (nato a Pozzuoli nel 1891 e morto a Roma nel 1960) nell’immediato dopoguerra fondò in Italia il Fronte dell’Uomo Qua- lunque. L’eclettico puteolano intendeva dar così voce al cittadino italiano “strizzato”, “spiato”, “vessato”, insomma, dallo Stato e “accerchiato”, “ingannato”, “usato” dai partiti politici.
Fosse vivo oggi, Guglielmo Giannini… A confronto con la vita d’oggigiorno, quella nell’Italia del 1946, 1947, 1948, era, per usare un’espressione napoletana, “’nu babbà” – o poco ci mancava. Oggi gli italiani sono, eccome!, spiati, spremuti, ingannati. Non c’è via d’uscita. Non c’è scampo. Il cittadino è solo, solo con se stesso, come in questa rubrica abbiamo più volte sottolineato. Il cittadino cerca giustizia, ma giustizia non trova. Gli è negata ‘a priori’. Lui deve solo pagare… E pagare puntualmente, non c’è da discutere, la trattativa nella maggior parte dei casi, è impossibile. Dobbiamo pagare l’Imu (la vecchia Ici) sulla prima casa, che per moltissimi italiani è l’unica; pagare per il servizio di nettezza urbana, pagare il cànone Rai (vergogna delle vergogne, balzello iniquo); dobbiamo lasciarci strangolare dai misterioriosissimi, macchinosi conguagli sulla luce elettrica, sulle spese condominiali.
Il conguaglio! Meccanismo tipicamente italiano, vessatorio, che funziona a solo vantaggio di chi lo impone. Dobbiamo perfino versare denaro nelle tasche dei partiti politici, i quali oramai rappresentano un’indecenza che non sappiamo neppure come definire. Noi cittadini che ci togliamo di tasca i pochi soldi rimastici e questi quattrini finiscono, appunto, nelle casse dei partiti politici, essi responsabili, insieme all’alta finanza, del Disastro Italia…
Noi italiani che consegniamo bei soldi agli onorevoli, ai senatori, ai segretari, sì, di partito.
Noi che foraggiamo questa Casta alla quale nulla importa della sorte degli italiani. Ma la Casta dispone di ottimi attori, ottimi commedianti: riesce tuttora a persuadere molta gente (gente anche istruita, preparata, e questo è il dato agghiacciante) sulla “utilità” dei partiti tradizionali, sulla “necessità”, appunto, che i partiti ricevano finanziamenti pubblici: vale a dire (repetita iuvant) ricevere quattrini dai contribuenti.
Eccolo il Sistema Italia che schiaccia il cittadino sotto il proprio tallone. E’ una entità senza neppure un volto, di certo senza neanche un’anima. E’ la perversione. Perversione sociale, amministrativa, politica. Da oltre 40 anni siamo il popolo più tassato al mondo, e qui si tratta di cifre, non di chiacchiere. La pressione fiscale in Italia è pesante, continua – crudele. Per quel che riguarda la gente qualunque come noi, è ancor più ‘feroce’ di quanto lo fosse la pressione fiscale esercitata dal Governo laburista Wilson negli Anni Sessanta e nello stesso periodo dai governi socialdemocratici svedesi. Ma svedesi e britannici un grosso ‘ritorno’ lo ottenevano (assistenza sanitaria pubblica, scuole, ospedali, strade, tutela dell’ambiente, contenimento dei prezzi). Qui non si vede uno straccio di ‘ritorno’… In questo Paese noi paghiamo a fondo perduto…
La questione non viene affrontata da nessuno. A quanto ci risulta, non è affrontata nemmeno da Beppe Grillo e dal suo movimento “Cinquestelle”.
Gli italiani non s’illudano: nessuno verrà mai in loro, in nostro, soccorso. Siamo condannati a una morte lenta, a una morte che avviene nell’indifferenza generale, nell’indifferenza, sissignori, di “coscienze pure e nobili”… E’ sempre così. Sempre questa retorica della ‘mano tesa’ che tesa affatto non è… E’ tutto un “auspicare”… Eccolo il verbo maggiormente in uso da una ventina d’anni a questa parte. Ci si ferma all’“auspicio”. Così vuole la Casta. Coi suoi ignobili commedianti.