Crisi economico-sociale in Italia. Crisi anche in Francia e, ci sembra, perfino in America. Pochi i Paesi che si salvano da questa morsa che col passar dei giorni si fa sempre più serrata, violenta. Si salvano, almeno per ora, Germania, Australia, Nuova Zelanda. Crolla anche la Svizzera, la Svizzera delle banche, degli orologi, del cioccolato: nella Repubblica Elvetica aumenta in modo impressionante il numero di uomini e donne, di coniugi fra i 30 e i 40 anni, che tornano – spesso con prole – a casa dei genitori, poiché da soli più non ce la fanno.
E’ in atto un nuovo 1929, ma tanta stampa, tanta tv, oramai nella stretta del padronato, questo al pubblico non lo dicono davvero… Prendiamo i tg che vanno in onda in Italia: tutti appiattiti dinanzi al datore di lavoro… Si susseguono le trasmissioni sulla situazione economico finanziaria italiana, sulla scena politica nostrana, e il tono generale è assolutorio: assolutorio nei confronti di chi ci ha ridotti in queste condizioni. In queste condizioni ci ha ridotti il neo-capitalismo, ben lontano nei suoi indecenti appetiti, nella sua insopportabile volgarità, nella sua protervia – maggiore di quella di Don Rodrigo! – dal capitalismo degli Olivetti, dei Borghi, dei Rizzoli: dal capitalismo della Bastogi, della Snia Viscosa, della Squibb, della Bombrini Parodi Delfino; della Solvay.
Con enfasi che nella circostanza risulta grottesca, perfino offensiva, si riferisce di incontri fra Pierferdinando Casini capo della Udc, Pierluigi Bersani leader del Pd, Mario Monti Presidente del Consiglio. Che cosa può nascere da questi pubblicizzatissimi incontri?? Nulla. Il nulla assoluto o l’ennesimo esercizio effettuato da incantatori di serpenti i quali oramai incantano sempre meno italiani. Gli italiani, tuttavia, non si scuotono. Ha ragione una corrispondente cilena dall’Italia, della quale ci sfugge, ahimè, il nome: gli italiani si sono assuefatti agli scandali, alle malversazioni, agli abusi di potere, al perpetuarsi di una classe politica fallimentare, fallimentare dai Dini ai Prodi, dai Prodi ai Berlusconi, dai Berlusconi ai Monti.
Classe politica arroccata sui propri privilegi come una non più giovanissima donna, ma ancora molto “velleitaria”, stringe a sé il giovane, esuberante, instancabile amante… Così non potrà continuare. Ma che così non potrà continuare, non sarà il popolo a decidere, né sarà una ipotetica giunta politica, un alto duumvirato, un altro triumvirato o quadrumvirato… No. A travolgere argini oramai scheletrici, ci penserà la furia della Seconda Grande Depressione, spaventoso fenomeno che stiamo vivendo, e che viviamo, soprattutto in Italia. Il processo non sarà, tuttavia, breve. Ci vorranno anni, certo, e non pochi, ma alla fine si consumerà quel che si deve consumare: il riscatto del popolo nel ritorno alla terra, proprio così, cari lettori: fra 10, 20, 30 o 40 anni, per sopravvivere e per ritrovare un minimo d’armonia sociale, collettiva, grandi masse andranno al lavoro dei campi. Probabilmente al lavoro dei campi andranno i figlioli di mia figlia Lavinia, nata nel 1981 a New York, portata a Roma nel 1988, fuggita poi da Roma (destinazione Berlino) perché delusa, profondamente delusa, da Roma, dall’Italia. Delusa da Prodi, Berlusconi, Monti; delusa e offesa dal clientelismo, dalla maleducazione, dal becerume che oggi spadroneggia nel Belpaese. Basta guardare i capi della Lega Nord fatti con l’accetta…
Andremo a fare i contadini, sissignori. Impareremo il mestiere dei nostri bisavoli, dei nostri trisavoli: sveglia poco prima dell’alba, lavoro duro fino al tramonto. Faremo festa, festa grande, a un banchetto domenicale con maccheroni, pollo arrosto, un paio di contorni. Fra meno, molto meno, di mezzo secolo non vi sarà altra via d’uscita. Le campagne, così, torneranno a popolarsi. Riscopriremo allora la gioia di vivere. Nella sana fatica che, anziché indebolire, fortifica. Allieta. Rallegra. Forse andrà proprio così…