Torna questo pomeriggio al Parco della Musica di Roma, dopo il grande successo dell’allestimento pre-natalizio a favore dell’Unicef (la struttura Onu per l’infanzia), la favola musicale di Sergej Sergeevic Prokofiev dedicata all’epico scontro tra il bimbetto Pierino e il lupo cattivo. Fu composta dall’autore in cinque giorni nel 1935, raccogliendo di getto la sollecitazione di Natalia Satz, direttrice del Teatro per ragazzi di Mosca.
Rappresentata a New York già nel 1940, sugli schermi della Walt Disney nel 1946 con partitura e voce di Leonard Bernstein, è un classico universale della formazione musicale e teatrale dei giovanissimi, gradita ai grandi per l’originalità stilistica che passa, tra l’altro, attraverso l’attribuzione ad ogni protagonista di uno strumento e un tema musicale. L’opera è conosciuta e rappresentata in tutto il mondo. In Italia vi si sono cimentati grandi come Ruggero Ruggeri, Eduardo De Filippo, Dario Fo, Gigi Proietti, Paolo Villaggio; celebre è rimasta l’edizione con Roberto Benigni e la bacchetta di Claudio Abbado. L’edizione odierna propone, attraverso la voce plurale e pluridialettale dell’ottimo Cosimo Cinieri, un testo in endecasillabi e versi giocosi, elaborati dal poeta Giorgio Weiss, nel filone dei patafisici, ricercatori di tecniche linguistiche che conferiscano più forza all’espressività scritturale. Altra soluzione originale, i quadri pittorici in videografia che illustrano su tre schermi geometrici i momenti salienti della storia. La coreografia fa muovere, al suono della Banda
musicale della Guardia di Finanza, due danzatrici (davvero vezzosa l’anatrella), rispettivamente uccellino e anatra.
La trama detta spunti pedagogici e allegorici, e vale la pena riassumerla. Pierino, monellaccio sveglio e ardimentoso, vive col nonno in una casetta che dà sul prato animato dall’uccellino Sasha, dalla svampita anatrella Sonia, dal gatto Ivan. Dal bosco irrompe il lupo che si pappa l’anatra in un boccone. L’animalaccio punta a Ivan e Sasha, ma non ha fatto i conti con l’ardimentoso Pierino: intima all’uccellino di svolazzare intorno al lupo per vellicarne la furia, così da farlo zompare dentro il cappio della corda nel frattempo sospesa all’albero.
Il cappio si stringe inesorabile e arrivano anche i cacciatori. Marcia trionfale finale e corteo, con raggiante Pierino in prima fila.
Anche se è stato scritto che il lupo della storia rappresenti Stalin, il dittatore col quale doveva scendere a patti l’arte di Prokofiev, per i bambini il lupo, al pari di personaggi come l’orco o la strega, resta lo spauracchio pericoloso e imprevedibile dal quale guardarsi. Pierino è la vitalità e intelligenza naturale dei piccoli che, quando si preservano dal panico, possono battere la brutalità istintiva dell’animale. Il nonno è il nume tutelare che fornisce la sicurezza della casa e la corda: elementi imprescindibili per la sconfitta del lupo da parte di Pierino.
Nella realtà il lupo che è dentro di noi adulti e tormenta i bambini del mondo, non è stato ancora ucciso. Unesco informa che nell’Africa occidentale ogni anno 200 mila bambini sono sottratti alle famiglie e avviati verso lavoro nero, guerre, schiavitù; che ci sono al mondo più di 20 milioni di turisti sessuali e quasi 10 milioni di bambini prostituiti; che nell’economia globale lavorano quasi 300 milioni di bambini con picchi da incubo come in Bangladesh dove un quarto della popolazione infantile è impegnata nel tessile, in Nepal dove il 50% dei bambini fa lavori che impediranno il normale sviluppo fisico e psichico, in Thailandia dove il 32% della popolazione lavorativa è data da bambini.
“Save the Children” documenta che ogni 3 secondi un bimbo muore di fame o malattie da povertà e che nell’Africa subsahariana la dissenteria è tuttora la prima causa di morte infantile.