“Abbiamo creato le condizioni migliori perché il governo Monti nascesse” ha dichiarato la scorsa settimana l’ex ministro allo Sviluppo, Paolo Romani. Che prima di fare il ministro aveva diretto delle tv private, giungendo a diventare proprietario di Tele Lombardia e ad essere indagato per bancarotta preterintenzionale a seguito del fallimento dell’emittente. Ovviamente per lui le condizioni migliori sono quelle di aver portato l’Italia sull’orlo del fallimento. Ma soprattutto aver corrotto gli animi di questo Paese. Non solo con il cattivo esempio berlusconiano e con la permissività frutto della cultura dell’oscenità, ma pure con il baratto della legalità per il consenso creando l’illusione che tutti potessimo diventare un Berlusconi. E se uno vuole diventare immensamente ricco, deve calpestare gli interessi altrui, quindi principi come solidarietà e uguaglianza vanno a puttane. Ora si chiedono sacrifici a tutti, ma gli orfani del Cavaliere sembra se ne infischino di salvare il Paese. Scusate se parlo di me, ma per spiegarmi devo raccontarvi una mia giornata tipo.
Esco di casa e vado subito a pagare le mie tasse dal benzinaio che mi fa il pieno più caro d’Europa, quasi 100 euro. Considerati i chilometri che faccio, mi durerà meno di quattro giorni. Per tirarmi su, mi fermo al bar e bevo un cappuccino. Il gestore apre la cassa senza battere lo scontrino. Mi fermo in pulitura a lasciare dei vestiti e pago 45 euro in anticipo, ma non mi viene data alcuna ricevuta. Vado al lavoro. All’ora di pranzo vengo invitata al ristorante da un collega che paga in contanti il ristoratore che gli dice l’importo a voce. Mi spiega che gli fa un buon prezzo… Corro a casa perché deve arrivare il piastrellista, ma mi telefona che non viene perché è pieno di lavoro: tutti stanno installando a casa casseforti per depositare i soldi prelevati dalle banche. Almeno questo problema non ce l’ho… sono sempre al verde. Dunque telefono alla parrucchiera e vado a tagliarmi i capelli: mi chiede 40 euro e glieli lascio sul tavolo perché sta pettinando una cliente. Ho pagato il prezzo pieno, anche senza scontrino fiscale. Mi fermo dal farmacista a comprare degli integratori, mi fa lo sconto del 10 per cento e mi dice di nasconderli in borsa… Anche qui lo Stato non vede un euro di tasse. A cena invito degli amici al ristorante e mi arriva un foglietto con scritto 200 euro a penna. L’indomani è sabato e ho il massaggio e l’estetista, sempre meglio che andare dal medico, anche se tutti si fanno pagare allo stesso modo… Perfino l’avvocato. Ho perso una causa e pochi giorni fa mi ha chiesto 3500 euro in nero per raggiungere un accordo, altrimenti mi pignora la paga per 7700 euro più interessi e spese del procedimento.
Intanto sono pure in causa da due anni con l’Agenzia delle entrate che sostiene che devo versare 95 mila euro perché ho evaso l’iva per 10 anni. Ma se faccio la giornalista e il 20 per cento mi veniva trattenuto alla fonte dal datore di lavoro che lo versava per me? Secondo loro io scrivevo articoli commerciali, lavorando anche per industrie, e quindi dovevo applicare l’iva. Quindi dovrei pagare allo Stato il 20 per cento due volte. Se avessi lavorato in nero, avrei potuto scrivere anche la Divina Commedia che i prezzolati del fisco (prendono una percentuale) non se ne sarebbero accorti. Lo Stato italiano dunque ti costringe ad evadere, se vuoi sopravvivere e permetterti una cassaforte.
Dal Papa in giù ora dicono tutti che la crisi economica deriva da quella etica. Ma come dar torto agli evasori se il più grande evasore d’Italia è la Chiesa cattolica i cui immobili, destinati a fini commerciali, non pagano alcuna tassa? Solo a Roma ce ne sono 1500, tra alberghi, negozi, appartamenti, ecc. Escluse le chiese, la Chiesa possiede proprietà immobiliari per 1200 miliardi di euro. Il problema dunque non è incidere fiscalmente sugli immobili di culto, ma su quelli utilizzati a fini commerciali. Ma il governo di ministri cattolici che ci ritroviamo tace: ha paura di andare all’inferno?
Io sono fermamente convinta che si può avere etica anche senza aver fede, perché la coscienza è il divino in noi.
Buon Natale!