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Non compro più il Corriere della Sera e la Repubblica. E disdico gli abbonamenti a questi quotidiani nell’azienda in cui lavoro. Non finanzierò più Critica Liberale con il 5 per mille dell’IRPEF.
Predicano tutti bene e razzolano male: vogliono far vincere il Pd a queste elezioni comunali, anche se dotato di candidati inetti, pur di far fuori Berlusconi. Ma che ragionamento è? Invece di combattere per qualcosa, la propria città, combattono contro qualcuno. Tutti insieme, abortisti e portatori di cilicio, contro il Diavolo. Ma il diavolo è già dentro di loro e non è Berlusconi. Sarà poco la mia presa di posizione, ma con i tempi che corrono e internet che avanza come uno tsunami sulla carta stampata è sempre un segnale di mal vivere. Per loro. Perché io vivrò benissimo risparmiando tempo a leggere opinioni distorte. Occhio per occhio, dente per dente. Dove l’occhio volutamente non vede perché il dente deve riempire la pancia, io gli toglierò il mio contributo all’ingrasso. Il motivo? Dai suddetti giornali è stata oscurata la lista civica Trieste Città Metropolitana (www.piuautonomia.it), cittadini che si sono autofinanziati per portare avanti l’unico progetto serio per far risorgere l’agonizzante economia di Trieste abolendo i costi dell’inutile Provincia, assumendosi la gestione del porto (paralizzato da trent’anni da un senatore Pdl che si immedesima nel personaggio del “Padrino”) e realizzando l’autonomia fiscale prevista dalla legge Calderoli del 2009 per le città delle Regioni a statuto speciale. Andrebbero a casa 30 politici su 60. Sia a sinistra che a destra non ci sta nessuno. Mentre quel 40 per cento di popolino che scioccamente non andrà a votare non trova di meglio che ironizzare: “Vota per me che mangerò per tre”.
Anche Corriere e Repubblica hanno paura di un rimaneggiamento di poltrone? Fanno gli inglesi riconoscendo solo il bipartitismo Pd – Pdl: gli altri non devono avere ragione d’esistere. Per il direttore de Il Piccolo di Trieste è addirittura questa la democrazia… Ma se il bipartitismo è malato perché vi sono politici incapaci o disonesti, ci sono ancora dei cittadini che hanno a cuore la propria polis. L’unico giornale che ha dato voce a Trieste Città Metropolitana è Libero, il cui direttore editoriale Vittorio Feltri non ha paura di niente e di nessuno.
Invece il bisonte Pd, impersonato dal candidato sindaco Roberto Cosolini, ha paura che un topolino gli mangiucchi la torta: la lista civica Trieste Città Metropolitana, il cui candidato Uberto Fortuna Drossi è libero dai partiti e di idee così elevate che Cosolini più volte le ha fatte proprie per innalzarsi un po’. Insomma, la storia di Davide e Golia che si ripete. Trieste è ai confini dell’impero e in Italia se ne fregano di lei, considerando che di porti ne hanno da vendere. Ma ora c’è la possibilità di far finalmente sedere un comunista nella città più a destra d’Italia; quindi bisogna fare di tutto, rinnegare anche Dio, pur di mandare quel diavolo di Berlusconi all’inferno.
Voi sapete che io sono una liberal-socialista, una rivoluzionaria perché non transigo sul principio di uguaglianza sociale, tuttora disatteso. Un comunista però, che di incarichi del partito ha sempre vissuto, a Trieste non ce lo voglio. Io so bene cosa sia il comunismo: sono nata e vissuta a ridosso del confine con la Jugoslavia, la mia famiglia ha perso tutto di là, e sono stata perseguitata psicologicamente, per la scelta di italianità dei miei, al liceo Petrarca da quegli stessi professori comunisti che portavano in palmo di mano il compagno Cosolini. Mi chiamavano ‘crumira’ perché volevo studiare e non partecipare all’occupazione scolastica dove la scuola veniva trasformata in un casino e la frequentazione alle orge era segno di appartenenza. Altro che bunga bunga.
Ora, all’insaputa del Diavolo, il senatore-padrino del Pdl ha stretto un accordo con il Pd per spartirsi il paradiso triestino: farà vincere il candidato Pd, depistando i voti del Pdl sul candidato della Lega (il Popolo della libertà è frantumato da beghe interne), in cambio avrà per i suoi la presidenza di tutti gli enti amministrativi cittadini (incarichi a 20 mila euro il mese). Forse “l’unica opportunità per Trieste – come ha scritto un triestino su un sito web – è di dichiarare guerra all’Austria e arrendersi il giorno dopo, accettando un trattato di annessione”.