Giorgio Napolitano con il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-moon nel 2007 a Roma
Il Presidente della Repubblica Napolitano è arrivato a New York e nel ringraziarlo per essere qui, pensiamo: povero Giorgio, non vorremmo essere nei suoi panni. Come tutti gli italiani che vivono all’estero, non si può che essere grati al presidente Napolitano per essere tornato a New York, che il suo calore patriottico faccia venire a tutti più voglia di festeggiare i 150 dell’Unità.
Seppur contenti di rivederlo, siamo proprio preoccupati per Giorgio. Deve essere veramente imbarazzante di questi tempi viaggiare all’estero nella carica di più alto rappresentante istituzionale dell’Italia.
Napolitano è l’Italia, ma nel mondo l’immagine istituzionale del paese è stata sfigurata. Dopo essere coperta di ridicolo, l’Italia politica vista da fuori appare ora mostruosa.
Quando venne la prima volta da presidente della Repubblica a New York, quattro anni fa, Napolitano si offese quando il New York Times gli dette il benvenuto pubblicando un lungo articolo sull’Italia in cui si analizzava la corruzione dilagante, la casta politica inossidabile, un’Italia che non dava spazio ai giovani che fuggivano… Il presidente se la prese, ma quel servizio del Times ci era apparso, oltre che onesto, per nullla cattivo, incitava ancora al riscatto degli italiani. Semmai quello stesso giorno un articolo più pesante e troppo allarmistico nei confronti dell’Italia, dichiarata culla del terrorismo, era stato pubblicato nella prima pagina del Wall Street Journal, ma a Napolitano lo fecero notare troppo tardi…
Adesso Napolitano torna a New York e la situazione, grazie alle gesta del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, è peggiorata a livelli inimmaginabili rispetto a quattro anni fa.
Napolitano parlerà all’Assemblea Generale dell’ONU, e siamo certi che il suo sarà un discorso di spessore, con scelta di toni e parole giuste sulle crisi internazionali, sulle inarrestabili trasformazioni in Nord Africa e Medio Oriente. Nessuno meglio di lui potrebbe spiegare l’azione dell’Italia nell’ambito Onu in difesa dei diritti umani.
Ma, come purtroppo capita da tempo a noi italiani che viviamo qui, chi ascolterà Napolitano si chiederà come sia possibile che l’Italia abbia come premier ancora Silvio Berlusconi. Qualunque cosa dirà Napolitano, qualunque mano stringerà, qualunque bel discorso farà quando sarà anche premiato alla New York University, sulla credibilità dell’Italia, come un macigno, cadrà sempre la resistenza al potere del premier Berlusconi.
Non è il solito New York Times a storcere il naso. Basta andare nel sito del Daily News, uno dei quotidiani più popolari della città, e da giorni ci sono in evidenza le foto di ragazze in atteggiamenti inequivocabili… Scrivono che sono foto prese durante i festini col bunga bunga di Silvio. Accanto al servizio mettono un sondaggio: queste immagini degli scandali e i processi in corso costringeranno Berlusconi a lasciare? Accanto un’altra possibile risposta: per nulla, non fanno altro che confermare la reputazione del premier… La maggioranza dei lettori del Daily News prevede che Berlusconi rimarrà dov’è, perché agli italiani piace così!
Un uomo ricco e potente rimasto senza affetti, paga per la compagnia di ragazze così giovani che potrebbero essere sue nipoti. Poveretto o fortunato, dipende dai punti di vista. Ma a far paura non sono certe debolezze umane, ma constatare che un popolo non si turba più di tanto nel sapere che quell’uomo è anche il suo capo del governo.
Ora quel premier appare disposto a tutto pur di far reggere la sua traballante maggioranza parlamentare, e pochi giorni fa l’ultimo esempio: per ministro un deputato indagato per mafia!
E Napolitano? Nonostante le riserve dimostrate dal presidente, quella nomina è stata fatta passare altrimenti probabilmente il governo sarebbe caduto proprio mentre dagli aereoporti italiani decollavano gli aerei per la Libia…. Proprio un’impresa ardua quella capitata a Napolitano.
Nonostante tutto, almeno c’è Giorgio? Ma perché, forse Napolitano potrebbe da solo contenere la deriva berlusconiana dell’Italia?
Anche l’ambasciatore americano David Thorne al suo arrivo a Roma, come si legge nei documenti diplomatici fatti trapelare da Wikileaks, notò che rispetto alla giungla della politica italiana, Napolitano "è una figura seria, riflessiva, un’eminenza grigia intellettuale che esercita grande influenza morale dall’alto…". Ma potrebbe bastare Napolitano a tenere a galla l’Italia investita dallo tsunami Silvio?
È appena uscito un film documentario in Italia che si intitola "Silvio Forever". Facendo gli scongiuri, non ci resta altro che sperare in Giorgio.