Un equivoco i nazionalisti che parecchio tempo dopo la fondazione nel 1919 a Milano dei Fasci di Combattimento, confluirono nel Partito Nazionale Fascista. Un equivoco i catto-comunisti degli Anni Sessanta-Settanta, alcuni dei quali, come la Bindi, tuttora in circolazione. Un altro equivoco ancora, la Lega, la Lega Nord, la grossa, goffa, rozza consorteria di lombardi, piemontesi, emiliani, arbitri tuttavia, dei destini della Nazione Italiana. L’equivoco… a noi italiani sembra piacere molto, moltissimo. Ne siamo come ammaliati, stregati. La spiegazione del grave fenomeno morale, intellettuale, politico, sociale, e` semplice: e` piu` forte di noi il desiderio di tenere i piedi in due staffe, non si sa mai nella vita, meglio premunirsi… Eccola l’eredita` dei secoli del servaggio italico, eccola la “necessita`” di garantirsi la sinecura senza fine, la sinecura da incrementare. Si va in chiesa la domenica, si riceve ogni domenica la Comunione, il parroco lo si riverisce con salamelecchi “arabi”, ma poi si commettono gli atti piu` disonesti, piu` esecrabili, perfino turpi. Si calpesta tutto cio` che pro- clamiamo di voler difendere…
La Lega dichiara di voler tutelare gli interessi dei cittadini, di combattere corruzione e sperequazione, di opporsi a ogni forma di parassitismo e di nepotismo. Ma poi si scopre che l’ormai tristemente noto figliolo di Umberto Bossi, il ragazzotto meglio conosciuto come il “Trota”, incassa ogni mese – secondo alcune fonti – la bellezza di 20mila euro. Eppure il tipo non saprebbe fare nemmeno il portinaio (con tutto il rispetto per i portinai): eccolo, quindi, un altro individuo senza ne´ arte ne´ parte, un altro parassita ancora, perfino sfrontato, insolente, strafottente, come suo padre. La strafottenza del resto e` il comune denominatore dei leghisti, sia capi che gregari.
Alla Lega l’Italia non piace, come ribadito giovedi` scorso in occasione del Centocinquantenario dell’Unita`. Alla Lega l’Italia "fa schifo”, questo e` risaputo. La Lega con le sue azioni, con le sue parole, viola ogni giorno numerosi leggi dello Stato e articoli della Costituzione, questo e` oggettivo, accertato, assodato, quindi. Ma nessun leghista e` mai incorso in guai giudiziari, nessuno. Se io mi azzardo invece a fare il saluto romano in pubblico, nel giro di 180 secondi mi trovo circondato da agenti della Digos e passo un brutto quarto d’ora davvero… L’Italia per la Lega e` insomma un ingombro, uno “scandalo”: e` “spazzatura”. Eppure sull’Italia loro lucrano, fondano le proprie fortune. Ci sono ministri, sindaci e assessori bossiani. Sindaci e assessori possono andare anche bene, ma ministri… Alti servitori, quindi, dello Stato… Dello Stato che essi vorrebbero abbattere. Eccolo in tutta la sua interezza l’equivoco dei giorni nostri. Eccola la contraddizione debilitante, destabilizzante, la palla al piede che dovremo trascinare con noi forse per sempre.
Approfondiamo quindi un tema gia` dibattuto in questo giornale: se il loro insopprimibile anelito e` proprio quello di frantumare "l’edificio Italia” per erigere a nord degli Appennini il “tempio dei giusti”, se davvero non vogliono aver piu` nulla a che fare con “Roma ladrona”, coi “napoletani pigri e sudici”, coi “siciliani mafiosi”, allora la tentino la via della secessione, minacciata non si sa piu` quante volte in tutti questi anni. Ne abbiano il coraggio. Con le Camicie Verdi occupino prefetture, studi tv, stazioni ferroviarie. Escano allo scoperto. Dimostrino di saper passare dalle parole ai fatti. Comincino a rischiare qualcosa. Spediscano a Roma la dichiarazione di secessione, di guerra. Siano uomini! E non i “quaqquaraqqua`” (calzante questo bel termine siciliano) che da vent’anni da`nno ‘spettacolo’ di se´… A sud degli Appennini troverebbero pero` pane per i loro denti. Ma non ci pensano nemmeno a prendere esempio da Jefferson Davis, dalla Confederazione degli Stati del Sud. Sono loro, i leghisti, i piu` grossi parassiti d’Italia. Sono loro a mungere con sommo gusto l’Italia che odiano. Piccoli uomini, trascurabili, ma nocivi. Molto nocivi.