IL PROBABILE futuro ministro dell’Agricoltura, il leghista Federico Bricolo, voleva essere sicuro che, se avesse invitato per telefono una minorenne in campagna a fare un pic nic e le fosse poi saltato addosso, non avrebbe commesso reato.
Che altro si può dedurre da un senatore che, assieme ai colleghi (o compagni di merende?) Maurizio Gasparri (Pdl), Gaetano Quagliariello (Pdl), Roberto Centaro (Pdl), Filippo Berselli (Pdl), Sandro Mazzatorta (Lega), Sergio Divina (Lega), nel disegno di legge sulle intercettazioni ha tentato di far approvare l’emendamento 1.707, che proponeva l’abolizione dell’obbligo di arresto in flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se di minor entità.
E cosa significa una “violenza sessuale di minor entità”? Che la minorenne non doveva andare in campagna con Bricolo e che, una volta accettato l’invito telefonico, doveva aspettarsi che lui non si avventasse sul cestino della merenda ma su di lei, ben più appetitosa? Doveva insomma aspettarsi che Bricolo fosse un briccone.
O forse significa che questi senatori sono potenti solo nella cosa politica, che maneggiano con nonchalance, ma che non dispongono di una potenza sessuale tale da far violenza a una minorenne sgamata tipo Ruby o Noemi Letizia e che tutto si esaurirebbe in una modesta pretesa di petting…? Poiché poi la violenza presuppone la non condiscendenza, si suppone che non fosse contemplato alcun contributo per spese di shopping. Almeno avessero imparato la generosità da Berlusconi…
Per la cronaca: il senatore Bricolo è colui che proponeva il “carcere per chi rimuove un crocefisso
da un edificio pubblico”; il senatore Berselli ha dichiarato di “essere stato iniziato al sesso da una prostituta”; il sentore Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari emendamenti per impedire i matrimoni misti”.
Fatto sta che, dopo la denuncia del Partito democratico – meno male il web riporta la notizia taciuta dai giornali – nel centrodestra c’è stato il fuggi fuggi , il “ma non lo sapevo”, il “non avevo capito”, il “non pensavo che fosse proprio così”, seguiti dall’inevitabile berlusconiano “ci avete fraintesi”. Peraltro
Berlusconi racconta a tutti che ha le prove che Rubi non era minorenne perché la sua nascita sarebbe stata registrata due anni dopo: sembra abbia mandato nel paese della marocchina i suoi legali. Mia nonna diceva: “La carta si lascia scrivere…” figurarsi poi quando è scritta in arabo.
Ho detto: probabile futuro ministro dell’Agricoltura, perché sembra che Sandro Bondi voglia lasciare la Cultura, provato per le accuse sui crolli di Pompei (almeno a qualcosa saranno serviti…) e per l’incomprensione di questo governo sull’importanza del suo dicastero. Galan, ministro dell’Agricoltura, dovrebbe prendere il suo posto lasciando appunto il proprio vacante. Tutte persone di chiara fama, cioè altamente preparate per l’incarico che sono chiamate a ricoprire….
A proposito, mentre il ministro della Difesa tedesco Guttenberg, scoperto di aver copiato la tesi del dottorato, si è dimesso, la Gelmini, faccia di bronzo, è rimasta al suo posto nonostante abbia ottenuto il titolo di avvocato durante uno dei famosi esami farsa tenuti in Calabria. Eppoi, credetemi, la ministra dell’Istruzione sta espiando a modo suo: per dare un’immagine di serietà ha dovuto conciarsi come un’istitutrice, sacrificando la sua bella chioma per un taglio a cuffietta. Chi intelligente vuol apparire deve soffrire…
Perfino Berlusconi è costretto ad essere continuamente un altro per salvarsi il posto. Ha fatto il vassallo di Gheddafi, baciandogli la mano al solo scopo di ottenere commesse in Libia per le imprese italiane. Ha fatto il leghista con il fazzolettino verde che germogliava fuori dal taschino, per fare passare il federalismo alla Camera. Ormai la mattina quando si sveglia, non sa più chi sia. A tal punto da credersi un povero Cristo: “Quando mi dicono di farmi processare (per il caso Ruby), io penso: Dio, perdonali, perché non sanno quel che dicono”. Ringrazi Dio che sappiamo ancora quel che facciamo, abbiamo infatti in questi giorni la dimostrazione di cosa può succedere quando un popolo perde la testa.