Cinquant’anni fa, mese più, mese meno, John Fitzgerald Kennedy festeggiava la propria ascesa alla Casa Bianca nel ruolo di Presidente degli Stati Uniti d’America. Tante le speranze di quei giorni per gli americani, ma anche per tedeschi, italiani, africani. Alla sua nascita, la Nuova Frontiera era già un mito. Esercitava già una grossa capacità di seduzione. A beneficiarne, soprattutto in virtù dell’azione del successore di Kennedy, Lyndon Johnson, furono i neri americani avviati finalmente al proprio riscatto. Alla propria emancipazione, si diceva a quei tempi.
Da allora molto è cambiato in Occidente e nel resto del mondo. Abbiamo avuto la guerra del Vietnam, le guerre israelo-arabe del ’67 e del ’73, la completa (e troppo rapida, disordinata) decolonizzazione, gli Stati Uniti hanno conquistato la Luna, si sono consumate tragedie immani, come quella in Cambogia; l’integralismo islamico è balzato alla ribalta in tutta la sua violenza, in tutta la sua cecità. E’ crollata l’Unione Sovietica e con essa i regimi comunisti in Polonia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Germania Est, Cecoslovacchia, Albania. E’ crollata la Jugoslavia titina, con l’agghiacciante bagno di sangue che ne è seguito. Dopo tutto questo, oggi si dice che in Occidente stiamo “tutti bene”, “non si è mai stati così bene” e parecchia gente influenzabile, eccitabile, in Italia ci crede: potenza del padronato e dei mezzi di comunicazione del padronato. Non stiamo affatto bene. Il potere d’acquisto dei salari in Europa (tranne che in Gran Bretagna e in Germania) viene eroso di giorno giorno nell’indifferenza dei vari governi. Ancora più drammatica la situazione in Italia, dato che l’Italia non possiede materie prime e quando sei privo di materie prime, la vita si fa dura, complicata: ci vorrebbe un bel dirigismo come quello applicato da noi fra gli anni Trenta e gli anni Settanta, ma a dirlo, oggigiorno, si riceve la sprezzante accusa di “passatismo” proprio da parte di coloro i quali sono i veri “passatisti”, poiché dal padronato ti lasciano sbalzare all’indietro di 150 anni. Questa è la realtà. La cruda e nuda realtà. Il resto sono chiacchiere e sporchi giochi di politica bottegaia, nei quali noi italiani siamo imbattibili.
Bene: all’inizio della seconda decade del Terzo Millennio, l’Occidente ci appare come una società gigantesca e potenzialmente ricca, la quale ha smarrito però il senso d’orientamento, ha smarrito perfino la coscienza di sé, non riesce più a capire quali siano i suoi veri interessi, morali e materiali. E’ un “corpo” senz’anima. Un “corpo” dal cervello atrofizzato. E’ dominato (specie sul “versante” italiano) da uomini politici dialettici, anche persuasivi, date le arti che hanno imparato in tv e nelle sezioni di partito; ma leggeri, fatui, individualisti (perciò asociali) fino alla pacchianeria, alla volgarità: personaggi scaltri, ma vuoti, amanti dell’esteriorità, del lusso.
Quando diciamo Occidente, intendiamo dire Europa Occidentale, Stati Uniti, Israele. Il resto dell’Europa “non” è Occidente poiché la sua matrice non è greco-romana e ebraica. A Est di Trieste nulla che giungesse da Roma e da Atene è stato mai assorbito. Quest’Occidente nelle mani di pigmei e affaristi si è già voluttuosamente (!) arreso alla Cina: per non “compromettere” gli equilibri nel grande Paese che a nostro modo di vedere assomiglia a un girone dell’Inferno, alla Cina fa ponti d’oro, da Pechino, Shangai, Canton importa con allegria delittuosa i prodotti più inutili, di bassissima qualità, e i prodotti più cancerogeni che esistano. Ci stiamo suicidando per arricchire 200 milioni di cinesi mentre le altre centinaia di milioni vivono come i loro antenati… Ma abbracciare, agevolare, compiacere i nuovi Mandarini, è “fashionable”… E’ “democratico”. E’ “civile”… La pensano così tutti (o quasi tutti): Berlusconi, Prodi, Bersani, la Bindi e la plètora di “impostori” che partecipa all’affondamento dell’Occidente.