E’ un omaggio all’arte italiana, “Drawings of Bronzino”, la prima mostra monografica dedicata all’artista fiorentino Agnolo di Cosimo Mariano di Tori, detto il Bronzino (1503 – 1572), aperta fino al 18 aprile nelle Gallerie dei Dipinti, Pitture e Fotografie del Metropolitan Museum of Art di New York.
Sessantuno disegni, alcuni dei quali mai esposti al pubblico prima d’ora, provenienti da musei e collezioni private europee e del Nord America, tra i quali la Royal Library di Windsor Castle, il Musée du Louvre, lo Staatliche Museen di Berlino, il Getty Museum di Los Angeles, la Galleria degli Uffizi di Firenze, l’Ashmolean Museum, il British Museum di Londra.
“Interprete della corrente manieristica moderna”, il Bronzino maturò la sua formazione artistica prima nella bottega del fiorentino Raffaellino Garbo (1466–1524) e dal 1515 al 1518 in quella del pittore e ritrattista Jacopo da Pontormo che ne influenzò definitivamente la carriera pittorica.
Il distacco da Pontormo arrivò attorno al 1520 quando Bronzino iniziò ad lavorare autonomamente anche se i tratti della pittura di quello che è considerato “il suo maestro”, l’uso frequente del gesso rosso, l’attenzione nello studio dei corpi umani, la scelta di contorni forti e marcati nelle figure, ritorneranno con insistenza anche nelle opere più mature.
L’affermazione del “giovane dai capelli color del bronzo”, da qui probabilmente il soprannome di Bronzino, arrivò proprio grazie a Jacopo da Pontormo che fin da subito riconobbe nel giovane grandi doti, oltre che di poeta e pittore, di ritrattista.
L’innata bravura per questo genere di tecnica pittorica lo portò a trasferirsi prima a Pesaro dove lavorò per la famiglia Della Rovere e, nel 1539, alla corte fiorentina di Cosimo I de’ Medici dove rimase fino al 1550, quando il suo posto venne preso da Giorgio Vasari.
Negli anni alla corte medicea, il Bronzino lavorò alla realizzazione di numerosi ritratti dei membri della famiglia, tra cui il famoso “Ritratto della Duchessa Eleonora di Toledo”, moglie di Cosimo I, oltre che ad una serie di dipinti a sfondo sacro e profano, a numerosi cartoni per l’arazzeria di corte, ma soprattutto, alla decorazione della cappella di Eleonora di Toledo a Palazzo Vecchio a Firenze.
La sua attività pittorica è stata accompagnata, sempre, da ciò che il Bronzino stesso definiva “l’attività funzionale”, il disegno preparatorio, che non poteva essere considerato in nessun caso “l’opera finita”.
L’esposizione newyorkese propone una serie di disegni preparatori per dipinti, ritratti, pale d’altare, arazzi, cicli d’affreschi, tra i quali, anche quelli per la Cappella di Eleonora di Toledo.
In questi, è possibile cogliere lo stile e la personalità che hanno sempre caratterizzato la sua creatività artistica, l’evoluzione nell’abilità del segno grafico, i riferimenti all’opera dei grandi maestri del passato, oltre che la cultura e la conoscenza letteraria che si rispecchia nei tanti riferimenti allegorici richiamati nelle sue opere.
Tra i disegni esposti: “Uomo con veste che scende”, disegno preparatorio del “San Marco” oggi alla cappella Capponi di San Felicita a Firenze, “Ritratto di Dante”, dalla pinacoteca Staatliche Graphishe Sammlung di Monaco, “Studio per una gamba sinistra ed una veste” dalle collezioni del Metropolitan Museum, “Testa di donna che sorride vista a tre quarti”, studio per “Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia” oggi al Musée du Luvre, “Studio per un ritratto di un uomo seduto e in piedi”, dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, disegno preparatorio per “L’attraversamento del Mar Rosso”.
L’esposizione americana sarà seguita dalla mostra gemella “Bronzino artista e poeta” che si terrà a Palazzo Strozzi, Firenze, dal 24 settembre 2010 al 23 gennaio 2011 nell’ambito delle celebrazioni per l’Anno Bronzino. Firenze è luogo privilegiato per una mostra interamente dedicata a quello che è considerato uno dei più importanti pittori del Cinquecento, perché qui, soprattutto agli Uffizi, ma anche negli altri musei cittadini e nelle chiese, è conservata la maggior parte delle sue opere.
Se la mostra del Metropolitan è dedicata in particolare alla produzione grafica dell’artista, quella fiorentina analizzerà con maggiore profondità alcuni aspetti meno conosciuti del pittore e ritrattista fiorentino, quali la creatività e le doti poetiche che l’avevano reso noto anche nei circoli letterari del tempo. Sarà divisa in capitoli dedicati ciascuno a una fase, a un episodio, o a un genere importante della sua carriera.
L’esposizione newyorkese, curata dalla responsabile della sezione disegni e stampe del Met, Carmen Bambach, è stata organizzata in collaborazione con il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e il Polo Museale Fiorentino.