Tra gli aromi avvolgenti che emergono dagli stand allestiti da Eataly USA al Fancy Food Show 2025, c’è una voce familiare che parla con accento emiliano e occhi da atleta. È quella di Giuliano Razzoli, ex campione olimpico di sci alpino, oggi presidente del Consorzio dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, che riunisce sotto il suo ombrello sessanta aziende artigiane. Insieme, producono ogni anno poco più di duemila litri di quello che Razzoli chiama, con orgoglio e semplicità, “il nostro oro nero”.

“Essere qui a New York, al Fancy Food Show 2025, significa mettere in una delle vetrine più importanti al mondo non solo un condimento, ma un patrimonio culturale che ha richiesto secoli di pazienza, passione e rigore”, racconta mentre ci porge una goccia della selezione Oro, il vertice qualitativo della produzione reggiana, accanto alle referenze Argento e Aragosta. “Ogni bottiglia nasce da un processo lungo almeno dodici anni. Passa tra botti di legni diversi – rovere, castagno, ginepro, ciliegio – in un sistema chiamato ‘a batteria’, dove il tempo affina e arricchisce”.
Nei padiglioni del Javits Center, il pubblico internazionale assaggia, fotografa, domanda. Tra cooking show e degustazioni, l’Acetaia Razzoli racconta la propria eredità con un linguaggio nuovo. Anche quello della mixology, che sorprende appassionati e professionisti. «Abbiamo voluto dimostrare che il Tradizionale non è solo per i piatti gourmet. Dal più classico degli accostamenti, il Parmigiano Reggiano, immaginate un Bloody Mary all’italiana: pomodoro crudo frullato, acquavite bianca, peperoncino, sedano… e Bollino Aragosta al posto del tabasco”. E continua: “Nel Negroni può sostituire la fetta d’arancia”.
Razzoli parla di fermentazioni come un tempo parlava di curve, accettando che ogni bottiglia – come ogni discesa – è il risultato di equilibri, allenamento e intuizione. «Il nostro obiettivo è doppio: custodire la tradizione e farla vivere nel presente. Non vogliamo che il Tradizionale resti chiuso in una credenza, vogliamo che entri nei bicchieri, nelle cucine, nella vita quotidiana”.
Con lo stesso slancio con cui portava l’Italia sul podio, oggi Razzoli accompagna un intero territorio verso un futuro che sa di legno, mosto, e visione.
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