New York accoglie l’eccellenza agroalimentare italiana con l’apertura ufficiale del Summer Fancy Food Show 2025, ospitato al Javits Center fino al 1° luglio. La manifestazione, considerata il principale evento nordamericano dedicato al food & beverage di qualità, si conferma una vetrina strategica per i prodotti d’eccellenza del Made in Italy. Quest’anno, il ruolo di paese partner rafforza ulteriormente il legame tra l’Italia e il pubblico internazionale.
A sancire l’inizio dei lavori è stato il taglio del nastro insieme al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e al presidente dell’Italian Trade Agency (ITA) Matteo Zoppas, da parte dell’ex campione di calcio Roberto Baggio, simbolo di riconoscibilità globale. La cerimonia ha dato il via a tre giornate di incontri, degustazioni, conferenze e scambi commerciali, che vedranno protagoniste oltre trecento aziende italiane.
Tra i momenti istituzionali più significativi della giornata inaugurale, la conferenza stampa di Coldiretti ha riunito le principali figure del sistema agroalimentare nazionale: il Presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il Segretario Generale Vincenzo Gesmundo, insieme al Ministro Lollobrigida, e al Presidente ITA Zoppas. L’incontro ha posto l’accento sull’importanza della filiera agricola italiana come pilastro economico, culturale e strategico in un contesto internazionale sempre più competitivo e non privo di complessità.

In questo scenario, il Segretario Generale Gesmundo, ha sottolineato con forza la necessità di un cambio di paradigma: “Non possiamo più permetterci di ignorare l’impatto sistemico degli alimenti ultra-processati sulla salute pubblica. La nostra battaglia è culturale prima ancora che economica: difendere il cibo vero significa difendere il futuro delle nuove generazioni.”
Le sue parole si inseriscono in un contesto di crescente preoccupazione per le conseguenze sanitarie, ambientali ed economiche di un modello alimentare dominato da logiche industriali e speculative. Coldiretti, insieme a Filiera Italia, continua a promuovere un’agricoltura fondata sulla trasparenza, la tracciabilità e la valorizzazione delle produzioni locali, opponendosi alla diffusione di cibi sintetici e all’italian sounding che minaccia l’identità agroalimentare nazionale.
Durante l’intervento di Coldiretti è stato trasmesso un videomessaggio di Robert F. Kennedy Jr., Segretario alla Salute USA, incentrato sulle criticità del sistema alimentare statunitense e sull’urgenza di una transizione verso modelli più sani e sostenibili. Il contributo ha rafforzato il posizionamento di Coldiretti su un’agricoltura fondata su trasparenza, naturalità e sovranità alimentare.
Nel corso della giornata inaugurale, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha evidenziato il valore strategico della collaborazione transatlantica, sottolineando come la crescente attenzione degli Stati Uniti verso la salute pubblica rappresenti un’opportunità condivisa: “Oggi non siamo più soli. C’è una sensibilità che è diventata ultranazionale. Anche gli Stati Uniti, che raramente avevano guardato con attenzione alla salute pubblica, stanno sposando un modello alimentare più consapevole. È una sfida che vogliamo contribuire a vincere, mettendo a disposizione dei nostri partner commerciali statunitensi uno stile alimentare che abbiamo saputo preservare nel tempo.”
Lollobrigida ha poi ribadito che il rapporto con gli Stati Uniti va ben oltre l’ambito commerciale: “Per noi gli Stati Uniti non sono solo un partner economico, ma un alleato strategico. In un quadro mondiale complesso, hanno garantito con il loro impegno anche economico una forma di deterrenza che ha permesso stabilità e cooperazione.”
Queste parole si inseriscono in un contesto di crescente convergenza tra modelli alimentari e visioni geopolitiche, dove il cibo diventa veicolo di valori, salute e diplomazia.
Matteo Zoppas ha inoltre evidenziato come, nonostante alcune criticità legate al settore del vino e della birra, il Made in Italy continui a dimostrare una straordinaria capacità di adattamento e resilienza. “Dietro la crescita ci sono strategie precise: attività di incoming, collettive all’estero, promozione integrata. Ma resta l’incognita dei dazi, che rischia di rallentare le decisioni di acquisto e congelare rapporti commerciali consolidati.”
Il suo intervento ha rafforzato il messaggio condiviso dalle istituzioni presenti: l’Italia non solo esporta prodotti, ma propone un modello culturale e produttivo fondato su qualità, tracciabilità e identità.
Il Fancy Food si conferma così non solo un hub commerciale, ma anche un osservatorio privilegiato per comprendere il futuro del cibo, un modello che, oggi più che mai, trova ascolto anche oltre Atlantico.