Il cibo come strumento di pace contro tutte le guerre, comprese quelle commerciali dei dazi. È il messaggio forte che i coltivatori diretti italiani lanciano a New York in occasione del Summer Fancy Food al Javits Center (Padiglione Italia Level 3 – stand No. 2718).
Coldiretti in una nota spiega: “In un mondo segnato da crescenti tensioni e conflitti, il cibo può e deve tornare a essere uno strumento di pace, poiché sostenere l’agricoltura, proteggere l’ambiente e garantire il diritto a una sana alimentazione significa costruire le basi per un dialogo autentico tra i popoli”. Una proposta più che condivisibile, anche se proprio il cibo è oggetto di forti guerre commerciali oltre che al centro di fatto di tutti i conflitti in corso. Gli agricoltori però ci credono con convinzione e da New York appunto presentano una serie di iniziative organizzate da Coldiretti, Campagna Amica e Filiera Italia.
Domenica 29 giugno, alle ore 11:45, l’incontro inaugurale della presenza dei coltivatori affronta il tema “L’eccellenza del modello alimentare italiano” con un dibattito tra Italia e USA con, tra gli altri, Matteo Zoppas (Presidente dell’Agenzia ICE), Sanda Ojiambo (Assistant Secretary-General, United Nations Global Compact), il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida e il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Atteso anche Brooke Leslie Rollins, segretario dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America.
Lunedì 30 giugno, alle ore 12:30, sempre nello spazio del Padiglione Italia, focus su “Indicazioni geografiche italiane: una garanzia di qualità per il consumatore Usa” che coinvolgerà tra gli altri Paolo De Castro (presidente di Filiera Italia), Riccardo Deserti (presidente di Origin International), Alessandro Schiatti (CEO I love italian food) e Felice Assenza (Capo Dipartimento dell’Icqrf, garante della qualità e della legalità nella filiera agroalimentare”. Al termine dell’incontro sarà siglato l’accordo Coldiretti – I Love Italian Food finalizzato a promuovere progetti di valorizzazione dell’agroalimentare autentico nei mercati esteri.
Un programma che da una parte, appunto, ha come obiettivo porre il cibo come elemento di condivisione e non di divisione e, dall’altra, fare il punto sugli effetti delle politiche commerciali dell’amministrazione Trump e più in generale sulla situazione sulla presenza del cibo italiano sui mercati Usa anche alla luce dei dazi al 10%, sui quali continua la trattativa tra Stati Uniti e Unione Europea.