Il passaparola racconta quello che è successo: sono tornati. E lo ripetono sbigottiti come fossero arrivati i marziani, tanto era la sfiducia che potessero davvero rivedersi dopo che le città erano state svuotate dalle restrizioni imposte dal covid. “Sono tornati” è un tormentone non solo che si vede ma si sente e i primi a farsi sentire sono stati i ragazzi americani che frequentano le università Usa che hanno succursali nelle belle ville sulle colline attorno a Firenze. Sono stati loro ad arrivare per primi e a rianimare le strade quando non erano ancora come sono diventate in questi giorni di primavera e di Pasqua.
I serpenti di turisti come non si vedevano dal 2019 sono ricomparsi tra le colonne e la magnifica prospettiva della Galleria degli Uffizi e questo bel risultato si aggiunge ad un altro motivo di soddisfazione ovvero all’essere diventati gli Uffizi il museo più visitato in Italia sorpassando sia il Colosseo che i musei vaticani e raggiungendo le gallerie più blasonate del mondo che hanno come capofila il Louvre seguìto dal museo di San Pietroburgo.
Non minore la soddisfazione di Cecile Hollberg, direttrice della Galleria dell’Accademia, che custodisce il David di Michelangelo. E’ la scultura più replicata della storia dell’arte e si possono trovare copie in tutto il mondo, solo negli Stati Uniti ce ne sono almeno dieci ma l’originale è questo dell’Accademia. E da bravi intenditori i turisti postcovid non di fanno sfuggire l’occasione di vedere il capolavoro di Michelangelo, il simbolo della bellezza maschile, anzi della bellezza.

“I numeri ci dicono che siamo andando alla grande”, esclama soddisfatta la direttrice. Un tempo le più affezionate ammiratrici del David erano le turiste americane che rimanevano incantate davanti a vincitore di Golia e non erano rari i casi di colpite dalla sindrome di Stendhal. Ora per vedere il David si sottopongono a lunghe ore di attesa nella coda per entrare anche i turisti europei in generale e quelli italiani in particolare, tutti attratti dai nuovi allestimenti e dal nuovo sistema di illuminazione che è stato realizzato durante il lungo periodo di chiusura forzata al tempo del covid.
Tutto insomma concorre a confermare l’andamento positivo di questa primavera, che aveva salutato con speranza il ritorno alla normalità dopo la fine dello stato di emergenza dichiarato dal governo e che era stato poi gelato dall’esplosione della guerra in Ucraina. Ma inaspettatamente o se vogliano nonostante la guerra i flussi del turismo non si sono arrestati, con soddisfazione degli operatori del settore. Gli esperti ci diranno il perché di questa insolita sfida, che stranamente ha visto i turisti prevalere sulla paura. Il risultato è che in quella che è rimasta per due anni una città letteralmente deserta e morta, Firenze, le strade sono tornate ad animarsi e a parlare le lingue del mondo, dall’americana a quelle europee, italiano in testa e perfino russo, sebbene scarseggino ancora i giapponesi e siano pressoché assenti i cinesi.
E se il cuore dell’Europa è scosso dalle cannonate della guerra tra russi e ucraini non altrettanto queste ostilità si ripetono nel cuore dell’Italia ovvero sulle spiagge della Toscana, in particolare della Versilia, del Forte dei Marmi oltreché com’è tradizione consolidata sulla costa romagnola del mar Adriatico. Le vetrine delle molte agenzie immobiliari del Forte dei Marmi offrono in vendita un gran numero di ville favolose e si ignora chi siano i proprietari ovvero se quelle ville siano il segno di un ancor vivo interesse degli oligarchi e neo ricchi russi o al contrario l’allarmante prova della loro fuga dall’Italia. Ma è buona regola essere ottimisti e non sottovalutare la soddisfazione degli operatori che ci parlano di grande impennata nelle prenotazioni alberghiere. Certo non siamo ai numeri del periodo precedente al covid, quando al Forte venivano decine di migliaia di russi e ucraini e soprattutto del genere migliore ovvero con una gran voglia di fare spese pazze.
Tra i primi europei ad arrivare è stata segnalata l’ex cancelliera Angela Merkel nella veste di felice pensionata ma è nota la sua parsimonia e a parte il piacere di averla come ospite la sua vacanza non può rappresentare un elemento di svolta capace di dare ossigeno all’economia più bastonata che si ricordi dai tempi del piano Marshall.
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