Venezia non è nuova ai contagi ma nemmeno alle risurrezioni. Per secoli la sua popolazione è stata soggetta a fluttuazioni direttamente legate, ad esempio, alla peste. La prima grande epidemia di cui si conservi memoria risale al 1348. Una seconda ondata di contagi strinse nella morsa la città nel 1423, anno in cui per la prima volta nacquero gli ospedali specializzati nella cura della peste, i “lazzaretti”. Venezia fu ulteriormente scossa e decimata dalle epidemie del biennio 1575-1577 e da quella del 1630. L’epidemia si estinse nell’autunno del 1631 e il governo della Serenissima decise di tener fede al voto pronunciato dal doge un anno prima, erigendo il tempo votivo della Madonna della Salute, consacrata nel 1687. Sempre provvidenziali per la ripresa della città furono il sostegno fornito dalle confraternite laiche e dalle loro “scuole” come pure le cure prestate dagli ordini religiosi.

I segni della rinascita dal contagio rimangono memoria viva nel capoluogo veneto, incisi con forza nella tradizione: dal pellegrinaggio votivo del 21 novembre alla “Salute” sino alla festa estiva del Redentore, che trae origine da un voto del Senato della Repubblica di Venezia per far cessare l’epidemia del 1575-1577. Non fu solo la peste, comunque, a tormentare Venezia e, se in occasione di ogni contagio spettacoli e concerti risultarono sempre tra le prime attività proibite, è pur vero che i teatri vennero spesso rinnovati, al termine dei periodi di isolamento, come segnali di ripresa della vita ordinaria.

Oggi Venezia sta vivendo le conseguenze di un contagio globale che ben conosciamo. La città era già stata messa a dura prova dall’ acqua alta (o “aqua granda” nel dialetto locale) del 12 novembre 2019, l’inondazione che aveva fatto registrare un picco di 187 centimetri sullo zero mareografico, secondo livello più alto in assoluto da quando se ne ha memoria. I segnali di ripresa, oggi come nel passato, transitano anche attraverso l’amore e la creatività che i veneziani nutrono per la loro città. Tra le tante iniziative che stanno rianimando la ripresa delle attività a Venezia segnaliamo quella dei due attori comici Carlo & Giorgio che hanno ideato e prodotto l’originale format “Chi monta in gondola?” all’interno del quale, in diretta streaming da una tipica gondola, dialogano digitalmente con un ospite, accompagnandolo in una gita tra i canali, facendogli ammirare scorci inediti, mettendo alla prova con simpatici test il suo rapporto con il capoluogo veneto ma soprattutto richiamando l’attenzione sulla città e sui valori che la animano.
Ospite del primo episodio è stato proprio il direttore de La Voce di New York in un’ideale collegamento tra le isole veneziane e l’isola che contiene Manhattan, tra i vetri colorati di Murano e il palazzo di vetro dell’Onu, tra due città il cui solo nome rappresenta un marchio noto in tutto il mondo. I due attori veneziani, cresciuti nell’isola di Murano, oltre a solleticare l’italianità di Stefano Vaccara e a rinverdire i suoi ricordi sulla città lagunare hanno messo in rilievo i forti valori di libertà e indipendenza della testata da lui diretta dal 2013. «Con il progetto “La Voce di New York” –ha dichiarato Vaccara ai due attori- vorremo rappresentare un modello di legislazione per la protezione della libertà di stampa per l’Italia e il mondo» e a proposito della resilienza degli abitanti della “Grande Mela” ha messo in rilievo come «i newyorkesi non si abbattano di fronte alle fatiche della pandemia. Persino i turisti, adesso, possono essere vaccinati. Venezia è un esempio di come il genio umano raggiunge l’inarrivabile, una città che rende orgogliosa l’umanità, che appartiene a tutti –ha concluso- e per questo tutti dovrebbero partecipare al suo salvataggio»
Carlo D’Alpaos e Giorgio Pustetto, con il supporto anche di alcuni giovani dell’emittente universitaria veneziana Cube Radio e dell’Associazione gondolieri di Venezia, tenteranno di farlo con il sorriso e una serie di dirette dalla gondola che potranno essere seguite sul loro canale Youtube, sulla pagina Facebook Carlo & Giorgio o sul sito carloegiorgio.it.