Fondata nel VII° secolo, Grasse ha un’architettura provenzale con influenze genovesi, ed è nota da 400 anni come la capitale mondiale dei profumi, da quando Caterina de’ Medici vi fece produrre quelle essenze che ebbero fortuna alla corte di Francia, distillate dai fiori locali, che inizialmente servirono ad aromatizzare i guanti delle nobildonne. Grasse è tipica per le piazze e le fontane e la bella Cattedrale, ma anche per i suoi vicoli pieni di deliziosi negozietti e decorati, in alto, con ombrelli rosa. Se ne possono contare 1.500 nel tragitto fra Place de la Poissonnerie e Rue Mougins Roquefort, che riparano dal sole d’estate e che con il colore rosa sono un omaggio alla donna. Così come dedicate all’universo femminile sono le tre mostre (tutte a ingresso gratuito) che si possono ammirare fino all’ 8 ottobre. Mostre organizzate da Agnès, Anne, e Francoise Costa, le discendenti di Eugè Fuchs, un imprenditore che dopo la fine della Prima Guerra Mondiale si trasferì a Grasse acquistando due profumerie e diventando un importante collezionista di opere d’arte, in particolare dei dipinti del pittore locale Jean-Honoré Fragonard ( 1732-1806). Passione che trasmise ai suoi successori, in particolare al genero Jean-Francois Costa artefice nel 1975 del Museo del Profumo a Grasse. Seguirono due musei a Parigi, nel 1997 il Museo dei Costumi e dei Gioielli della Provenza, quindi il Museo Jean Honoré Fragonard nel 2011, e nel 2015 il Museo del Profumo “Opéra” a Parigi. Oggi “Fragonard” è un marchio leader nella profumeria mondiale, ma è anche sinonimo di passione per l’arte.
Le mostre sono tutte nel centro di Grasse. Al Musèe Fragonard, “Je declare vivre de mon art” è incentrata sulle opere pittoriche di quattro sorelle, Marie-Victoire, Marie-Élisabeth, Marie-Geneviève e Marie-Denise Lemoine e della loro cugina Jeanne Elisabeth Gabiou, tutte pittrici di talento, che crearono una sorta di collettivo bohemien, ai tempi della Rivoluzione Francese. Allieva di Elisabetta Vigée-Le-Brun (pittrice ufficiale della regina Maria Antonietta) la primogenita Marie-Victoire Lamoine aveva avuto una certa fama nel 1779 ritraendo la principessa di Lamballe e fece da guida alle altre, trasformando in atelier la loro abitazione parigina. Dopo la Rivoluzione, a partire dal Direttorio, le opere delle giovani donne iniziarono a trasmettere messaggi politicamente impegnati, anche se nascosti dal simbolismo, quando si basavano sulla fragilità dell’infanzia, sulle qualità morali e fisiche della donna dell’epoca o semplicemente sull’attualità politica. La loro storia annulla molti pregiudizi sulle donne artiste nel periodo rivoluzionario. La curatrice della mostra, Carole Blumenfeld, -dottore in storia dell’arte e ex-borsista dell’Accademia di Francia a Roma – è andata letteralmente a caccia dei quadri presso famiglie che li possiedono, per allestire la rassegna. Spicca il dipinto di Jeanne -Elisabeth Chaudet con la bambina che porta in spalla le armi del padre militare: vuole ritrarre una figlia felice della fine della guerra, o non piuttosto simboleggiare la fine di un potere patriarcale, oppure la predisposizione ad imbracciarle lei, la piccola, quelle armi?.
#SiamoAgata è il titolo-hasthtag della mostra fotografica, sempre al Museo Fragonard, con opere di fotografi incentrate sulla figura della patrona di Catania, una giovane siciliana vissuta nel secondo secolo dopo Cristo. Siciliani 6 su 7 degli autori selezionati dalle curatrici con un inedito mix di streetart e fotografia: accanto infatti a immagini dei murales catanesi di Salvatore Benintende (in arte TVBOY) e Luca Prete ci sono i lavori dei fotografi Carmen Cardillo, Laura Daddabbo, Gaetano Gambino, Egidio Liggera, Carmelo Nicosia.
Dall’icona secolare del seno tagliato a Sant’Agata come atto di violenza estrema, di negazione del femminile, al corpo-arma ostentato come atto di rivolta si confrontano gli artisti invitati dal Museo Fragonard per volere delle sorelle Costa, che alla Sicilia hanno dedicato la collezione dei profumi Fragonard di quest’anno.
“Païsano” al Museo Provenzale del Costume e del Gioiello di Grasse è una mostra dedicata al costume popolare e alle tradizioni provenzali, con abiti e accessori dal ‘700 all’inizio del XX° secolo. I costumi fanno parte dell’imponente e preziosa collezione di Hélène Costa, moglie di Jean Francois Costa, a capo delle profumerie Fragonard dal 1950. Fu lei a dare il primo impulso alla nascita del Museo Fragonard del Costume e del Gioiello di Grasse nel 1977, all’interno di un antico palazzo, dimora della marchesa di Cabris. Il museo fa parte delle quattro sedi espositive della Maison Fragonard tra Grasse e Parigi.
Vi è poi un’altra mostra da vedere (anch’essa ad ingresso gratuito) ed è quella permanente nel Museo Jean-Honoré Fragonard , con opere del celebre pittore e di due artisti di Grasse, Marguerite Gérard cognata e discepola di Fragonard e Jaean -Baptiste Mallet. Infine, si può anche visitare la storica Fabbrica della Profumeria Fragonard per conoscere come nascono le celebri essenze (visita gratuita) e su appuntamento partecipare a un corso per profumieri vero e proprio della durata di 1ora e 30, al termine del quale si avrà realizzato un profumo solo nostro. E passeggiando per le vie di Grasse impossibile non entrare nei negozi “Fragonard” per la casa o di abbigliamento, dove spiccano i colorati abiti estivi scelti personalmente da Agnés Costa, che coniugano qualità, vestibilità e costo.
Grasse è facilmente raggiungibile dall’Italia: dal confine di Ventimiglia ci si arriva con circa un’ ora di auto, passando per Cannes e /o per lo svincolo di Mougins. Dista da Cannes 20 km. ed è servita dalla strada Cannes-Grasse, collegata all’autostrada A8 (uscita 42). L’aeroporto più vicino è quello di Nizza a 40 km.