A soli 8 chilometri da Salerno, al suo confine meridionale, si trova un comune di circa 30.000 abitanti che è di scarso interesse per i turisti, se non come superbo punto di partenza per visitare i gloriosi siti della Costiera Amalfitana e le magnifiche rovine greche di Paestum. Il luogo in questione è Pontecagnano Faiano.
Eppure Pontecagnano ha fornito un grande contributo alla comprensione della storia antica della penisola italiana e di chi la popolasse. In breve, per rispondere alla domanda: chi erano gli antichi italiani?

Gli Etruschi rimangono l’affascinante ma ineffabile popolo antico di cui si sa ancora pochissimo. Quasi tutte le migliaia di iscrizioni etrusche rinvenute sono costituite da note funerarie e dai nomi dei sepolti. Si conosce l’alfabeto, si riescono a pronunciare i nomi, ma si conosce poco oltre al fatto che la lingua e il popolo non fossero indoeuropei. Sebbene Plinio (HN 3.70) sospettasse già che l’Ager Picentinus, sulla costa tirrenica a nord-ovest del Sele, fosse un tempo territorio etrusco, l’opinione modernamente accettata è che gli Etruschi non si siano insediati a sud della Toscana e dell’Umbria – un’area che viene solitamente indicata come “tra l’Arno e il Tevere” – a partire dal 1.100 a.C.
La scoperta di vasti campi tombali a Pontecagnano, datati dalla prima età del ferro all’epoca romana (con una lacuna dal VI al IV secolo), ha stravolto tutto, quando, a partire dagli anni ’60, gli archeologi hanno iniziato a portare alla luce una vasta necropoli etrusca. La scoperta, con i suoi fantastici reperti, cambiò di fatto tutto ciò che era conosciuto della civiltà etrusca, della sua diffusione e della storia della Campania. Questo è l’attuale sito del Parco Archeologico di Pontecagnano.
L’area fu colonizzata già nell’Età del Rame (3500-2300 a.C.), come testimoniano gli scavi archeologici di due santuari e due necropoli. Nel IX-VIII secolo a.C. sono stati rinvenuti resti appartenenti alla Cultura Villanoviana, predecessore degli Etruschi. La presenza etrusca ebbe il suo apice nell’attuale Pontecagnano, intorno all’anno 600 a.C. e poco dopo, quando si chiamava Amina e conviveva con alcune delle mitiche città della Magna Grecia come Poseidonia (Paestum), Velia, Pithecusa (Ischia) e Cuma. Sebbene oggi sia una città poco rilevante, un tempo Pontecagnano era un importante crocevia di merci, idee e popoli provenienti da tutto il Mediterraneo: Greci, Fenici, Etruschi e altri. La città iniziò a decadere intorno al 550 a.C. Come altri popoli italici, gli Etruschi di Amina si ribellarono all’egemonia romana nelle lotte successive; ad esempio, si schierarono con Annibale nella Seconda Guerra Punica, una scelta che costò loro molto cara, dato che i Romani rasero al suolo Amina per due volte.

Gli scavi moderni sono stati avviati da P.C. Sestieri nel 1959. Attualmente sono sotto la direzione di Gina Tomay, e attirano archeologi famosissimi da molti Paesi. Pontecagnano è particolarmente celebre per le sue tombe dell’Età del Ferro e orientalizzanti, con ricchi corredi che rivelano come Pontecagnano in quei periodi abbia svolto un ruolo centrale per gli scambi e le interazioni culturali in gran parte della penisola italiana e della Sicilia.
Finora gli archeologi hanno rinvenuto circa 9.000 tombe nella zona. Molti dei manufatti, come ceramiche, gioielli e oggetti domestici, possono essere ammirati al Museo Archeologico Nazionale dell’Agro Picentino e al Parco Archeologico di Pontecagnano, con reperti che vanno dalla Preistoria (3.500-2.300 a.C.) all’età romana (dal III secolo a.C. al V secolo d.C.).

Al suo apice, la città di Picentia, come l’Etruria stessa, sembra essere stata una società in cui il potere politico ed economico era nelle mani di un’aristocrazia, dominata da potenti principi che conducevano uno stile di vita lussuoso. Il museo presenta un’impressionante esposizione di una delle più antiche tombe aristocratiche rinvenute in Campania. Si tratta del giaciglio di una principessa, accompagnata nella morte da una vasta gamma di gioielli e altri simboli di rango. Tali tombe riflettono un certo modello sociale in cui le donne etrusche godevano di maggior prestigio e potere rispetto alle loro controparti greche o romane.
Il recente ritrovamento dell’agosto 2021 dei resti di un ragazzo di 12 anni che indossava una cintura di bronzo da guerriero e ai piedi coppe di ceramica per il cibo e il vino nell’aldilà, costituisce il 10.000° ritrovamento a Pontecagnano in oltre 60 anni di successi. Il museo espone oggetti dalla Grecia all’Egitto, dalla Sicilia alla Sardegna, fino all’Estremo Oriente, tutti ritrovati a Pontecagnano.
Senza dubbio è un’attrazione imperdibile per i turisti, e soprattutto per gli appassionati di storia. Il Colosseo di Roma è il primo sito turistico visitato in Italia. Pompei è il secondo. Gli scavi delle necropoli e il Museo Archeologico Nazionale dovrebbero essere tra le attrazioni principali. Ma con tanti altri siti fantastici nella zona, come Paestum, Ercolano, Pompei, Sorrento, Capri e una mezza dozzina di altri luoghi “imperdibili”, tutti facilmente raggiungibili, è difficile scegliere. Vale sicuramente la pena di visitarla se si desidera uno sguardo più approfondito sulla storia italiana, anzi, sulla storia della civiltà occidentale, prima dei Romani e persino prima dei Greci.

Per quanto riguarda l’alloggio, ci sono molte opzioni meravigliose lungo la Litoranea a Pontecagnano. Il migliore è l’Hotel Olimpico Resort, un 4 stelle che soddisfa gli standard più elevati che qualsiasi viaggiatore possa desiderare, con camere belle, pulite e di varie tipologie per soddisfare tutte le esigenze, persino ville indipendenti con piscina privata in una proprietà dagli splendidi paesaggi. La piscina principale, in stile hollywoodiano, è un luogo ideale per rilassarsi, e la cucina, casalinga e sofisticata allo stesso tempo, è servita da uno staff caloroso e cordiale.
Chi preferisce nuotare a mare, sarà felice di sapere che c’è una spiaggia privata proprio di fronte. L’hotel offre anche una navetta gratuita che vi porterà alla stazione ferroviaria di Salerno o al porto, dove potrete salire su un traghetto per visitare le isole della Costiera Amalfitana.
Traduzione di Gennaro Mansi