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July 3, 2015
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L’Independence Day a New York è storia, spiagge e fuochi d’artificio

Maurita CardonebyMaurita Cardone
Time: 7 mins read

Patriottici o meno, per tutti gli americani il quattro luglio è una giornata di festa e piaceri. La data  segna l’apertura ufficiale della stagione estiva e a New York quest’anno, dopo un giugno piovoso da schizofrenia termometrica, siamo tutti pronti a dare il calcio d’inizio all’estate. Nonostante le previsioni meteo al momento non facciano sperare per il meglio, la città è tutta un prepararsi per picnic, barbecue e attività all’aria aperta di ogni genere e sorta, classico condimento della giornata più americana del calendario.

Un tuffo nella storia

declarationIl 4 luglio è il giorno dell’Indipendenza, festa federale la cui tradizione risale alla Rivoluzione Americana (1775-1783).  Il 2 luglio 1776 il Secondo Congresso Continentale delle tredici colonie che al tempo componevano l’embrione di ciò che sarebbero diventati gli Stati Uniti d’America votò in favore dell’indipendenza dalla Gran Bretagna. Il 4 luglio il Congresso firmò la Dichiarazione d’Indipendenza con cui affermava la propria autonomia. Da allora la ricorrenza è celebrata in tutto il Paese ed è diventata festa nazionale ufficiale nel 1941, celebrata da un lato all’altro degli States con fuochi d’artificio, parate, concerti, barbecue e gite fuori porta. Comune denominatore: stare all’aperto.

A New York sono tante le possibilità, anche per chi è solo di passaggio, di immergersi nello spirito dell’Independence Day. Per chi è interessato all’aspetto storico della festa, sono tanti gli eventi  che consentono di approfondire la conoscenza di quel momento cruciale della storia degli Stati Uniti che vide New York (che al tempo era una cittadina che occupava soltanto la punta meridionale dell’isola di Manhattan, estesa su un’area che oggi va da Battery Park a Wall Street) protagonista di tante battaglie e momenti decisivi nel percorso di creazione della Nazione.

Per gli amanti della storia una chicca da non perdere è la passeggiata notturna alla scoperta dei luoghi della città che fecero da scenario a importanti momenti della storia rivoluzionaria. Per il tredicesimo anno consecutivo, l’Annual Nighttime Walking Tour of Revolutionary War New York, porta i visitatori in giro per Lower Manhattan, dalle 3 del mattino fino all’alba, con partenza dal Fraunces Tavern Museum, luogo in cui George Washington pronunciò il discorso con cui diede l’addio agli ufficiali della Continental Army.

RichmondMa se nella moderna city, molti dei luoghi in cui avvennero i fatti di quegli anni portano solo nel nome la memoria di quegli eventi, basta uscire dall’isola di Manhattan per fare un vero tuffo nel passato. A Staten Island la Historic Richmond Town, un’autentica cittadina della metà del Seicento con rievocazioni storiche e personaggi in costume, per il 4 luglio organizza attività per famiglie, una parata tutta dedicata ai bambini e la lettura teatrale della Dichiarazione d’Indipendenza. 

A Governor’s Island (isoletta a sud di Manhattan facilmente raggiungibile con il traghetto che parte dal Battery Maritime Building di Lower Manhattan ogni mezzora) apre proprio il 4 luglio una mostra dedicata al ruolo di New York nella guerra d’Indipendenza. Revolution: Independence and NYC racconta la vita dei soldati e dei civili newyorchesi durante la rivoluzione americana, in un luogo che in quegli anni ebbe un ruolo strategico per le truppe rivoluzionarie così come per la milizia britannica.

Quest’anno, poi, un evento straordinario aggiungerà un ulteriore tocco di orgoglio patriottico alle celebrazioni newyorchesi. Il 1° luglio, infatti, è approdata nel porto di New York dove resterà aperta ai visitatori fino al 5, la replica fedele della fregata Hermione che nel 1780 portò il generale Lafayette dalla Francia a Boston per offrire il supporto francese alla guerra di indipendenza che George Washington stava combattendo contro la corona inglese. 

hermioneIl 4 luglio la nave, che sta intraprendendo un viaggio lungo la costa Est degli USA, navigherà in parata con altre barche dal Verazzano Bridge alla Statua della Libertà per poi solcare le acque dell’Hudson fino all’Intrepid Museum di 46th street e ritorno. 

Quando si parla di storia americana, troppo spesso c’è un grande assente: i nativi. Per ricordarsi che all’epoca della rivoluzione New York era terra di popolazioni indiane, bisogna fare un salto a Brooklyn dove al Fort Green Park i rangers del parco guidano i visitatori lungo percorsi educativi che ricostruiscono la vita dei coloni e dei nativi americani in quella zona negli anni della Rivoluzione.

La bestia americana

Se non siete tipi da esperienza culturale, ma non volete rinunciare alla vostra dose di patriottismo a stelle e strisce, c’è un’americanata che non potete perdervi: Release the Merican Beast è un party pensato per dare libero sfogo alla bestia patriottica che è in ogni statunitense che si rispetti. Gli organizzatori promettono birra scadente, quantità industriali di cibo dal dubbio valore nutrizionale e musica per orecchie non troppo raffinate. Con una concorso a chi mangia più donuts, gare di forza, bevande a tema americano e band che vanno dal soul al funk, dallo psych all’arena-rock, partecipare a questa festa è roba da green card onoraria.  

Un 4th of July a bocca piena

Nathan'sE se le americanate sono ciò che cercate da questo 4 luglio, non perdetevi l’appuntamento con una tradizione tutta newyorchese; il Nathan’s International Hot Dog Eating Contest, una sfida a chi riesce a ingurgitare più hot dog in dieci minuti. L’anno scorso il vincitore, con 61 hot dog trangugiati con successo, è stato Joey Chestnut, veterano del concorso che l’anno precedente aveva stabilito il record storico di 69. Quello di Nathan non è un panino qualunque, ma un hot dog con una lunga storia e tradizione. Oggi Nathan’s è una catena con sedi fino in Costa Rica, Russia e Malesia, ma per i suoi hot dog usa ancora la ricetta della suocera di Nathan, immigrato polacco che nel 1916 aprì quel primo ristorante a Coney Island che ancora oggi ospita il concorso annuale. Il Nathan’s International Hot Dog Eating Contest è probabilmente una delle esperienze più americane che vi potrà capitare di vivere a New York, ideale per celebrare un 4th of July the American way.

E già che siete a Coney Island, potete approfittarne per fare un giro al luna park, una passeggiata sull’affollatissima passerella tra pesce fritto e bevande ghiacciate o un tuffo nell’Atlantico, aspettando i fuochi d’artificio che a mezzanotte illumineranno la spiaggia.

Tutti al mare!

Coney Island è la spiaggia più famosa di New York e una delle scelte più popolari per il 4 luglio. Ma sono tante altre le spiagge della città dove si può passare un Independence Day balneare. Se siete tipi che alla spiaggia sono attratti più per i bagni di folla più che per quelli in mare, la festa in spiaggia alle Rockaways potrebbe fare al caso vostro. Get Summered, al Riis Park Beach Bazaar, promette DJ-set, performance dal vivo e alcol a fiumi a partire dal mattino fino a notte fonda.

A bordo!

Se le folle oceaniche e le danze sudate con i piedi nella sabbia non sono il vostro genere, potete optare per una scelta un po’ più d’elite. I fortunati newyorchesi che hanno una barca, già dalle prime ore del mattino veleggeranno dal porto di New York verso il Long Island Sound per poi tornare al tramonto e aspettare i fuochi d’artificio nell’East River. Se non siete tra quelli con la barca ancorata nel porto di New York né avete uno di questi privilegiati nel vostro giro di amicizie, non disperate. Un’opzione forse un po’ più popolare ma che promette di non deludere la offrono diverse compagnie che per il 4 luglio organizzano crociere nella baia di New York: pranzo a buffet, bibite, musica e intrattenimento dal vivo fino a mezzanotte quando gli immancabili fuochi d’artificio di Macy’s illumineranno lo skyline di Manhattan.

fuochiUn’indipendenza col botto

Per chi invece i fuochi dovrà vederli dalla terra ferma, il consiglio è di cercare un terrazzo o un tetto affacciato verso est e abbastanza alto da garantire la visione dell’East River. Per il secondo anno consecutivo, infatti, lo spettacolo pirotecnico torna sull’East River dopo aver illuminato l’Hudson per anni. Il grosso dei fuochi d’artificio sarà nell’area del fiume tra il Manhattan e il Brooklyn Bridge. Alcuni dei fuochi sono a livello dell’acqua e per godere appieno dello spettacolo è quindi necessario trovare una postazione che permetta di vedere bene non solo in alto ma anche in basso.

Al primo posto per vista c’è il rooftop dell’Hotel on Rivington, su Rivington Street, appunto, che offre, per un prezzo ragionevole, l’opportunità di guardare dall’alto in basso il caos della città e godersi i fuochi comodamente seduti a sorseggiare un cocktail nell’elegante terrazza dell’albergo.

Se invece ci tenete a restare coi piedi per terra e a (stretto) contatto col popolo newyorchese, iniziate ad organizzarvi per assicurarvi un posto sull’FDR Drive: la superstrada che costeggia l’East River chiude al traffico veicolare il  tratto tra il Pier 6 e Montgomery Street per consentire ai pedoni di affacciarsi sull’East River e godere dello spettacolo pirotecnico.

Sull’altra sponda del fiume, un’opzione un po’ costosa ma sicuramente d’effetto la offre la Brooklyn Grange Rooftop Farm, un orto urbano ospitato sul tetto di un edificio affacciato su Flushing Avenue, che per l’occasione organizza una serata di barbecue, birra locale e musica dal vivo.

Pub CrawlAnche a Brooklyn, per gli amanti delle folle e della democrazia, l’alternativa popolare (e a costo zero) è Dumbo che, con la sua vista mozzafiato sullo skyline di Manhattan, consente di godersi lo spettacolo, magari bagnandosi i piedi nel fiume. 

A tutto alcol

Se invece i fuochi d’artificio preferite averceli nella testa, potete sempre optare per un 4 luglio alcolico. La Red, White and Brew pub crawl è quello che fa per voi: una sorta di via crucis tra selezionati bar della città che promettono di farvi dimenticare che giorno è.

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Maurita Cardone

Maurita Cardone

Giornalista freelance, abruzzese di nascita e di carattere, eterna esploratrice, scrivo per passione e compulsione da quando ho memoria di me. Ho lavorato per Il Tempo, Il Sole 24 Ore, La Nuova Ecologia, QualEnergia, L'Indro, senza che mai mi sia capitato di incappare in un contratto stabile. Nel 2011 la vita da precaria mi ha aperto una porta, quella di New York: una città che nutre senza sosta la mia curiosità. Appassionata di temi ambientali e sociali, faccio questo mestiere perché penso che il mondo sia pieno di storie che meritano di essere raccontate e di lettori che meritano buone storie. Ma non ditelo ai venditori di notizie.

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