A un secolo dal suo inizio, la Prima Guerra Mondiale occupa ancora uno spazio molto importante nella memoria collettiva delle persone. Ogni anno infatti storici e appassionati conducono ricerche e studi sul periodo compreso tra il 1914 e il 1918 che ha radicalmente cambiato il corso della storia contemporanea.
Uno dei motivi per cui questo avvenimento è ancora così coinvolgente ed emozionante è la presenza, sui territori dove si è combattuta e vissuta la guerra, di innumerevoli tracce e monumenti ad essa legati. Le esigenze militari dell'epoca, infatti, portarono ad una profonda trasformazione del paesaggio che, nonostante i catastrofici avvenimenti della Seconda Guerra Mondiale, è sopravvissuta fino ai giorni nostri. Queste numerose testimonianze, spesso collocate in scenari naturali di incredibile bellezza, sono oggi degli importanti segni della memoria in grado di emozionare. All'interno delle fortificazioni, ad esempio, è possibile vedere con i propri occhi e toccare con le proprie mani quei luoghi dove migliaia di uomini hanno combattuto e dove sono state scritte numerose pagine della nostra storia. Un'esperienza unica nel suo genere che non lascia indifferenti. Ripercorriamo insieme i luoghi che hanno sancito alcuni momenti drammatici ed emozionanti che passano attraverso terre di confine come il Trentino, l’Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia, attraverso gli itinerari più rappresentativi.
Una campana in segno di pace

Campana della Pace, Rovereto
L’intero Trentino, con i suoi musei e i suoi monumenti, costellato di forti, trincee, camminamenti e gallerie che raccontano con immediatezza le vicende di un secolo fa, può essere considerato un Parco della Memoria. Prima tappa Rovereto, il luogo simbolo della Grande Guerra, dove si trova “Maria Dolens”, la Campana realizzata nel 1925 fondendo il bronzo dei cannoni delle nazioni partecipanti al Primo conflitto mondiale. Ogni sera, con i suoi cento rintocchi, commemora i caduti di tutte le guerre e invoca la pace tra i popoli. E sempre qui si trova il più importante museo italiano che si occupa di Grande Guerra, il Museo Storico Italiano della Guerra, sorto nel 1921, che per l’occasione in una delle sale più antiche ospita l’allestimento La guerra sul fronte italo-austriaco 1915-1918 e la mostra temporanea Pasubio 1915-1918. La lunga battaglia. Al MART di Rovereto dal 4 ottobre si potrà inoltre visitare la mostra La guerra che verrà non è la prima.

Museo della Guerra, Rovereto
In Val di Sole, a raccontare quegli anni vi è innanzitutto lo sbarramento del Tonale: cinque fortificazioni austriache che avevano la funzione di chiudere l’accesso alle truppe italiane. Per i più allenati, a Punta Linke, a quota 3.600, di fianco al Rifugio Mantova dell’Ortles, è stata riaperta una caverna lunga 30 metri dove, fino alla fine di ottobre 1918, i soldati hanno vissuto assicurando il funzionamento della teleferica austriaca. È stato così possibile ritrovare alcuni oggetti della loro vita quotidiana. Testimoni della guerra bianca sono anche i resti di soldati che, periodicamente, affiorano dai ghiacci e che vengono sepolti nel piccolo cimitero di guerra di San Rocco, a Pejo, dove il piccolo e ben curato Museo La guerra sulla porta assicura una ricca e coinvolgente narrazione delle vicende. In Val Rendena e nelle Giudicarie una tappa oltremodo suggestiva è rappresentata dalla galleria del Corno di Cavento dalla quale, dopo essere stata liberata dal ghiaccio, è stato possibile recuperare intatti strutture e reperti lasciati dai soldati alla fine del conflitto. In questo angolo di Trentino altri testimoni possenti del conflitto sono i forti Corno e Larino, in Valle del Chiese. Il primo, disteso su uno sperone di roccia a 1.068 metri di quota, nelle sue 58 stanze, molte delle quali ottimamente conservate, poteva ospitare fino a 160 soldati; il secondo costituisce un esempio di forte costruito con conci di granito lavorati a scalpello. Di grande interesse sono anche la Linea dei Lupi, presidiata durante la guerra dalla Brigata Toscana, e il monumentale cimitero austro-ungarico di Bondo, costruito nel 1916, che raccoglie le spoglie di 697 soldati. Un dedalo di trincee, postazioni e camminamenti caratterizzano Cima Oro e il colle di Bezzecca, così come Cima Capi, ricca di manufatti bellici, raggiungibile tramite un percorso suggestivo che si apre su balconi a picco sul Lago di Garda.
In Alto Adige tra fortezze e trincee
L’Alto Adige è una delle zone dell'arco alpino che porta le tracce più significative e peculiari del primo conflitto mondiale. Esempi degni di nota sono i musei all'aperto come quello del Monte Piana, con le sue trincee e le sue postazioni militari, oppure quelli tradizionali come la mostra di Bellum Aquilarum o Memorie della Grande Guerra a Bolzano. Per i più avventurosi, da non perdere sono le gallerie del Lagazuoi, che si snodano per più di un chilometro all'interno dell'omonimo monte, costruite dagli alpini con lo scopo di caricarle di esplosivo e far quindi arretrare l'esercito nemico. Meritevoli di una visita sono anche le fortezze militari austro-ungariche, a partire da quella di Fortezza, una delle opere militari austro-ungariche più imponenti presenti in Italia, costruito in tre parti distinte, di cui le prime due collegate da un tunnel sotterraneo composto da 433 scalini che permettevano di colmare gli 80 metri di dislivello tra le due parti del forte. L’ultima parte, il blockhaus esterno, venne ricavato da uno dei piloni del ponte che permettevano di attraversare l'Isarco. Particolare in Alta Badia, l’iniziativa di alcuni cuochi stellati, che propongono piatti semplici ed umili come quelli consumati sul fronte con tanto di servizio nelle classiche gavette.
Le Portatrici Carniche, uno dei simboli della Grande Guerra in Friuli Venezia Giulia

Parco tematico Monfalcone. Foto: Marco Mantini
Tutto il Friuli è stato accomunato dal grande evento che sconvolse l’intera Europa e molti sono gli itinerari che ripercorrono le drammatiche vicende. Sulle alture carsiche alle spalle di Monfalcone, di grande interesse è il Parco Tematico della Grande Guerra, esteso su circa 4 kmq. Gli itinerari si snodano per caverne e trincee italiane e austroungariche, contrapposte a pochi metri le une dalle altre, dove, oltre alle postazioni di guerra, si possono trovare messaggi di speranza e di pace, scritte ed incisioni lasciate dai combattenti. Il più grande Sacrario Militare Italiano si trova a Redipuglia sul versante occidentale del Monte Sei Busi che fu aspramente conteso perché consentiva dalla sua sommità di dominare l'accesso da ovest ai primi gradini del tavolato carsico. L'opera, che custodisce le salme di 100.000 caduti della Grande Guerra, si presenta come uno schieramento militare con alla base la tomba del Duca d'Aosta, comandante della III armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali.

Redipuglia (GO), Sacrario militare
Sempre da Redipuglia, il 2 novembre partirà il treno della memoria con destinazione Caporetto, in Slovenia, dove ebbe luogo la Dodicesima Battaglia dell'Isonzo che si trasformò nella tristemente nota Disfatta di Caporetto. Ad accompagnare i viaggiatori sono i rievocatori nelle uniformi d’epoca degli eserciti allora schierati in lotta. Molto suggestivo è il percorso Le Vie della Guerra fra San Daniele, Forgaria e il Monte Cuar, un tragitto che, partendo dal ponte Cornino, si snoda lungo circa 40 chilometri fra paesaggi mozzafiato, residuati bellici e architettura locale, fino ad arrivare a San Daniele del Friuli dove è possibile visitare una interessante struttura museale, la Sala Esposizione dei Cimeli Militari, e la zona del Castello, dove il 30 ottobre 1917, vi fu uno strenuo tentativo di resistere all’avanzata dell’esercito austro-germanico.
E che dire della Carnia, terra di confine tra il Regno d’Italia e l’impero Asburgico, e teatro di una logorante guerra di trincea? Nascosti tra splendidi paesaggi montani si incontrano ancora camminamenti, torrette di osservazione, gallerie e fortini. Qui è intenso il ricordo delle Portatrici Carniche, eroine che a rischio della loro vita, tenevano i collegamenti con le trincee, portando di nascosto ai soldati non solo viveri, ma anche munizioni. E le immagini del grande conflitto non possono che chiudersi lassù a Paluzza, dove si trova l’unica caserma italiana intitolata a una di queste donne, Maria Plozner Mentil, uccisa appunto mentre trasportava armi in prima linea.
Info dettagliate su percorsi, itinerari, vicende storiche, materiale iconografico e video dell’epoca, con una cartografia interattiva e una vera e proprio linea del tempo per viaggiare nella storia sono disponibili sul sito internet degli Itinerari della Grande Guerra.
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