Una vera master class. Un pianista, due giovani soprani, un direttore d’orchestra. Delle prove. Semplici mirate. Lei riesce a tenere un bellissimo filato, spiega il direttore, prima di farle ripetere un brano enfatizzando la sua capacità di tenera a lungo la nota. Lei riesce ad arrivare fino al mi bemolle, non succede sempre, dice dell’altra. Impariamo ad ascoltare nella master class di Alvise Casellati all’Istituto Italiano di Cultura di New York. Il maestro è qui per un concerto che si terrà lunedì sera 26 giugno dalle 7 alle 8,30 pm a Central Park Naumburg Bandshell (pioggia permettendo, controllare sul sito di operaitalianaisintheair), un concerto gratuito con brani di opere.

“I miei nonni non erano musicisti ma cantavano la Tosca, l’opera era popolare negli ultimi 75 anni si è trasformata ed è diventata un affare per anziani e per ricchi. Il mio intento è cercare di renderla popolare di nuovo, portandola fuori dai teatri, all’aperto, offrendola a chi non se la può permettere, a chi non la conosce. Mi è capitato tante volte di sentire dal pubblico: ero passato per caso e mi sono fermato non sono più riuscito ad andarmene.”
Le due giovani soprano sono arrivate da Roma, sono Valentina Gargano e Mariam Suleiman, hanno studiato all’Accademia di Santa Cecilia e hanno voci bellissime, da San Francisco arriverà la celebre Angela Meade, poi ci saranno musicisti del Metropolitan Opera, Julliard School, e teatro dell’opera di Roma. Cantanti del Rising Voices Choir del Department of Music Therapy del Memorial Sloan Kettering eseguiranno l’inno nazionale con l’orchestra. E i pazienti dell’ospedale potranno seguire in streaming come il pubblico da casa attraverso il canale YouTube Opera Italiana.

“Opera Italiana is in the air” nasce nel 2017 dalla necessità, che ho avvertito, di divulgare l’opera, di farla tornare popolare. – spiega Casellati – In passato la gente cenava e intanto iniziava l’opera, l’ouverture serviva per richiamare il pubblico in sala, fargli capire che l’opera stava per cominciare. All’opera andavano tutti. Oggi dobbiamo usare i social altrimenti ci perdiamo la fascia dai 15 ai 40 anni, dobbiamo rendere l’opera fruibile da tutti. Così quest’anno abbiamo iniziato a piazza di Siena il 24 maggio, ora siamo a New York, poi il 21 settembre a Washington parteciperemo alla giornata internazionale della pace.”
Sono concerti finanziati da sponsor privati in cui Casellati vuole anche offrire una possibilità ai giovani di esibirsi. Così giovani sono le soprano e giovanissimo il compositore ospite Isaac Thomas. “Avevo chiesto alla Julliard School di sottopormi le composizioni di ragazzi sotto i 18 anni. Quando le ho ascoltate sono rimasto colpito solo da una. E quando ho chiesto chi era il compositore ho scoperto che era un ragazzo di 11 anni, non lo avrei mai immaginato. E così eseguiremo il suo brano “All Around Earth”.”

Il piccolo genio studia alla Julliard violino pianoforte e composizione. Ha cominciato a studiare a 3 anni non perché ci fossero musicisti in famiglia, ma perché sentiva la musica dentro. La musica d’altronde deve esercitare questo richiamo fortissimo. Ne sa qualcosa Alvise Casellati. “Io facevo l’avvocato. Mi sono diplomato in violino a 21 anni mentre ero al terzo anno di legge poi ho fatto il master e ho sostenuto l’esame da avvocato in Italia e in America. A New York ho vissuto 12 anni, occupandomi di diritti d’autore, pensavo mi bastasse, poi ho avuto un incidente grave, sono finito in ospedale e mi sono chiesto se la mia vita fosse finita allora ne sarei stato soddisfatto? No, avevo tralasciato la mia vera passione. Così mi sono iscritto nel 2007 alla Julliard school ai corsi serali continuando a lavorare di giorno poi ho fatto un concerto a New York la voce si è sparsa e tramite il mio maestro Piero Bellugi sono riuscito a debuttare alla Fenice.”
Questo concerto è anche finalizzato a sensibilizzare il pubblico al rispetto della natura, sono stati scelti quindi brani ispirati dalla natura di vari compositori (il programma sul sito https://www.operaitalianaisintheair.com/home). “L’opera è nella nostra cultura di italiani – conclude Casellati – ed è internazionale. uno spettacolo di prosa all’estero non lo si può ascoltare per via della lingua, ma l’opera sì perché la musica trascina e la lingua allora la si impara. E’ proprio grazie alla lirica che l’italiano è parlato nel mondo e noi dobbiamo quindi renderla sempre più accessibile e amata.”
