Amiche, amici, scusatemi! Il tempo vola a New York ed é improvvisamente trascorso un mese dal mio ultimo articolo. É appena finito l’anno scolastico, l’anno di danza, di nuoto, di arte e…non ci vedo più dalla voglia di completare questa programmazione meticolosa delle vacanze estive! La scelta non è facile: campo estivo della scuola, o altrove? Ma va, mandiamola in Italia dai nonni!
Ricordo quando con ansia noi bambini attendavamo la fine della scuola. Era finalmente arrivata l’ora del relax, dell’interminabile gioco e il tempo per il mare! Ho, dunque, voluto che anche mia figlia crescesse, come me, al sapore di mare italiano!
Dopo un’attenta analisi costo-effetto, decisione tra campo estivo della scuola o della palestra, abbiamo valutato e deciso che “mandare i figli al campo italiano aka coi nonni” risultasse essere la decisione migliore, sotto molteplici punti di vista, bensì fosse stata una scelta difficile ma ben ponderata. Così come noi italiani, anche la maggior parte delle famiglie europee (in particolar modo quelle spagnole, greche e francesi) e latino-americane di New York concordano con la nostra scelta.
Pensateci bene: quanto sono fortunati i nostri figli a vivere a New York e a trascorrere le vacanze sulla penisola italiana, e/o eventuali isole, a godersi il mare, il sole, e tanto gelato fresco del Bel Paese?
Negli ultimi tre anni, Victoria ed io siamo state delle viaggiatrici instancabili, e abbiamo trascorso l’estate principalmente tra Napoli/Ischia, insieme ai miei genitori e mia sorella, cugini e tanti amici, con viaggi a Parigi e in giro per l’Italia.
L’anno scorso, però, abbiamo deciso di “provare” il tanto amato e osannato “summer camp” dei newyorkesi, e devo ammettere che “il campo estivo” é una figata per i bambini! Ci siamo fatte facilmente coinvolgere dalla nostra amica Ilenia e le sue adorabili figlie. Le bambine erano davvero entusiaste di giocare insieme, sperimentare l’acqua e i ghiaccioli in giornate calde. L’esperienza é sicuramente memorabile e cambia a seconda dell’età, ma col crescere alle attività di aula si affiancano uscite al parco, in piscine, allo zoo.
Sono tanti i vantaggi del summer camp americano, con le mille opzioni disponibili sia in città che fuori, dalla palestra Equinox e NYSC, a YMCA, NY kids club, a Bright Horizon e via dicendo. Quando si gioca tutti insieme, in classe o fuori ai playground, si rafforza il carattere del bambino. Aumenta il senso di appartenenza al gruppo, autostima, coraggio, audacia, rispetto per le regole e gli altri, si gioca e si socializza sotto i raggi del sole, tra fontane sgorganti e altalene.
I vantaggi del campo estivo in Italia sono altrettanto riconosciuti. Tanto buon cibo, apprendimento della cultura e lingua italiana, lo sviluppo di un legame più forte con nonni, zii e cugini, spirito di avventura e voglia di viaggiare, gioco in spiaggia con bambini locali e apprendimento di modi, usanze e costumi del posto.
Non solo. Diventa anche un momento essenziale per la coppia, per il genitore, per respirare e riprendersi dai ritmi intensi dell’anno, dell’inverno.
Gli svantaggi sono comunque palesi. Avere un figlio lontano significa vivere di preoccupazioni, ansie, a prescindere dalla fiducia che si abbia nei nonni o zii che accudiranno la pargoletta. Tra pochi giorni la partenza. Valigie e figlia verrano spedite insieme ad una lettera intitolata “Istruzioni per l’uso”. Sono sicura i miei la leggeranno e dimenticheranno nell’arco di un nano secondo ogni suggerimento, nonostante la paura della mia interrogazione telefonica rassicurativa che abbiano effettivamente “recepito il messaggio”.
Con l’avvicinarsi della partenza sono stata assalita da paure, ansie, tanti ripensamenti e ho probabilmente telefonato e cercato conforto in molte amiche italiane di New York che, prima di me, hanno già sperimentato “l’invio d’estate dei bambini in Italia”. Elena, Gigliola, ma anche la mia amica polacca Aga, greca Marina e le tante amiche spagnole e francesi che mi hanno inviato rassicurazioni da diverse regioni. Non preoccuparti: si divertira’, si leghera’ al nostro paese, alla famiglia italiana. Non preoccuparti. E se si rattrista? E se le manchiamo troppo? Risposte: telefono e videochiamate diventeranno il tuo pane di comunicazione quotidiano, al massimo si prende un volo in caso di emergenza e nel giro di due giorni sarete insieme.
Ma poi ci penso? Le potrei/potremmo anche mancare ma il divertimento e piacere derivante dal gioco al mare, con secchiello e palette, costruendo castelli di sabbia, e tuffandosi in piscina con altri amichetti è incommensurabile. Se potessi, questa estate, ritornerei bambina anche io, un’altra volta. Adoro l’estate. I sapori, I ricordi e l’esperienza che l’accompagnano. Il profumo dei limoni, il sapore del gelato fresco in pomeriggi caldi, la musica in piazza, I vestiti da sfilate, il riposino doveroso pomeridiano. C’e’ tanto da apprezzare, in un’estate italiana.
Lasciamo il campo estivo ad altri tempi. Quando mi chiederà lei di voler rimanere in città, allora non andrà in Italia. Intanto, vorrei che crescesse costruendo castelli di sabbia cosi’ come ho fatto anche io. In Italia.
Ho comunque creato una scatola piena di regali, che dovranno aprire ogni giorno o ogni due giorni, a seconda dello stato nostalgico della piccola, cosi da ricordarle che la pensiamo, che ci siamo. Le ho inviato una valigia di giocattoli, utensili, plastilina e peluche da poter abbracciare quando mamma non ci sarà a consolarla per I suoi capricci. Sono pronta, a soffrire, mentre si lamenta al telefono che nonno l’ha portata via dalla spiaggia o dalla piscine ma lei ci voleva restare ancora più a lungo.
E voi? Quali sono i vostri programmi per l’estate? Rimarrete in città, andrete via nei weekend o lascerete NY per l’intera estate, coi pargoletti, per rientrate all’inizio della scuola?