È stato a New York un paio di giorni per presenziare all’apertura del nuovo desk nel cuore di Soho nato per attirare investitori americani. Fabrizio Ricca, Assessore all’Internazionalizzazione della Regione Piemonte, torna in Italia soddisfatto di ciò che ha visto in città e convinto che tra gli imprenditori statunitensi ci sia grande interesse per il territorio che è venuto a rappresentare.
Assessore Ricca, la Regione Piemonte, attraverso la sua società in house per gli investimenti esteri Ceipiemonte, ha aperto un suo desk a New York, ospite dell’incubatore di start up JVP. Come mai avete scelto gli Stati Uniti?
“In realtà quello statunitense è il nostro secondo desk. Il primo è stato aperto un anno fa a Gerusalemme e ci sta dando risultati così buoni che abbiamo deciso di raddoppiare. Non appena la nostra regione mostra fuori dai suoi confini cosa ha da offrire ottiene subito risultati eccellenti sia sul fronte dell’export che su quello degli investimenti in entrata. Sul motivo della scelta degli Usa, in primo luogo perché il nostro territorio ospita già numerose imprese americane, in secondo perché crediamo che quello d’oltreoceano sia un mercato importante, attento alle innovazioni e ricettivo ai buoni investimenti offerti”.
Cosa ha da offrire il Piemonte agli Stati Uniti e alle sue imprese?
“Un tessuto economico e di ricerca che ha pochi competitor in Italia, l’eccellenza della sua manifattura, l’avanguardia in comparti come l’automotive e l’aerospazio. Su questi temi siamo una vera e propria avanguardia del nostro Paese e una testa di ponte che dialoga con l’intero Mediterraneo. Investire da noi significa avere al proprio fianco istituzioni capaci di aiutare nella burocrazia, pronte ad andare incontro alle esigenze specifiche dell’investitore e avere a disposizione un territorio su cui operano aziende locali esperte nella produzione per supply chain di settori diversi tra loro. Oltre a questo siamo sede di importanti atenei, tra cui il Politecnico di Torino, da sempre all’avanguardia nella ricerca applicata”.

Che dimensioni ha l’impegno statunitense nella vostra regione?
“Le aziende statunitensi che operano in Piemonte sono circa 200 (con oltre 380 unità locali) e sul nostro territorio danno lavoro a più di 28mila persone. I comparti produttivi che le vedono impegnate sono i più svariati ma a fare da capolista, con più di 150 aziende, c’è quello più caratterizzante per il Piemonte: il manifatturiero. È sotto questa dicitura che si inseriscono sia l’automotive che l’aerospace. Subito dopo, con circa 90 aziende ciascuna, si trovano i settori del commercio e dei servizi. Se il comparto costruzioni/ingegneria/energia conta una quarantina di imprese, l’agroalimentare ne conta una decina”.
Appuntamenti futuri da suggerire agli investitori?
“In primo luogo dico loro di contattare il nostro desk di New York ospitato da JVP e di aprire un dialogo con il Ceip. In secondo, se si occupano di aerospazio, di non mancare agli ADM (Aerospace & Defense Meetings) di Torino che si svolgeranno dal 28 al 30 novembre. Si tratta dell’unica business convention internazionale organizzata in Italia, un evento in cui saranno presenti tutte le più importanti aziende mondiali del settore. Un occasione eccezionale per scoprire quanto il Piemonte abbia da offrire”.
Lei in Piemonte è anche assessore allo Sport. Un sogno nel cassetto su questo tema quando guarda oltre l’Atlantico?
“Due, il primo è far crescere il numero di turisti americani che vengono a sciare nelle sulle magnifiche montagne. Il secondo è ospitare a Torino alcune partire dell’NBA”.